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NAPOLI – Luigi Di Maio benedice il patto di Posillipo, quello che lega il Movimento 5 Stelle al Partito Democratico in vista delle prossime elezioni amministrative di Napoli. Ma nel capoluogo partenopeo già si agita la base grillina: Matteo Brambilla, consigliere comunale pentastellato, e Marì Muscarà, consigliera regionale, già fanno sapere che il patto coi dem “non è nel loro nome”. 

Questo, anche con Gaetano Manfredi candidato sindaco a suggellare il patto del bar di Posillipo: si sfileranno e esploreranno nuove vie. 

E quindi, andando con ordine. Così Di Maio: “Dopo mesi di incontri sul territorio, dopo aver ascoltato il mondo delle imprese e la società civile, a Napoli abbiamo suggellato un ambizioso patto per le prossime amministrative. Il Movimento e il Pd correranno insieme, partendo dai temi e dall’ascolto dei cittadini. Adesso avanti, scegliamo un nome valido per la città di Napoli”. 

Il nome lo si conosce bene: è quello dell’ex rettore della Federico II. Se non ci fosse stato, il patto di Posillipo di oggi avrebbe sancito ben poco di nuovo.

Sta di fatto che, davanti a questa tavola apparecchiata, Matteo Brambilla non l’ha presa proprio bene: “Questo non è mai stato, non è, e mai sarà il mio e nostro Movimento 5 Stelle – posta su Facebook il capogruppo consiliare pentastellato – Da un anno stiamo stilando il programma per le elezioni comunali con gli attivisti, i portavoce locali, le associazioni che sono venute a dare il loro contributo. Solo chi vive la realtà della propria città può sapere di cosa ha bisogno, e come immaginare la Napoli che vogliamo. Le altre modalità di fare politica le lasciamo volentieri a chi ha lasciato buchi miliardari in tutte le città italiane. Si, a quelli bravi a governare, a destra come a sinistra, che hanno tolto la speranza di un futuro a migliaia di giovani”.

Il patto del bar a Posillipo non va proprio giù al candidato sindaco grillino del 2016: “Chi va al bar per fare “accordi” di vecchio stampo politico al posto di prendersi un caffè, decide di consegnarsi nelle mani di chi è stato causa di tutto questo. Vorrei sapere in nome e per conto di chi questi rappresentanti dei cittadini, e non di un partito, con nessuna carica o delega a riguardo, continuano ad andare a sedersi a questi tavoli”.

Patto di Posillipo “non nel mio nome”, fa sapere, quindi, Brambilla. Annunciando che non finisce qui. I grillini che non accettano l’alleanza col Pd sono pronti a scendere in campo con delle loro liste. E già si preannuncia la battaglia di chi sarà il detentore del simbolo.