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Napoli – Si è conclusa in un nulla di fatto l’odissea giudiziaria che ha visto coinvolta la dirigente del Comune di Napoli, Ida Alessio Vernì. La funzionaria è stata assolta oggi con formula piena dalla Corte d’appello di Milano dall’accusa di concorso in bancarotta e concorso in peculato, in relazione alla vicenda Aip-Elpis, sulla riscossione dell’imposta pubblicitaria e pubbliche affissioni del Comune di Napoli.
 
Al termine di un processo durato quasi sette anni, i giudici di secondo grado di Milano hanno accolto le tesi della difesa, esposte alla scorsa udienza dagli avvocati Francesco Arata e Taryn Simeone, secondo la quale la dirigente «ha sempre lavorato per il bene pubblico e a tutela degli interessi del Comune di Napoli, motivazioni esposte nell’ultima udienza quando Alessio Vernì ha comunicato alla Corte di voler rinunciare ad avvalersi della prescrizione». La dirigente venne condannata dal Tribunale di Milano nell’ottobre del 2015 a sei anni di reclusione per peculato e concorso in bancarotta. Per effetto di quella condanna Ida Alessio Vernì, venne sospesa dal Comune di Napoli che si era costituito parte civile nel processo ottenendo un risarcimento complessivo di 5 milioni di euro dalla Vernì (oggi scagionata definitivamente) e da altri due condannati.