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NAPOLI – “Sono molto soddisfatto sia per il metodo che per i contenuti di questa riunione. Per questo ringrazio il ministro Piantedosi. Ora ci attende una fase operativa molto intensa. Ai problemi si risponde con il pragmatismo, con la capacità di affrontare le complessità. E le nostre aree metropolitane sono il prototipo della complessità”. E’ un Gaetano Manfredi carico quello che parla al termine dell’incontro che al Viminale ha contrapposto i tre sindaci delle maggiori aree metropolitane italiane (con Manfredi, Beppe Sala per Milano e Roberto Gualtieri per Roma) al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
 
A Napoli, già si annunciano nuovi agenti di polizia e un’attenzione particolare per tenere alta la guardia contro la criminalità. “Le problematiche che abbiamo posto all’attenzione del ministro sono simili in tutte e tre le città – spiega Manfredi – Dovremo organizzare un controllo più stretto nelle aree delle stazioni, della metropolitana e del porto, rafforzando gli organici e ringiovanendoli in modo che possano stare più uomini in strada in grado anche di utilizzare le nuove tecnologie e la videosorveglianza”.
 
“C’è poi il tema della movida – continua il primo cittadino partenopeo – con Milano e Roma, siamo tre città turistiche che non dormono mai, quindi bisogna intervenire su quelle attività che stanno in strada senza rispettare le regole”. Passaggio, quest’ultimo, che porta il sindaco ad affrontare il tema della devianza giovanile: “Siamo di fronte a un incremento dei reati da parte dei giovani e questo si accoppia alla problematica della dispersione scolastica che noi stiamo cercando di affrontare assieme alle scuole, alle associazioni, al terzo settore e alla Chiesa. C’è una risposta sociale da dare, al di là degli interventi di pubblica sicurezza”.
 
Infine, altro tema scottante che Manfredi tocca al Viminale è quello delle occupazioni abusive delle case: “Bisogna combattere il welfare parallelo delle organizzazioni criminali. Le case vanno date a chi ne ha diritto, distinguendo chi ne ha un reale bisogno e chi ne approfitta”. Evidentemente, gli ultimi sgomberi di Pizzofalcone non bastano per poter dire superato il problema.