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A Napoli è arrivata l’emergenza freddo, e assieme alle raffiche gelate spira vento di polemica. “Vorrei sottolineare che non c’è disinteresse per i senza fissa dimora, soprattutto presso la IV municipalità, e da parte mia che ricopro la delega alle politiche sociali” dice l’assessora Raffaella Guarracino. Il suo è uno sfogo, magari preventivo. Perché “cominciano a girare notizie dei pericoli che corrono per il freddo i senza fissa dimora, qualcuno muore anche, soprattutto in zona piazza Garibaldi”. Proprio lì, nell’area della stazione centrale, “abbiamo fatto – rivendica Guarracino – diversi sgomberi con l’unità di strada ed emergenza sociale della Polizia municipale”.

L’assessora della IV municipalità ricorda: “Offriamo a tutte queste persone la possibilità di andare in una struttura, o comunque con l’emergenza freddo sono stati attivati dei posti letto per tutti”. Sono infatti attivi il dormitorio pubblico ed il centro di via Tanucci 9. Tuttavia, “per la legge dormire in strada non è un reato, e – ricorda Guarracino – se loro si rifiutano noi non possiamo obbligarli”. Il soccorso ai clochard, non di rado, sbatte su questi limiti. E col gelo notturno i timori sono tanti, in un territorio grande, tra i quartieri San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale e la Zona Industriale. Qui è molto alta la concentrazione di senza fissa dimora. “Quando restano al freddo, purtroppo scelgono di farlo – afferma l’esponente della municipalità -. Anche se a mio avviso non è mai una scelta di vita, piuttosto molte volte è per problemi psichici o di droga o alcol, queste persone si sono sentite sole e arrese”.

Il dramma è quotidiano, sotto gli occhi dei servizi sociali e dei volontari. “Questo non significa – ribadisce Guarracino – che uno se ne lavi le mani, ma non vorrei che invece passasse questo messaggio”. E sotto la pressione dell’emergenza freddo, tutto è più complicato. “I senza fissa dimora vanno aiutati, ma – avverte l’assessora – questo richiede tempo, fiducia, e una serie di progettualità che non sempre si risolvono offrendo loro un letto e un tetto”. Sperando accettino una mano in quanti più è possibile.