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Pompei – Imprenditore nel mirino degli aguzzini del clan Cesarano, scattano le manette per gli estorsori della cosca egemone nel comune di Pompei. Fine corsa per Luigi Di Martino, già detenuto per altri reati, Raffaele Belviso, Gerardo Di Martino e Aniello Falanga. I quattro, raggiunti stamattina dal provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del Tribunale di Napoli, dovranno tutti rispondere dell’accusa i estorsione, reato aggravato dal metodo mafioso.
E entrare in azione, alle prime luci di stamattina, gli agenti del commissariato della polizia di Stato di Pompei. Il caso è giunto a una svolta al termine di una delicata e scrupolosa attività di indagine sui movimenti e gli affari criminali del clan Cesarano, da anni considerato dagli investigatori egemone nel territorio della città di Pompei e dintorni. Ed è proprio nell’ambito di quest’inchiesta che sono emersi anche gli elementi probatori che hanno consentito di dimostrare i taglieggiamenti messi a segno contro l’imprenditore del Vesuviano. Richieste di denaro sempre più pressanti e minacciose, che sarebbero tra l’altro andate avanti per diversi anni.
Gli investigatori hanno infatti accertato che l’imprenditore era vittima di estorsione e che, nonostante i recenti arresti che sembravano aver messo alle corde la cosca, era stato costretto a far fronte a nuove e più consistenti richieste di denaro, avanzante sistematicamente con l’intimidazione del metodo mafioso. Da qui la decisione del giudice per le indagini preliminari, che, accogliendo l’impostazione accusatoria della Procura, ha disposto l’arresto dei quattro presunti aguzzini del clan Cesarano.