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Napoli – Il Tribunale del Riesame di Napoli ha derubricato da omicidio in concorso a favoreggiamento il reato contestato a Corrado Schiavoni, ritenuto dagli inquirenti della DDA legato al clan Ciccarelli, e indagato per l’omicidio di Emilio Solimene, ucciso a colpi d’arma da fuoco la mattina del 13 ottobre 2014, nei pressi di un bar del Parco Verde di Caivano (Napoli).

Nei confronti di Schiavoni, di Antonio Ciccarelli, ritenuto a capo dell’omonimo gruppo malavitoso, di Mariano Vasapollo e di Antonio Cocci, il gip Emilia di Palma, lo scorso 11 aprile, ha disposto una misura cautelare notificata negli istituti penitenziari di Carinola, Terni, Sulmona e Livorno (dove gli indagati sono detenuti per altri reati) dai Carabinieri della Compagnia di Casoria.

“Siamo soddisfatti del risultato raggiunto – commenta l’avvocato Francesco Liguori il quale, con i collaboratori Francesco Angelino e Aniello Chianese, difende Schiavoniin quanto il Tribunale del Riesame ha ritenuto vi fossero gli indizi di un favoreggiamento piuttosto che di omicidio. Nonostante l’ottimo risultato – concludono i legali – cercheremo con un ricorso in Cassazione di confermare l’ estraneità dei fatti contestati a Corrado Schiavoni“.

A Schiavoni gli investigatori contestano, nell’ambito dell’omicidio di Solimene, di avere fornito assistenza al killer, individuato in Gennaro Masi, consegnandogli la pistola calibro 7,65 usata per l’omicidio; di averla recuperata e poi distrutta insieme con gli indumenti del sicario e di averlo anche accompagnato in un’abitazione sicura. Inoltre sarebbe stato lui, sempre secondo la DDA, a veicolare gli ordini di Ciccarelli al killer.