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Napoli – Nel giorno in cui al Tribunale di Napoli si presentano le liste dei candidati alla prossime regionali arriva il richiamo degli operai Whirlpool contro i fenomeni di sciacallaggio elettorale. “Alla nostra vertenza non occorre uno schieramento politico” spiegano i lavoratori.

Si sa in campagna elettorale tutto fa gola e tutto può essere il contrario di tutto, basti che porti qualche voto. Caso emblematico, ad esempio, è la Lega campana che in un manifesto per le regionali aveva perfino ripreso una frase del celebre Luciano De Crescenzo causando, neanche a dirlo, un mare di polemiche.
Sulla stessa scia si pongono così gli operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli Est, in lotta da oltre un anno contro la chiusura della fabbrica di Ponticelli, l’unica della multinazionale statunitense nel Mezzogiorno.

Una vertenza che si delinea fin da subito come una catastrofe sociale, basti pensare che, stando ai dati dell’Eurostat statistic yearbook, nel 2017 il Sud è la regione europea con il più basso tasso di occupazione. Ed oggi alla vigilia delle elezioni regionali in Campania il pericolo sciacallaggio è dietro l’angolo. Dove numerosi candidati, mai presenti fin ora nel racconto della battaglia operaia, per un po’ di notorietà iniziano a dire la loro, anche se sono totalmente estranei al contesto.

Come già successo a margine del tavolo del Mise, dello scorso 31 luglio, dopo che la Whirlpool aveva riconfermato la chiusura del sito di via Argine al prossimo 31 ottobre.
In quell’occasione a dare una voce attiva agli operai napoletani era stata l’assessore regionale al Lavoro, Sonia Palmeri, che insieme a lavoratori e sindacati aveva chiesto l’intervento del Premier Conte sulla vicenda.

Ad oggi, oltre ai circa 420 lavoratori dell’area orientale di Napoli con gli indotti della multinazionale in Campania rischiano il lavoro oltre mille operai nostrani.
Alle elezioni regionali – spiegano oggi gli operai lanciando l’allarme – non mancheranno prese di posizioni che autonomamente e senza un consenso democratico, utilizzeranno la nostra vertenza, il simbolo della nostra lotta ‘Whirlpool Napoli Non Molla’ a puro scopo personale, dunque avremo un ritorno come ai vecchi tempi delle solite politiche propagandistiche, promesse ed affini vari”.

Alla nostra vertenza – chiariscono i lavoratori – non occorre uno schieramento politico, non tollereremo iniziative autonome, né tanto meno saremo in contrapposizione a culture diverse ma ci affiancheremo a tutti coloro di buoni propositi che condividono e sostengono la dignità della persona, il lavoro, per il bene del paese e senza secondi fini”.

Mentre, proprio a margine del tavolo con il Mise, gli operai avevano lanciato l’appello ai candidati governatori di passare in fabbrica per un confronto. Perché prima di candidarsi alla poltrona di Santa Lucia è giusto che ci si confronti sui temi più delicati della nostra terra, mettendoci la faccia. Richiesta che, ad oggi, non è stata neanche presa in considerazione da quest’ultimi.