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Puntuale come sempre è giunta la pubblicazione semestrale della Relazione del Ministero degli Interni ad opera della Direzione Investigativa Antimafia con l’analisi dei fenomeni delittuosi e l’esame delle operazioni di contrasto concluse dalle Forze dell’ordine, con riferimento al primo semestre del 2022, che conferma la tendenza della criminalità organizzata a “preferire l’agire con modalità silenziose, affinando e implementando la capacità d’infiltrazione del tessuto economico-produttivo anche avvalendosi delle complicità di imprenditori e professionisti, di esponenti delle istituzioni e della politica formalmente estranei ai sodalizi. Una indubbia capacità attrattiva è sempre rappresentata dai progetti di rilancio dello sviluppo imprenditoriale nella fase post-pandemica e dall’insieme di misure finalizzate a stimolare la ripresa economica nel Paese compulsate anche da finanziamenti europei tramite i noti fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”.

Le aggregazioni criminali attive nell’area metropolitana di Napoli risultano sostanzialmente concentrate in due principali compagini camorristiche storicamente contrapposte tra loro e facenti capo, rispettivamente, alla cd. Alleanza di Secondigliano e alla famiglia Mazzarella. Intorno a queste due grandi formazioni gravita una galassia di micro gruppi criminali con influenze in quartieri e rioni cittadini nei quali esercitano uno stretto e pervasivo controllo territoriale. I gruppi famigliari che costituiscono l’élite dell’Alleanza di Secondighliano sono i clan Mallardo, Cotnini Bosti e Licciardi, i primi due strettamente collegati tra loro anche in ragione dei rapporti familiari intrattenuti (i relativi capi storici hanno sposato tre sorelle). Il clan Mazzarella è composto da numerosissimi gruppi criminali minori, stanziali sia nei quartieri del centro partenopeo, sia al di fuori del capoluogo, estendendo così la propria egemonia anche su quelli attivi nella provincia di Napoli. Per meglio rappresentare gli assetti criminali delle organizzazioni camorristiche operanti nella città di Napoli l’area metropolitana è stata suddivisa in Area Centro, Area Nord, Area Orientale e Area Occidentale come di seguito descritte.

Napoli-Area Centro (Avvocata, San Lorenzo-Vicaria, Vasto Arenaccia, San Carlo all’Arena-Stella, Mercato-Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia-San Ferdinando-Posillipo) è caratterizzato dalla compresenza nei medesimi quartieri di clan affiliati alla cd. Alleanza di Secondigliano e altri riconducibili al clan Mazzarella. I confini territoriali delle due formazioni criminali in questi quartieri risultano molto fluidi, frutto dei riassetti conseguenti alle rivalità intraclaniche e alle numerose e continue azioni di contrasto. È da segnalare, in particolare, che in seno al clan Mazzarella non risultano sopite le rivendicazioni di territori cittadini transitati sotto il controllo del contrapposto clan Contini (Alleanza di Secondigliano), proprio nell’area centrale della città partenopea in cui i confini tra le due contrapposte formazioni criminali sono ancor più fluidi. Il recente ritorno in libertà di esponenti di spicco di una famiglia affiliata al clan Mazzarella, nel quartiere San Lorenzo nella zona Forcella di Napoli, potrebbe essere foriera di nuovi attriti tra le due compagini rivali. Il clan Mazzarella per il tramite di esponenti della famiglia medesima o di fedelissimi sodali, manterrebbe la propria egemonia su altri gruppi rivali nella gestione delle attività illecite nella zona dei “Decumani”, nei quartieri Mercato, nel rione Stella e nelle aree comprese tra Porta Capuana e Porta Nolana, nonché nella zona cd. Case Nuove. Presenza di gruppi riconducibili al clan Mazzarella si rilevano altresì nella zona dell’Università, di Santa Chiara e di Piazza Bovio oltre che nell’area del Pallonetto di Santa Lucia. Anche nel rione Sanità, dove i sodalizi influenti riconducibili all’Alleanza di Secondigliano sono stati sensibilmente indeboliti dalle recenti operazioni di polizia, risulta verosimile il tentativo di espansione da parte del clan Mazzarella per il tramite della famiglia Barile che occupa una posizione apicale nell’ambito delle citate compagini mafiose. I principali interessi criminali del clan Mazzarella afferiscono alla contraffazione, agli stupefacenti e alle attività estorsive commesse in danno di commercianti e ambulanti dei diversi mercati cittadini.

Il clan Contini, confederato alla cd. Alleanza di Secondigliano, eserciterebbe una funzione di direzione e controllo sui gruppi che operano nei quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, Borgo Sant’Antonio Abate e zone limitrofe. Le acquisizioni informative del periodo in esame sembrerebbero non evidenziare modifiche degli assetti interni dell’organizzazione sebbene due misure personali abbiano colpito i vertici della famiglia nel gennaio e nel giugno 2022. Nel primo caso si sarebbe scongiurato il tentativo del genero e della figlia del capo clan di recarsi negli Emirati Arabi ove avrebbero da tempo
intessuto una fitta rete di relazioni per gestire gli affari economici dell’organizzazione e in particolare il riciclaggio, il reimpiego e l’autoriciclaggio dei proventi di attività illecite del clan Bosti-Contini. Nel secondo caso, sono stati tratti in arresto 3 giovani, tra cui il nipote del citato capo clan, in quanto ritenuti autori di un episodio di grave violenza commesso nei pressi di un ristorante del centro storico ai danni di una cameriera e di un cliente straniero.
La medesima conflittualità tra clan di cartelli criminali contrapposti si registrerebbe nel quartiere di Poggioreale, ove il clan Contini risulterebbe egemone sul controllo delle attività illecite in quei rioni già considerati feudo del clan Mazzarella. Anche nei Quartieri Spagnoli lo scenario criminale sembrerebbe caratterizzato da una elevata conflittualità tra gruppi neo costituiti in cerca di nuovi spazi per gestire i propri interessi illeciti e talune vecchie formazioni che cercherebbero di colmare i vuoti di potere. In quest’ottica, allo stato delle acquisizioni info-investigative, sembrerebbero doversi leggere gli episodi di violenza armata del semestre commessi in danno di soggetti dediti alla gestione delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti ma la contesa di vicoli e zone creerebbe tensioni anche con riferimento alla gestione delle estorsioni in danno di attività commerciali. Il quartiere San Ferdinando, per la sua centralità e la presenza di importanti attività economiche legate al settore del turismo e della cultura, sembrerebbe essere oggetto degli interessi criminali di numerose organizzazioni camorristiche che generalmente operano in zone limitrofe e che in questo quartiere consapevolmente evitano di ricorrere a episodi eclatanti.

Napoli-Area Nord (Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano, Vomero e Arenella).
Nel quadrante Nord della città di Napoli, si registra in ciascun quartiere una folta presenza di gruppi omogenei tutti aderenti o gravitanti intorno alla cd. Alleanza di Secondigliano. Nell’omonimo quartiere, gli esiti giudiziari riportano la presenza processualmente accertata del clan Licciardi che, nonostante la detenzione del proprio leader indiscusso, risulterebbe tuttora articolato in quattro sottogruppi con riconosciuta autonomia operativa ma subordinati al citato clan:
– gruppo della Masseria Cardone, emanazione diretta della famiglia Licciardi, con a capo il familiare più stretto non detenuto;
– gruppo del rione Don Guanella il cui presunto capo risulta in stretti rapporti di parentela con la famiglia Licciardi;
– gruppo del Rione Berlingieri;
– gruppo del Rione Kennedy il quale, in ragione delle operazioni di polizia susseguitesi negli ultimi anni, verserebbe in una situazione di crisi sul piano della leadership criminale e sarebbe oggetto di mire espansionistiche di taluni gruppi contermini.
Nel quartiere di Secondigliano sarebbe operativo anche il clan Vanella-Grassi con base operativa nell’omonima via, il quale, nel corso degli anni, avrebbe assunto una struttura confederata con più gruppi quali i Grimaldi, attivi nel vicino quartiere di San Pietro a Patierno, gli Angrisano, stanziati in alcuni lotti residenziali di Scampia e gli Spera operanti nella nota Vela Celeste (quartiere Scampia). Nel rione “Terzo Mondo”, il clan Di Lauro proseguirebbe le sue attività criminali nonostante i numerosi arresti subiti e la perdurante detenzione del capo carismatico e dei suoi figli, uno dei quali deceduto per cause naturali (il 13 giugno 2022) e l’altro ancora ristretto in regime differenziato. La leadership mafiosa sembrerebbe attualmente mantenuta da un altro figlio ancora in libertà che con spiccata iniziativa imprenditoriale, continuerebbe a gestire le tradizionali attività illecite del clan e, in particolare, quelle connesse con il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Il clan Marino, che continua a gestire lo spaccio di stupefacenti nella zona cd. delle Case Celesti. I sodalizi estesi nel quartiere di Scampia sono prevalentemente dediti alla gestione delle piazze di spaccio e la compresenza di un numero elevato di organizzazioni in quest’area è basata su rapporti di non belligeranza tra loro. I clan più attivi, sebbene interessati nel corso degli anni da diverse attività investigative, risultano gli Abete-Notturno e Abbinante (nell’area delle Vele, nei vari Lotti e nel rione Monterosa), Vanella-Grassi, Sacco e Amato-Pagano. Il clan Amato-Pagano merita una particolare attenzione per il ruolo centrale rivestito nel settore dell’approvvigionamento di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Anche il territorio di riferimento del cartello degli storici “Scissionisti” è molto vasto, ricadente in un’ampia area compresa tra il quartiere Scampia e i Comuni dell’hinterland a nord di Napoli (Melito di Napoli, Arzano, Mugnano ed in parte Casavatore), nei quali il clan mantiene – come detto – un ruolo di assoluta centralità nell’approvvigionamento all’ingrosso della droga, soprattutto della cocaina, grazie alla gestione di importanti canali del narcotraffico internazionale e a rapporti privilegiati intrattenuti con i più importanti broker. Nei quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e nella zona di Marianella, si assiste al tentativo di ricostituzione di vecchie leadership superstiti dello storico e cruento scontro tra i gruppi ‘ncopp Miano e quello di abbasc’ Miano. La scarcerazione di influenti personaggi storici del clan Lo Russo e taluni appartenenti a famiglie criminali del Rione potrebbero generare situazioni di ulteriori frizioni e tensioni interclaniche.  A Chiaiano e nella zona di Marianella, località integrata nel quartiere di Piscinola, si è registrata l’operatività del gruppo criminale, a forte connotazione familistica, degli Scognamiglio, i cui elementi di vertice, nel semestre in questione e da sempre fedeli alleati del clan Lo Russo, hanno fruito del regime degli arresti domiciliari nel proprio quartiere. Nella stessa porzione di territorio è presente anche il gruppo degli Stabile, alleati al clan Licciardi, che potrebbero rappresentare una base operativa di riferimento per il perseguimento dei più ampi interessi criminali dell’Alleanza di Secondigliano. Nei quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella si potrebbero generare instabili equilibri criminali all’interno del clan Cimmino. Tale eventualità potrebbe portare ad una riconfigurazione degli assetti camorristici vomeresi atteso che il clan Cimmino rappresenta, in quel quartiere, il principale referente dell’Alleanza di Secondigliano.

Napoli-Area Orientale (S. Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli).
Il quadrante orientale della città risente del marcato dinamismo criminale che è stato descritto a proposito della area centrale di Napoli. A San Giovanni a Teduccio il precario equilibrio è determinato dalla contrapposizione storica tra i clan Mazzarella e Rinaldi-Reale. I primi possono contare sull’appoggio logistico-militare dei clan D’Amico e Formicola mentre i secondi, proiezione diretta dell’Alleanza di Secondigliano, hanno come loro referenti i clan Aprea-Cuccaro-Minichini-De Luca Bossa. Nel quartiere Barra, ove in passato era stata registrata la prevalente operatività del clan Cuccaro-Aprea gli assetti criminali sono rimasti sostanzialmente stabili. Lo sfondo criminale del quartiere Ponticelli è invece caratterizzato da un’accesa rivalità tra la compagine criminale dei De Micco-De Martino e il clan Minichini-De Luca Bossa (proiezione dell’Alleanza di Secondigliano) che persiste ormai da tempo. 

Napoli-Area Occidentale (Bagnoli, Cavalleggeri d’Aosta, Agnano, Fuorigrotta, Pianura, Rione Traiano, Soccavo).
Anche l’area occidentale della città di Napoli è caratterizzata da una diffusa conflittualità tra clan antagonisti alla continua ricerca di spazi territoriali e nuovi settori criminali da gestire. Il maggiore indice di ostilità registrato nel semestre è stato rilevato nei quartieri di Fuorigrotta, Pianura e Soccavo con riferimento a taluni gruppi gravitanti nella sfera d’influenza della cd. Alleanza di Secondigliano. Il quartiere Pianura risulta al centro di una contesa che vede contrapposti il gruppo dei Carillo-Perfetto e quello dei Calone-Marsicano-Esposito. Il Rione Traiano, ubicato a sud-ovest di Napoli, funge da ponte tra il quartiere Soccavo e quello di Fuorigrotta. I gruppi PuccineliI-Petrone e quello dei Cutolo (operante nella zona cd. “della 44”) risulterebbero prevalentemente dediti al controllo e alla gestione delle piazze di spaccio. Il gruppo Sorianiello, presente e operativo nella zona della cd. “99” a nord del Rione Traiano, è un sodalizio criminale ritenuto capace, in ragione della forza economica e militare acquisita nel tempo, di condizionare le dinamiche criminali dell’intera area. Nel vicino quartiere Fuorigrotta, infatti, i Sorianiello risultano alleati al sodalizio criminale composto dalle famiglie Iadonisi-Cesi-Baratto, fortemente contrapposti al gruppo Troncone. A Bagnoli invece è stato recentemente scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari il capo del gruppo criminale degli Esposito già sostituito, in sua assenza, dalla moglie. Nella zona di Cavalleggeri D’Aosta sembrerebbero essere attivi alcuni pregiudicati “vicini” ad un pregiudicato già fedelissimo del boss ergastolano del clan D’Ausilio.

Relazione della Dia sulla criminalità partenopea: la mappa dei clan nella provincia napoletana