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Napoli – Rifiuti prelevati dai cantieri per la realizzazione della Metropolitana di Napoli (tratta Corso Garibaldi/Capodichino) e smaltiti illecitamente, senza alcun trattamento, nella cava in ricomposizione ambientale Apostolico e Tanagro di Comiziano (Napoli). E’ quanto emerge da un’inchiesta della Dda partenopea che ha portato all’emissione da parte del Gip di cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per i reati di inquinamento e tentato disastro ambientale; tra le persone coinvolte gli amministratori della società Edil Cava Santa Maria La Bruna di Torre Del Greco. Le misure sono state eseguite oggi dal personale del Comando di Polizia Metropolitana di Napoli insieme ai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Caserta. L’Edil Cava aveva un contratto con la Cmv, società che realizza la metro partenopea, per il recupero dei residui dell’attività di lavorazione; ma dalle indagini è emerso che i rifiuti, una volta prelevati, andavano all’impianto di recupero della Edil Cava a Torre del Greco senza che però fossero sottoposti ai trattamenti necessari per renderli innocui. Da qui uscivano in direzione di Comiziano, ancora contaminati, dove venivano smaltiti nella cava Apostolico e Tanagro come fossero normale sabbia. Sia la cava che l’impianto di recupero sono stati posto sotto sequestro. L’indagine è nata dagli spunti investigativi emersi da un’inchiesta che nel maggio del 2016 aveva interessato, per fatti analoghi, le cave San Severino Ricomposizioni Ambientali e Neo.