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di Ciro Cuozzo

Napoli – E’ stato il primo a soccorrere la piccola Noemi, raggiunta da un proiettile durante un agguato tra la folla avvenuto lo scorso venerdì, 3 maggio, a Napoli, nei pressi del caffè Elite di piazza Nazionale. Si chiama Roberto, ha 51 anni e lavora da appena un mese nell’esercizio commerciale coinvolto dalla furia omicida dell’uomo vestito di nero entrato in azione con l’obiettivo di uccidere un pregiudicato, Salvatore Nurcaro, 31 anni, salvo poi ritrovarsi a sparare tra la folla, ferendo due persone innocenti. Il foro provocato da un proiettile è ancora visibile sulla Toyota Yaris di colore grigio parcheggiata all’esterno del bar e di proprietà del titolare. 

Quattro giorni dopo l’agguato e in seguito alla diffusione delle immagini di quei drammatici momenti, dove si vede Roberto soccorrere per primo la piccola Noemi, in tanti entrano nel caffè Elite per complimentarsi con lui. “Ma non ho fatto niente di eroico, tutti l’avrebbero soccorsa” risponde ai clienti.

Roberto, cosa ricordi di quegli attimi?
Stavo alzando le tende fuori al bar quando ho sentito gli spari e il fuggi fuggi generale. Mi sono girato e ho visto Noemi distesa per terra, l’ho presa in braccio e portata dentro.

Come stava la bambina?
Inizialmente bene. Nessuno si era accorto che fosse stata raggiunta da un proiettile, anche perché non usciva sangue. Con me c’era la mamma e la zia, la nonna no perché già era stata soccorsa e portata in ospedale.

Noemi diceva qualcosa?
Non parlava, non urlava, Stava in silenzio, spaventata da quanto accaduto. Le ho preparato un bicchiere di acqua e zucchero per farla riprendere.

Quando vi siete accorti delle reali condizioni della piccola?
E’ stata la mamma, insieme alla zia, a rendersi conto del proiettile. Erano in bagno con Noemi e subito dopo averle tolto la giacca hanno realizzato l’accaduto. Il proiettile sembrava un grosso neo.

Come ti spieghi quello che è accaduto?
Non me lo spiego, lavoro qui da poco ma è sempre stata una piazza tranquilla, molto frequentata e trafficata durante la giornata, ma ripeto tranquilla. Ho avuto paura solo durante quei pochi secondi.

L’uomo che ha sparato più volte è passato a pochi centimetri da te.
Ero girato di spalle, ho solo visto gente seduta ai tavolini che scappava e un uomo che inseguiva un altro. Poi appena è stato possibile ho in braccio Noemi e l’ho portata all’interno del bar.