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Somma Vesuviana (Na) – Le parole più attese ma anche quelle più dolorose. Quando Rosa Maria, la giovane vedova del carabiniere Mario Cerciello Rega, si è avvicinata al microfono il tempo, all’improvviso, si è come fermato. La donna ha letto dall’altare, al termine della celebrazione delle esequie del vice brigadiere, un testo dedicato alle mogli dei carabinieri, chiedendo di non essere inquadrata in questo momento di dolore.
 
La moglie di un carabiniere «deve possedere le qualità di un padre e di una madre allo stesso tempo, essere sempre attiva ed intraprendente, far fronte a tutte le necessità, essere capace di svolgere allegramente le sue mansioni anche se è stanca o ammalata, ed essere capace di cambiare casa, abitudini e amicizie spesso e all’improvviso», riporta il testo letto da Rosa Maria davanti alla bara del marito, sulla quale durante le esequie sono state deposte alcune foto della coppia sorridente durante le nozze. Il racconto commovente del dialogo con un angelo, letto dalla giovane vedova conclude nella chiesa di Somma Vesuviana, dove la coppia si era tra l’altro sposata poco più di un mese fa, il rito funebre dell’estremo saluto al carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma. «Mentre leggevi questo racconto, pensavo alla profezia di quelle parole: tu sei il leone forte e con un cuore grande descritto e il cuore di Mario adesso vive in te – ribadisce commosso monsignor Santo Marcianò, l’arcivescovo ordinario militare, al termine della messa da lui celebrata, rivolgendosi direttamente alla donna – siete stati capaci di amare, lo siete e lo sarete sempre e per sempre; come sempre e per sempre è l’amore autentico, quello vero».