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Bisognerebbe volare alto quando si trattano temi culturali di grande profilo come il futuro del teatro San Carlo di Napoli, certamente tra i più famosi e prestigiosi al mondo, tra i fiori all’occhiello non solo di Napoli e della regione Campania bensì di tutta l’Italia. Solo un confronto pacifico e costruttivo tra i rappresentanti istituzionali – comune, regione e governo – può portare a risultati significativi che vadano nella direzione del ritrovato lustro per il tempio partenopeo dell’opera lirica e del balletto classico”. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, on. Edmondo Cirielli.
Tuttavia spesso i personalismi e le beghe politiche distraggono dalla retta via e trascendono la decenza e il buongusto. Ancora una volta, infatti, il governatore campano sproloquia, dicendo cose inesatte e, soprattutto, senza fondamento. Discorsi verbosi che in realtà contraddicono sé stesso dal momento che negli ultimi anni Vincenzo De Luca ha regolarmente continuato a bombardare il teatro San Carlo, prima tagliando i fondi della regione e successivamente ipotizzando situazioni illecite senza peraltro formalizzare mai denunce scritte alla magistratura”, ha aggiunto il Vice Ministro. “Il ministro Sangiuliano – ha sottolineato Cirielli – proprio perché conscio del fatto che il teatro San Carlo oggi non sia all’altezza della sua grande storia e del suo prestigio, stava operando per il suo recupero in termini di credibilità ed efficienza”. “E la norma del governo – tanto vituperata da De Luca – che è una norma generale, punta solo a correggere un’ingiustizia: quella per cui i soprintendenti italiani devono andare in pensione a 70anni e quelli stranieri posso continuare sine die”, ha concluso il vice ministro.