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NAPOLI – Da ieri, a Napoli, non si parla d’altro che di panni stesi al sole: una bozza di un regolamento di polizia urbana li voleva vietare.

Ma non appena la notizia è stata diffusa dal Corriere del Mezzogiorno e da Repubblica, sui social, si è scatenata una vera e propria rivolta: a Napoli, per dirla scherzosamente con Alessandro Siani, i panni non si asciugano mai.

Tant’è che quando stamattina i giornali cartacei sono tornati alla carica, il sindaco Gaetano Manfredi, appena trovatosi davanti a un microfono, ha tenuto subito a chiarire che quella norma non sarebbe mai stata approvata dalla giunta.

A quel punto, qualcuno della sua maggioranza si è spinto su Facebook anche a parlare di bufala.

Ma l’idea di vietare i panni gocciolanti stesi al sole fuori ai balconi non era affatto una fake news.

Il comma E della bozza di regolamento, infatti, recitava così. “E’ vietato stendere o appendere biancheria, panni, indumenti e simili al di fuori dei luoghi privati, nonché alle finestre, sui terrazzi e balconi prospicienti la pubblica via quando ciò provochi gocciolamento sull’area pubblica“.

Fatto sta che il regolamento in questione che dovrebbe giungere domani in giunta, non prevede solo questo divieto (che sarà senz’altro bocciato). Ma prevede il divieto di scuotere la tovaglia all’esterno per liberarsi dalle briciole, l’innaffiatura delle piante senza accortezza, i palloncini al litio che volano in aria (e inquinano), le partite di pallone nelle Gallerie, la distribuzione indiscriminata di volantini, il parcheggio di auto e motorino nelle aree di monumentali. 

Insomma: tutte cose di buon senso. Ma che, evidentemente, nessuna delibera può garantire. Quantomeno perché, fatta la legge, occorrerebbero dei controlli serrati per farla rispettare, con tutta evidenza impossibili.

Tuttavia: l’amministrazione Manfredi non è certo la prima a finire vittima di un regolamento del genere. Dall’era dei sindaci-sceriffo, in giro per l’Italia, se ne sono sentite di tutti i colori. A Castellammare, non andando troppo lontano da Napoli, una decina di anni fa, un sindaco voleva vietare alle ragazze persino di indossare le minigonne.

Ma tant’è: all’irresistibile voglia di cancellare con un tratto di matita, con un semplice regolamento di polizia urbana, gli atteggiamenti poco urbani e dare da un giorno all’altro un aspetto ordinato alle città che si amministrano sfuggono in pochi.

Come in pochi, sempre in questi casi, oltre all’insostenibile leggerezza dell’essere che ci fa trascorrere delle ore a parlare di panni stesi, sfuggono anche ad un’altra sindrome: quella di Fonzie, il protagonista della serie che spopolava negli anni 80 – Happy Days – che proprio non riusciva a dire “ho sbagliato” (https://www.youtube.com/watch?v=fbMKjLe-RFA).

Manfredi, stamattina, non è andato oltre queste parole: “I panni stesi nei vicoli rappresentano una nostra caratteristica, non una mancanza di decoro. E’ ovvio che si deve sempre mantenere un confine tra la nostra tradizione popolare e l’ordine. Ma non credo che quest’ordinanza dei panni stesi esisterà mai. Nessuno mai ha pensato di vietarli. Del resto, sono asciugati così perché, nei vicoli stretti di Napoli, dove il sole difficilmente entra nelle case, solo così possono esserlo. E noi vogliamo che i panni dei nostri concittadini si asciughino“.

FOTO DI CIRO FUSCO (ANSA)