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Napoli – Summit del centrosinistra (allargato al Movimento 5 Stelle, rappresentato nell’occasione dal parlamentare Alessandro Amitrano) in cerca di un candidato sindaco per le prossime comunali di Napoli: ciak numero 2.

Da questa scena, andata in onda per oltre 2 ore su Zoom (e meno male: altrimenti sarebbe stato difficilissimo trovare una sede così grande da contenere oltre una ventina di rappresentanti per 18 liste-diciotto), si è cercato di  far scaturire l’identikit del leader che dovrà rappresentare la sintesi di questa mega coalizione e il percorso che dovrà essere compiuto per arrivarci.

Percorso che, secondo il segretario del Pd Marco Sarracino, dovrebbe prevedere un ‘classico‘ di questi casi: un documento politico-programmatico. Un ‘must‘ che servirebbe prima a dibattere sulle cose che si propongono di fare assieme gli alleati nel corso della prossima consiliatura. E, intanto (o soprattutto) a guadagnare tempo affinché maturi davvero una nomination unitaria.

Quella di Roberto Fico, infatti, proprio non va giù alla parte del Pd che fa riferimento al Governatore De Luca.

Quindi, punto e a capo.

“Il candidato sindaco – ha ragionato Sarracino deve essere una personalità che, oltre a predicare, sappia praticare la collaborazione istituzionale perché la città è isolata rispetto alle altre istituzioni“.

Per questo – ha continuato il segretario dei dem – Serve partire da un documento politico e programmatico per definire un perimetro, prevedendo anche un ulteriore allargamento alle forze della sinistra radicale o moderate, perché è giusto che ci si allarghi“.

Come dire: nulla è precluso a nessuno. Compreso a quei pezzi che finora hanno sostenuto il sindaco De Magistris. Tanto più che lo stesso primo cittadino ha fatto capire che la candidatura di Alessandra Clemente, ora, non rappresenta più un problema: è tutt’altro che imprescindibile.

Anzi: per Articolo 1 del segretario Francesco Dinacci è della partita anche la sinistra che finora si è stretta attorno all’altra candidatura che sarebbe già in campo: quella di Antonio Bassolino.

Bisogna rafforzare l’alleanza tra progressisti e M5S e porsi anche l’ambizione di includere nel confronto, con grande apertura, tutte le forze civiche, democratiche, il civismo e le personalità che si interrogano come noi sul destino della città, come Antonio Bassolino a cui va dato grande rispetto, per determinare la più larga unità”.

Sta di fatto che Dinacci, facendo capire che gli andrebbe benissimo Fico candidato, fa presente al Pd che dovrebbe “sciogliere i nodi interni” che sussistono tra la segreteria e i deluchiani: “Alimentano uno stato di tensione permanente nella coalizione“.

Sarracino, per il momento, può solo ricordare che il fronte può e deve essere “ampio“. Ma che a tutto c’è un limite. Ci si dovrà pur mettere a “lavorare a un accorpamento della nostra proposta politica, perché non possiamo presentarci con un numero infinito di liste. Il Pd, per questo – ha annunciato il segretario dei Dem – è anche pronto ad ospitare nella sua lista rappresentanti di altri movimenti: è evidente che non possiamo andare sulla scheda elettorale con 18 sigle“.