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Napoli – Prodotto da un binomio memorabile legato alla scena storica della sperimentazione teatrale, il teatro Vascello e la  compagnia di ricerca La Fabbrica dell’Attore di Roma, Abitare la battaglia (conseguenze del Macbeth), spettacolo presentato lo scorso giugno dell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia, ritorna dal 14 al 17 marzo, al teatro Galleria Toledo, sul medesimo palcoscenico, con la regia di Pierpaolo Sepe, drammaturgia di Elettra Capuano, luci di Marco Ghidelli, costumi di Alessandro Lai e una vigorosa compagnia di giovani attori. Sei interpreti maschili, Federico Antonello, Marco Celli, Paolo Faroni, Alessandro Ienzi, Biagio Musella, Vincenzo Paolicelli e, unica protagonista femminile, Noemi Francesca nei panni di Lady Macbeth, danno vita a una messinscena che identifica nell’eccesso di desiderio di potere e nella bramosia per il dominio sugli altri gli elementi costitutivi del drama shakespeariano. Una visione che scava a fondo nel testo, che indaga la violenza oltre il Macbeth, e che lo propone come contenitore drammaturgico congeniale per descrivere le dinamiche degli istinti ferali dell’essere umano – con le relazioni interpersonali maschili e femminili attraverso cui esso forgia il conflitto – nel momento in cui la voce della coscienza è annientata senza rimorso alcuno. I personaggi sono quindi corpi in movimento messi a nudo in un luogo metaforico inaridito, che agiscono in uno spazio d’azione svuotato, quasi a voler circoscrivere la zona d’ombra ideale in cui si generano le crudeli relazioni e la brutalità dell’agone. Il cuore è assente, così pure il discernimento che non guida verso la ragione che illumina; viceversa è la mente a nutrirsi della rabbia e della cattiveria che dimorano nell’individuo, quando questi sceglie di ignorare le istanze dell’altro da sè allo scopo di dominare attraverso l’esercizio della violenza. Lo spettacolo è dunque, nelle intenzioni degli autori, un invito a riappropriarsi delle proprie fragilità e ad elaborare consapevolezza, per trascendere dagli orrori di tutte le supremazie conseguite attraverso lo spargimento di sangue innocente.