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Napoli – Il trasporto pubblico locale tra Napoli e Campania, come già anticipato ieri da Anteprima24, ha toccato il baratro con l’emergenza sanitaria. Dietro i tagli, giustificati dalla pandemia, c’è il racconto di un disastro annunciato, già da anni a questa parte.

Diminuiscono treni e corse mentre aumentano i costi dei servizi, questo il biglietto da visita della mobilità campana degli ultimi 10 anni. Ben prima dell’emergenza sanitaria. Stando ai dati di Legambiente, infatti, a seguito dell’aumento del 48% delle tariffe spicca un 15% di tagli al trasporto pubblico locale dal 2010 al 2019. Trasporto che invece di essere potenziato anno dopo anno perde un pezzo fino ad arrivare al tracollo di oggi. A simbolo della catastrofe campana c’è l’Ente Autonomo Volturno che con la sua Circumvesuviana è stato premiato dall’associazione ambientalista come peggior ferrovia della Penisola.

Dopo giorni di passione per gli utenti della Vesuviana con soppressioni dei treni giunte al picco storico, per il braccio di ferro tra azienda e personale, l’Eav alza bandiera bianca ed annuncia: a partire dal prossimo lunedì 23 novembre, la sospensione del servizio ferroviario sulle linee Vesuviane e Flegree dalle ore 11:00 alle ore 15:30, per una riduzione del sevizio pubblico del 40%. Un default clamoroso che nega ai cittadini dell’area metropolitana di Napoli un loro diritto, la mobilità.

Dietro la decisione, inedita, i disagi del Covid e “la carenza di organico e l’attuale rifiuto dello straordinario da parte di molti lavoratori, unitamente alle malattie, rende improcrastinabile tale misura, in quanto non si è in grado di svolgere l’esercizio ordinario con le forze lavoro disponibili” spiegano dalla società in gestione a Palazzo Santa Lucia.

Una decisione che ha mandato su tutte le fuori sindacati ed utenti. “La situazione emergenziale da Covid-19 – spiegano dall’Usb – ha fatto emergere tutti i mancati investimenti degli anni passati e la mala gestione organizzativa, come il raddoppio dei binari – senza creare danni irreparabili al patrimonio paesaggistico, ambientale, idrogeologico ed architettonico delle città – e l’acquisto di nuovi treni”.

Dopo tanta vergognosa, irresponsabile e voluta superficialità – chiariscono i sindacati – si scelgono ora soluzioni che non porteranno alcun risultato se non all’ennesima contrazione di un servizio pubblico essenziale – con conseguenti ricadute sui cittadini e sui lavoratori – che però, secondo i suoi ideatori, sarebbe in grado in grado di garantire il Diritto alla Mobilità nella piena tutela della salute e della sicurezza collettive”.

Mentre dal Comitato Utenti Circumvesuviana, che già nella prima ondata del Covid aveva svolto una campagna di sensibilizzazione volta alla riapertura delle stazioni vesuviane chiuse per l’emergenza sanitaria, annunciano provvedimenti “adeguati” nei prossimi giorni. Nel mentre in rete è già stata lanciata una petizione contro i tagli a servizi e corse giornaliere

Coloro che fino a ieri inveivano contro la protesta del personale, che era mirata proprio ad evitare una cosa del genere, faranno ora lo stesso contro gli autori di questo ordine di servizio? Dal canto nostro, data la gravità del provvedimento e il rischio di contagio a cui sono seriamente esposti i passeggeri con simili privazioni, non tarderemo a dare una risposta adeguata” spiegano dal comitato.

Invitiamo chiunque, associazione, comitato, sindacato o semplice cittadino ad unirsi a noi in questa causa”  chiariscono facendosi promotori della petizione promossa da comitati ed associazioni cittadine.