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Napoli – Legambiente ha stilato un rapporto relativo alla situazione dei pendolari dei trasporti ferroviari da quando è scoppiato il covid. In epoca di covid infatti si sono registrati dati in netto calo come conferma il rapporto “Pendolaria“.

Questo il rapporto stilato da Legambiente e riportato da Vesuviolive: “Fino all’8 marzo 2020, data di inizio del lockdown, i segnali per il trasporto ferroviario erano positivi ovunque. Con numeri in crescita dalle metro all’alta velocità. Ma con la pandemia, la riduzione degli spostamenti e le limitazioni al riempimento massimo per garantire il distanziamento, a pagare i disagi maggiori sono i pendolari delle linee peggiori d’Italia che, purtroppo, si confermano senza miglioramenti“.

Legambiente sui trasporti di Napoli in epoca covid

La situazione non è di certo migliorata nell’ultimo periodo malgrado la riduzione dei passeggeri. Su queste linee il contesto era già drammatico per treni vecchi, stazioni in condizioni di degrado e il taglio dei treni avvenuto in questi anni (-10,9% rispetto al 2010).

Fortissime sono state le proteste quando, tra novembre e dicembre 2020, l’Ente Autonomo Volturno ha effettuato una riduzione del servizio ferroviario prevedendo uno stop dalle 11 alle 15 e dopo le 20. Un taglio di sei ore sul servizio giornaliero.

Continua ad aumentare l’età media dei treni, nonostante segnali di investimento e dei primi inserimenti di nuovi convogli negli ultimi mesi: 352 treni in servizio sulla rete regionale, con una età media dei convogli di 19,9 anni, con il 65,9% dei treni con più di 15 anni di età“.

Al Sud troviamo meno treni in circolazione e più lenti, nonché il maggior numero di linee a binario unico e non elettrificate. Complessivamente, è bene ricordarlo, in Italia su 19.353 km di linee ferroviarie è a binario unico il 56,3%“.