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Napoli – «Quello che è accaduto ieri non si era mai visto neanche con Berlusconi, Renzi o Cesaro. Non abbiamo partecipato perché non era previsto che il sindaco di Napoli, quindi la città di Napoli, prendesse parte attivamente alla conferenza stampa». È questa la bordata ad alzo zero lanciata stamattina dal sindaco Luigi de Magistris, ricostruendo quanto avvenuto alla conferenza stampa di presentazione delle Universiadi di Napoli 2019, tenutasi ieri alla Mostra d’Oltremare, e alla quale il primo cittadino non ha partecipato rinunciando all’ultimo momento. 
 
«Ho sconvolto l’agenda della mattina che era già piena, perché avevano organizzato la conferenza stampa senza di noi e lo abbiamo appreso solo sabato. Avevamo fatto notare che era un po’ strano che la città non parlasse e ci avevano assicurato che avremmo parlato. Poi è successo qualcosa tra sabato e domenica, lunedì mattina hanno comunicato al mio staff che avrebbero parlato solo il presidente della Fisu e il presidente della Regione Campania. Mi stavo dirigendo alla Mostra d’Oltremare, ho girato la macchina e sono tornato a Palazzo San Giacomo», spiega il primo cittadino. Luigi de Magistris ha sottolineato di non poter «assistere a una conferenza stampa di altri, per ragioni evidenti. Si è persa un’occasione per un capriccio che non penso sia della Fisu o del Cusi. Da quello che ho visto in questi mesi si riesce anche a intuire chi ha messo il veto al fatto che potesse parlare il sindaco di Napoli, ormai siamo ai capricci e alla propaganda», ha aggiunto il sindaco con un piccato riferimento, pur senza una citazione diretta, al governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il primo cittadino si è quindi congedato con un’ultima considerazione: «Giusto – precisa – ringraziare chi ha messo risorse pubblica ma nella misura corretta in cui si deve a persone che ricoprono incarichi pubblici e gestiscono fondi europei e nazionali che vanno alla città. Lo ringrazio ma gli dico anche che poteva fare meglio, senza raccontare che sono soldi presi dalla sua tasca e impedendo un’immagine per cui chi ha i soldi mette sotto scacco la città».