E’ stata rimossa l’opera provocatoria dell’attivista e artista milanese Cristina Donati Meyer che ha esposto in piazza Municipio a Napoli una ‘vagina’ per rispondere alla realizzazione di Gaetano Pesce che richiama una forma fallica. Sul posto è intervenuta la Polizia, l’installazione non era autorizzata. La Meyer ha spiegato ai giornalisti di aver voluto rivendicare una parità di espressione anche nell’arte. L’artista ha aggiunto che “non ci deve essere una prerogativa maschile” e di trovare “assolutamente fuori luogo” l’esposizione dell’opera di Pesce. “Siamo stufe di tutti questi uomini e di tutto questo patriarcato. Quindi più spazio alle grandi bellezze”. Una provocazione “femminista” e “artistica”, viene definita dai contestatori che hanno appoggiato l’artista meneghina, visto che fin dall’installazione dell’opera di Pesce, le femministe hanno contestato, al di là dell’ilarità e della graffiante ironia popolare, la contestata realizzazione.
“Mi auguro che sia una provocazione – spiega Maier – che faccia ragionare le persone. Io so che molti napoletani e napoletane non hanno per niente apprezzato l’opera di Pesce, quindi io sono con loro e spero che loro siano con me. La mia opera si intitola “La grande bellezza” perché la vagina dona la vita. Sarà interessante vedere anche cosa ne penseranno le persone che la vedono e commentano. Io dico viva le donne, viva l’arte femminista, perché Napoli merita di meglio”.
Donati Meyer nel 2019, intervenì direttamente su un’opera di Pesce, “Maestà sofferente” su cui l’artista femminista lanciò vernice rossa.