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NAPOLI – L’appuntamento è tra 3 settimane: lo stadio Maradona vedrà di nuovo salire sul palco Vasco Rossi, pronto a festeggiare i suoi 70 anni anche nell’impianto di Fuorigrotta davanti, secondo le previzioni, a 60000 fan.

Sta di fatto che, questa mattina, in consiglio comunale, è venuto fuori che, parafrasando un verso di una sua canzone, c’è qualcosa che non va: Massimo Cilenti, consigliere della civica di ispirazione deluchiana ‘Napoli Libera’, si è fatto due conti e si è reso conto che non tornano.

“Si tratta – ha detto – di un concerto che ha visto rapidamente andare sold out i biglietti, per un giro di affari di 27 milioni di euro. Ma, a fronte di questa cifra, poco più di un centinaio di migliaia di euro entreranno nelle casse del Comune”.

Come è possibile? Colpa di un regolamento che per Cilenti andrebbe assolutamente rivisto dato che prevede a favore del Comune o il 10% dell’incasso totale di un evento che si svolge in uno degli impianti di proprietà comunale o la cifra forfettaria di 50.000 euro.

In tempi di Patto per Napoli, di sacrifici e di tolleranza zero verso gli evasori, al consigliere, se non un vero e proprio spreco, sembra quantomeno una cattiva gestione del patrimonio pubblico. 

E insomma: in attesa del primo bilancio dell’era Manfredi, bisogna massimizzare ogni guadagno a detta dell’esponente della maggioranza, avere una gestione più oculata.

Tanto più che proprio oggi il sindaco (un amante del rock) ha avvertito che non ha la bacchetta magica: “Quello di quest’anno sarà un bilancio di transizione che ci consentirà sicuramente un primo passo per la stabilizzazione dei conti e di dare priorità, anche considerando gli investimenti che stiamo facendo, ad alcuni aspetti chiave come la manutenzione e il verde”.

“Il documento contabile – ha continuato poi Manfredi – avrà ovviamente anche una visione triennale che dovrebbe iniziare a darci delle prospettive più rincuoranti considerando anche l’efficacia di una serie di consolidamenti che derivano dal Patto per Napoli quali la riscossione e la gestione del patrimonio”. Ma, come dire: di strada da fare per un ritorno alla normalità, dopo la vita spericolata dell’era de Magistris e il conseguente rischio default per Palazzo San Giacomo, ce n’è ancora tanta.