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Napoli  – “Abbiamo fatto scioperi e tante manifestazioni in questi ultimi due anni per ribadire che questa è la vertenza della città. Whirlpool rappresenta un pezzo della storia dell’identità di Napoli a livello industriale, non possiamo consentire che lasci così impunemente questo territorio e che non ne paghi nessuna conseguenza. Whirlpool deve essere responsabile di quello che fa e deve darci una risposta, anche rispetto al futuro”. Così Raffaele Paudice, della segreteria Cgil Napoli e Campania, a margine del presidio promosso da Fim Fiom e Uilm in piazza del Plebiscito.

La fine del blocco dei licenziamenti “potrebbe criticizzare una situazione già drammatica e complicata”. E’ quanto si legge nel documento che Fim, Fiom e Uilm di Napoli hanno consegnato oggi in Prefettura al termine del presidio promosso dalle organizzazioni di categoria sulla vertenza Whirlpool. Un’iniziativa che cade “a pochi giorni – annuncia il sindacato – dalla manifestazione di gruppo che terremo il 18 giugno prossimo in cui Fim-Fiom-Uilm nazionali e i lavoratori di tutti territori, in cui c’è una presenza della Whirlpool, si recheranno nella capitale per chiedere al Governo di riconvocare il tavolo e dare una chiara direzione nel rispetto degli accordi e degli impegni istituzionali, per dare una svolta ad una vertenza che è già diventata fortemente simbolica, ma sta assumendo, nel nuovo contesto produttivo e di mercato, un carattere paradossale”.

“Oggi, dopo due anni di vertenza – prosegue il documento – registriamo sofferenze rispetto a quanto prospettato nel piano di investimenti in tutti i siti e la ferma decisione di fermare e dismettere l’impianto di Napoli senza aver effettuato nessun investimento. A questo punto chiediamo al Governo di bloccare questa scelta della multinazionale che se non venisse contrastata creerebbe due precedenti gravi per tutto il gruppo e anche, a cascata, per ogni vertenza che dovesse riguardare multinazionali in Italia”. Il sindacato ribadisce, quindi, il suo “no alla violazione degli accordi siglati” e spinge per il “rilancio del Piano Italia nella sua interezza”, affinché “ci sia un contrasto reale e concreto alle scelte delle multinazionali che abbandonano il territorio italiano”.