- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

La conferenza episcopale campana chiede di estendere il monitoraggio svolto nella cosiddetta Terra dei Fuochi, tra le province di Napoli e Caserta, anche “sugli altri territori interessati all’inquinamento ambientale”.

La richiesta arriva commentando la recente pubblicazione dei dati dello studio epidemiologico commissionato dalla Procura di Napoli Nord e realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità.

“Riteniamo – scrivono i vescovi della Campania – il Rapporto di particolare importanza, in quanto si riconosce, per la prima volta, un possibile ruolo causale e/o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, nell’insorgenza di queste malattie. E la conferma, da parte di indiscusse autorità, di quanto la popolazione ha percepito da tempo. Riconosciamo che si tratta di un atto ufficiale di notevole portata con il quale tutti, anche la cosiddetta corrente negazionista dovrà confrontarsi.

I vescovi della Campania auspicano “che tale esempio virtuoso di collaborazione tra enti e istituzioni possa continuare. Chiediamo che: si estenda il monitoraggio sugli altri territori interessati all’inquinamento ambientale, sviluppando un sistema di sorveglianza epidemiologica in particolare nelle province di Napoli e Caserta; si realizzino gli interventi evidenziati dai risultati dell’indagine che lo stesso Rapporto raccomanda: bloccare qualsiasi attività illecita e non controllata di smaltimento di rifiuti; bonificare i siti; incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanente per le popolazioni; sviluppare attività educative alla corresponsabilità”.