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Napoli – Whirlpool i sindacati rispondono alle promesse fatte, al festival del cinema di Giffoni, da Luigi Di Maio: “Ora solleciti il ministro Patuanelli a convocare tavolo tra azienda e sindacati”.

È anche una battaglia di sovranità del nostro Paese, quello che è successo su questa fabbrica è inaccettabile” così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rispondeva agli operai napoletani giunti sabato al Festival del Cinema di Giffoni.

Promesse, quelle Di Maio ai lavoratori della fabbrica di Napoli Est, che ora aspettano un riscontro nella realtà temendo invece che si tratti solo – è il caso di dire – di un film già visto.  Una questione, quella della vertenza della Whirlpool, che politicamente si gioca tutta in casa Cinque Stelle dove si registra un vero e proprio corto circuito.

Di Maio, all’epoca ministro del Lavoro, aveva sottoscritto un contratto con l’azienda statunitense per mantenere in attività il sito di Napoli. Dopo il passaggio al Governo sul caso è al lavoro il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, che però ad oggi non è riuscito a fare la voce grossa con la multinazionale che ha confermato la chiusura della fabbrica di via Argine per il prossimo 31 ottobre. 

L’ambiguità più grande nella vicenda è proprio sul lavoro svolto dal ministro Patuanelli che negli ultimi due tavoli convocati al Mise, tra azienda e sindacati, non escludeva ipotetici piani B di reindustrializzazioni del sito mettendo, difatti, in discussione il contratto firmato da Di Maio.

Auspichiamo – racconta Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – che nel frattempo il Governo sia intervenuto presso la proprietà americana di Whirlpool per una modifica delle posizioni espresse per voce dell’amministratore delegato La Morgia che ha confermato la chiusura delle attività produttive del sito di Napoli il 31 ottobre”.

Ci aspettiamo che Di Maio – spiega Tibaldi – come promesso nel corso dell’incontro con i lavoratori, provveda a sollecitare il ministro Patuanelli per l’immediata convocazione al Mise dell’incontro con l’azienda e le organizzazioni sindacali. Non vorremmo dover mettere ancora una volta in campo iniziative di lotta finalizzate a ottenere il tavolo”.