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Napoli – Alla vigilia dell’ennesimo tavolo ministeriale sulla vertenza Whirlpool Napoli gli operai ripercorrono il loro “Miglio Verde“, attraverso un film-maratona che racconta i 17 mesi di lotta senza sosta, sullo sfondo delle tante promesse fatte, poi non mantenute, dal Governo.

Un Miglio – raccontano gli operai –  fatto di oltre 17 mesi, dove la nostra vertenza suona quasi come una condanna, la fortuna è che noi questo miglio lo attraverseremo insieme fianco a fianco, forti nel fatto che abbiamo e stiamo combattendo una giusta battaglia che non è solo di chi oggi sì trova ad attraversare il fatidico miglio, ma anche di chi domani si troverà nella nostra stessa condizione“.  

Appuntamento per domani, 21 ottobre, alle ore 19 nella fabbrica di via Argine, dove dopo la proiezione ci sarà un momento di veglia in attesa del tavolo ministeriale di giovedì, 22 ottobre. Data dove “si dovrebbero garantire – spiegano dall’Rsu – in primis i diritti dei lavoratori ed il rispetto della costituzione Italiana che sancisce i diritti stessi”.

Oltre 500 i giorni di lotta degli operai napoletani che fino all’ultimo continuano a battagliare per un diritto fondamentale della nostra Costituzione, il lavoro. Una vertenza che dall’anonima periferia orientale di Napoli è arrivata grazie alla tenacia di sindacati ed operai a conquistarsi un posto di rilievo tra i punti all’ordine del giorno di Roma. Ma alle tante promesse fatte nel tempo, purtroppo, ad oggi non è mai stato dato un degno seguito. E gli operai continuano a gridare, fino all’ultimo momento, l’ingiustizia della chiusura dello stabilimento di Napoli Est, l’unico della multinazionale statunitense nel Mezzogiorno.

Sono circa 420 i lavoratori di via Argine che, insieme ai dipendenti dell’indotto regionale con oltre mille operai, oggi rischiano di restar senza lavoro. Nonostante le tante promesse istituzionali, prima con il ministro Luigi Di Maio – che sulla Whirlpool ci ha fatto anche una grossa campagna elettorale raccogliendo il pieno di voti in Campania per poi lavarsene tranquillamente le mani – poi con il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. A cui l’ex capo politico dei 5s ha passato la patata bollente.
Patuanelli, purtroppo per i lavoratori, oltre agli slogan dai palchi elettorali nei fatti non ha saputo far la stessa voce grossa anche con i vertici della multinazionale che mai ha considerato la sua autorevolezza.

Non va meglio per la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, l’incredibile assente di questa vertenza. Solo il 10 settembre scorso si era pronunciata per far avere agli operai un “tavolo al ministero entro fine settembre” per poi scomparire dopo il voto delle regionali. Così da regalare la ciliegina sulla torta su uno scempio politico che non sarà di certo facilmente dimenticato nella periferia orientale.

Proteste e mobilitazioni che proseguiranno anche per la data del 22 ottobre, dove gli operai seguiranno dalla fabbrica di Ponticelli il tavolo in videoconferenza, tra governo e multinazionale. Una data, quella di questo giovedì, che darà il via a una stagione cruenta di lotta che si protrarrà fino al 31 ottobre, data scelta dalla Whirlpool per la cessazione dell’attività produttiva a Napoli.