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E’ allarme influenza in Italia. I dati del rapporto Influnet, 762mila italiani a letto solo nell’ultima settimana, ci dicono che l’influenza è tornata peggio di come ci aveva lasciato nel 2019 ed è partita a razzo. E’ tornata alla forza propulsiva dell’influenza del 2009 con numeri alti e anticipati. La curva influenzale continuerà a crescere, perché questo è solo l’inizio. Oggi l’incidenza è altissima tra i bambini piccoli, ma dopo arriveranno gli adulti e poi i nonni. La curva dell’epidemia influenzale si è elevata in maniera tale da far prevedere, se il trend si manterrà su questi livelli, il picco più alto degli ultimi 15 anni. E potrebbe essere raggiunto prima di Natale perché i valori sono molto cresciuti.

I dati dell’ultimo rapporto Influnet confermano che in Italia si sta registrando un picco che colpisce particolarmente i bambini, a cui si aggiunge la bronchiolite da virus respiratorio sinciziale. Si tratta di una ondata di contagi che inizia a mettere in crisi i reparti di Pediatria ospedalieri e gli studi dei pediatri di famiglia. Il numero di bambini colpiti dai virus dell’influenza è di gran lunga più elevato rispetto a quello registrato nelle ultime due stagioni invernali.

Con certezza l’epidemia influenzale è iniziata prima del solito. Anche quest’anno i sintomi sono la tosse, il raffreddore, la cefalea, i dolori muscolari. I bambini si ammalano sicuramente di più, vero è che a farne le spese maggiori sono i nonni, ma le complicanze possono insorgere, seppur raramente, anche nei bambini a carico di vari organi, potendo determinare otiti, polmoniti, encefaliti, miocarditi.

L’influenza è una malattia respiratoria che inizia come una banale forma respiratoria: il bambino può avere un po’ di tosse, raffreddore, la febbre. L’episodio dura qualche giorno per poi andare in risoluzione. Ma in alcuni bambini, specialmente in quelli più piccoli, possono comparire i segni di un distress respiratorio con il bambino che inizia ad avere una frequenza respiratoria aumentata; contemporaneamente comincia ad alimentarsi di meno con conseguente compromissione delle condizioni generali di salute.