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E’ iniziato da mezzanotte lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, veterinari e sanitari del Ssn proclamato da Aaroi-Emac, Fassid, Fvm-Federazione veterinari e medici e Cisl medici. Secondo i primissimi dati, afferma all’ANSA Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), l’adesione è già “alta”. Potrebbero saltare circa 25mila interventi chirurgici programmati, con disagi negli ospedali e sul territorio.
I sindacati medici e veterinari contestano la Legge di Bilancio 2024, il mantenimento del tetto alle assunzioni di nuovo personale, l’assenza di misure per stabilizzare i precari, “l‘ennesimo sottofinanziamento del Fondo Sanitario Nazionale e del prossimo Ccnl“, il mancato riconoscimento della specificita’ del lavoro dei professionisti. Lo sciopero, affermano i sindacati, è “indispensabile per dare un messaggio chiaro alla politica di governo: il Ssn ha bisogno di aiuto. La Legge di Bilancio non lo aiuta affatto. Lo sciopero è l’estrema ratio a cui ricorrere per reclamare il diritto alla salute garantito dal personale pubblico”. E’ previsto lo stop a tutti i servizi della sanità ospedaliera e territoriale indispensabili per le diagnosi e le cure non urgenti e per la sicurezza e le forniture alimentari. Medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari incroceranno le braccia, bloccando tutte le prestazioni funzionali, quindi indispensabili, per tutte le altre prestazioni ospedaliere e territoriali, comprese quelle della filiera alimentare. Si prevede il blocco delle prestazioni anestesiologiche, dei percorsi prechirurgici, degli ambulatori di terapia del dolore e di tutte le consulenze differibili.
Blocco delle prestazioni di radiologia diagnostica, interventistica e ambulatoriale, della diagnostica di laboratorio, delle prestazioni psicologiche nei consultori, nelle neuropsichiatrie infantili, nei centri di salute mentale, delle prestazioni farmaceutiche in ospedale e sul territorio, dei servizi di igiene e sanità pubblica. Blocco anche dei mercati di import export di derrate alimentari, macellazioni, forniture di carni e prodotti ittici. Dalle ore 11,00 alle ore 13,00 si svolgerà un presidio di circa 100 medici davanti al Ministero della Salute e nelle Regioni, si svolgeranno iniziative per denunciare la situazione di “grave crisi del Servizio sanitario nazionale”.

La manovra economica per il 2024 è “l’ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e appartenenza politica di chi lo governa: senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di Gennaio 2024 proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative”. Lo annunciano i sindacati dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed ed il sindacato degli infermieri Nursing Up.

Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, – spiegano in una nota Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, Presidente Nursing Up – il vero finanziamento del Ssn è di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di propaganda per far credere ai cittadini l’impegno del Governo a risolvere l’annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l’accesso alle cure ed è questo il motivo per cui siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento Europeo”. I numeri della fuga di medici, dirigenti sanitari, infermieri ed ostetriche dalle corsie italiane in favore degli ospedali di altri paesi europei, denunciano, “sono sempre più allarmanti e la mancanza di una seria politica di investimenti nel sistema sanitario e nel suo capitale umano non lascia alcuna speranza per il futuro. Un’emorragia che avvicina il Ssn al baratro verso cui la politica lo sta spingendo da anni, con la differenza che ora non c’è più tempo per salvarlo.
Siamo a un punto di non ritorno”. “Le nostre richieste – proseguono – rappresentano non solo legittime rivendicazioni delle categorie, ma vere e proprie parole d’ordine che mirano a migliorare il sistema di cure nel suo complesso. Pensiamo alla situazione dei luoghi di lavoro in cui operiamo venuta tristemente alla ribalta dopo l’incendio all’ospedale di Tivoli che ha fatto emergere prepotentemente lo stato di abbandono di molti ospedali. Quello della manutenzione delle infrastrutture è un ulteriore tassello di un puzzle che nessuno si prende cura di comporre. E dire che l’Italia ha a disposizione i fondi del Pnrr per opere di ammodernamento, ma non sanno bene come utilizzarli”.
“Siamo sempre più determinati – concludono – a uscire dal vicolo cieco in cui la politica ci costringe da almeno 20 anni e siamo disposti a tutte le azioni sindacali per affermare la nostra dignità di professionisti. Sappiamo di avere al nostro fianco milioni di italiani che alla sanità pubblica si rivolgono ogni giorno e che alla sanità pubblica non possono rinunciare”.