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Approvazione del Dl Terra dei fuochi: le reazioni del mondo della politica

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Con 137 sì, 85 no e 3 astenuti, è stato approvato dall’Aula della Camera il dl Terra dei Fuochi. Il provvedimento, che aveva già ottenuto il via libera del Senato, è legge.
 
Oggi la lotta alla Camorra e ai trafficanti di rifiuti compie un nuovo passo fondamentale: l’approvazione definitiva da parte del Parlamento del decreto-legge ‘Terra dei Fuochi’. Non si tratta di un semplice traguardo legislativo, è una promessa mantenuta con i cittadini di Napoli, di Caserta e di tutta la Campania, per restituire loro un ambiente pulito e sano in cui vivere”. Lo scrive in una nota la premier Giorgia Meloni.
In questi primi due mesi di applicazione del decreto – ricorda – sono già arrivati risultati importanti, riconosciuti anche dai magistrati e dalle forze dell’ordine che ogni giorno sono in prima linea sul territorio. Continuiamo a lavorare, sia sul fronte della repressione che su quello delle bonifiche, per sconfiggere la criminalità organizzata e per costruire un’Italia più sicura e pulita”.
 
“Non è possibile che il governo faccia un provvedimento chiamato Terra dei fuochi, e poi si debba scoprire che questo testo non ha accolto nulla delle richieste di chi vive in quei luoghi, territori che per decenni non sono stati ascoltati. Questo provvedimento è uno slogan che il governo Meloni vuole vendere in campagna elettorale. Ma davvero pensano di risolvere il problema della Terra dei fuochi con 15 milioni che non bastano neanche per pagare la struttura del commissario straordinario? Ricordo che questo governo non ha messo soldi né sugli screening sanitari né sulle indagini epidemiologiche e che sulle bonifiche ha messo pochi spiccioli. Lo stesso governo che non ha avuto la forza di trovare sei milioni per gli screening al seno delle giovani donne e poi ha trovato 15 milioni in più per gli staff dei ministeri e ha inventato un nuovo dipartimento. Usare la Terra dei fuochi per creare un nuovo dipartimento che con la Terra dei fuochi non ha proprio nulla a che fare, è veramente una grande vergogna. Anche perchè si è capito che si tratta di un possibile contentino per il prossimo candidato del centrodestra per la presidenza della Campania. Noi non possiamo votare questo decreto anche perché parla della terra dei fuochi con uno sguardo al passato. Alcuni punti sono anche condivisibili, ma la sentenza CEDU chiede cose più impegnative e importanti. Davvero pensano che i comuni possano fare le bonifiche senza soldi e che il traffico illecito di rifiuti sia lo stesso di 30 anni fa? Oggi bruciano i centri di stoccaggio con incendi dolosi e i rifiuti viaggiano di giorno con bolle contraffatte. Oggi la rotta dei rifiuti non è più nord verso sud ma sud verso sud e verso Macedonia, Lettonia, Grecia, Turchia. Io oggi porto la voce di chi ha un genitore, un fratello, un amico o un figlio malato. Oggi in questa aula porto la voce di chi nella terra dei fuochi cerca di avere un figlio e non ci riesce. Nessun compromesso sulla terra dei fuochi: per questo annuncio il nostro voto contrario”. Lo ha detto la vicepresidente del gruppo M5S alla Camera Carmela Auriemma nella dichiarazione di voto sul decreto Terra dei Fuochi.
 
Questo decreto non calpesta solo i presupposti costituzionali di necessità e urgenza ma, con gli ennesimi aumenti di pena, rischia di essere persino controproducente rispetto all’annoso problema dei rifiuti tossici”. Lo ha detto Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, nel corso della dichiarazione di voto sul Dl Terre dei fuochi.
Dove sono i requisiti di necessità e urgenza se il decreto affronta una questione che martorizza una parte di questo Paese da ormai 20 anni? Siamo all’annullamento dei precetti costituzionali. Di norme penali che puniscono chi abbandona i rifiuti o ne organizza il mercato nero ne esistono già. Caricarle di ulteriori accanimenti non incide su chi delinque: rischia solo di rendere la vita impossibile alle aziende sane. Bisognava semmai incentivare chi si comporta secondo le regole. Ma la maggioranza è preda del solito riflesso pavloviano per cui davanti a un problema o si crea un nuovo reato o si aumentano le pene.
Come chicca finale ci troviamo un emendamento del 24 settembre che crea un nuovo dipartimento della presidenza del Consiglio che si deve occupare delle questioni del Mezzogiorno. E’ mai possibile che questioni legate a questioni strategiche vengano affrontate con un emendamento tardivo? Il voto del gruppo di Iv sarà contrario”, ha concluso.
 
“Il decreto ‘Terra dei Fuochi’ conferma l’impegno del Governo Meloni nella difesa dell’ambiente, della salute e della legalità, inasprendo le pene per l’abbandono e la gestione abusiva dei rifiuti, anche pericolosi. Le nuove norme trasformano alcune violazioni in “delitti” con pene detentive, escludendo l’oblazione. L’obiettivo è combattere le ecomafie e proteggere i cittadini da un degrado che minaccia la sicurezza e la salute. Il decreto prevede anche la responsabilità amministrativa degli enti, il sequestro di veicoli utilizzati per trasporti illegali, e pene più severe per reati ambientali”. Lo ha detto il deputato di Forza Italia, Pino Bicchielli, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico, intervenendo in dichiarazione di voto finale, oggi in Aula alla Camera, sul Decreto “Terra dei fuochi”.
Il provvedimento va letto non solo in chiave repressiva, ma anche preventiva: sono previsti, infatti, 15 milioni di euro per il 2025 destinati alle bonifiche, per rimuovere rifiuti e ripulire terreni contaminati. Il Governo ha già ottenuto risultati concreti, come l’aumento dei sequestri e una riduzione dei roghi, oltre a un investimento di 60 milioni di euro. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente condannato l’Italia per il mancato rispetto del diritto alla vita a causa dell’inquinamento nella Terra dei Fuochi. Il decreto affronta anche le calamità naturali, con contributi per le famiglie colpite e misure accelerate per la ricostruzione. Inoltre, l’istituzione di un Dipartimento per il Sud rafforza la politica di sviluppo infrastrutturale. Questo provvedimento rappresenta un passo importante per trasformare la Terra dei Fuochi da simbolo di degrado a esempio di rinascita e si inserisce in una strategia più ampia per tutelare l’ambiente e prevenire i rischi idrogeologici, chiedendo un cambiamento culturale nella cura del territorio”, ha aggiunto Bicchielli che ha concluso: “Forza Italia annuncia il voto favorevole, sottolineando che questa è una risposta concreta a una grave emergenza storica”.
 
“Contestiamo questo decreto sia nel metodo che nel merito. Avevamo chiesto un approccio diverso, con alcune proposte chiare, che la maggioranza ha però respinto: più risorse per le bonifiche e con continuità pluriennale; più strumenti per i comuni, che devono poter disporre di fondi per videosorveglianza, controlli e raccolta straordinaria; maggiori strumenti per l’educazione ambientale, a partire dalle scuole; più trasparenza nella gestione dei fondi, con la pubblicazione periodica dei dati sugli interventi e sulla spesa. Era necessaria l’istituzione di una cabina di regia nazionale che lavorasse insieme alla regione Campania, agli enti locali, alle associazioni e ai cittadini per evitare che la salute e la sicurezza ambientale fossero sacrificate ai tempi della burocrazia, all’assenza o alla ricerca di risorse che appaiono insufficienti, e invece nulla di tutto questo. Nel decreto ci sono solo inasprimenti di pene senza una adeguata corrispondenza con il rafforzamento delle politiche di prevenzione e di bonifica”. Così il deputato democratico, Stefano Graziano, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo Pd al Dl Terra dei Fuochi.
Ma non è tutto – ha aggiunto – perché nel corso dell’esame al Senato è stato introdotto un emendamento che nulla ha a che vedere con la Terra dei Fuochi: e cioè l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio, di un nuovo Dipartimento per il Sud, che dovrebbe acquisire le competenze e le prerogative della Struttura di missione per la zona economica speciale unica. Una scelta improvvisata, di cui non si era discusso prima, calata dall’alto, che cambia l’architettura e l’impianto organizzativo e istituzionale della Zes, senza alcun confronto, senza alcun dibattito preventivo, senza alcun ascolto dei territori, senza chiarezza sulle risorse e sugli obiettivi. Del resto – ha concluso – la grave vicenda dell’incendio di Teano e il voto contrario al nostro emendamento sono l’esempio che questa maggioranza è contro il Mezzogiorno”.
 
“Il governo e la maggioranza non hanno capito quanto sia drammatica la situazione nella terra dei fuochi. A fronte di un problema enorme sarebbero necessari interventi strutturali e investimenti reali e non simbolici come invece ci ha abituati il governo Meloni”. Lo ha detto Antonio D’Alessio, deputato di Azione, nella dichiarazione di voto sul decreto Terra dei fuochi alla Camera.
Lo stanziamento di 15 milioni di euro – ha proseguito D’Alessio – è del tutto insufficiente ad affrontare la gravità della situazione. Sarebbe necessario sburocratizzare, investire in termovalorizzatori moderni e prevedere agevolazioni per chi rispetta l’ambiente e la legge. Il varo del nuovo Dipartimento per il Sud, che sostituirà le Zes, ci ha lasciati perplessi nel merito e nel metodo per la mancanza di chiarezza sugli obiettivi e le competenze. Per risolvere problemi sociali, come quelli nella terra dei fuochi, non basta creare nuovi reati, con l’ennesimo decreto che mortifica il Parlamento; sono necessari interventi efficaci e non tampone e risorse adeguate per realizzarli. Per questo voteremo contro”.
 
Con l’approvazione del Decreto Terra dei Fuochi si apre una nuova pagina di giustizia ambientale e sociale per un territorio troppo a lungo martoriato dall’inquinamento e dalla criminalità. Il provvedimento, fortemente voluto da Giorgia Meloni, rappresenta una svolta attesa da anni. Pene più severe per chi abbandona rifiuti e gestisce discariche abusive, norme stringenti contro la combustione illecita, strumenti innovativi di tracciabilità, poteri rafforzati per la magistratura e risorse dedicate alle bonifiche. Il governo Meloni dimostra così di saper tradurre in azioni concrete le istanze dei cittadini, dando finalmente risposte a chi per troppo tempo ha visto la propria terra avvelenata e la propria salute messa a rischio. La centralità della tutela del suolo e delle acque, patrimonio comune e linfa vitale per l’agricoltura, per l’ambiente e per le comunità locali, è il cuore pulsante di questo decreto. Il messaggio è chiaro, nessuna tolleranza verso chi inquina, sfrutta e devasta. La nostra terra non si merita eventi come l’incendio del capannone pieno di rifiuti a Teano avvenuto lo scorso agosto o come molti altri fatti simili che hanno scandito gli ultimi decenni. Lo Stato riafferma con forza la propria presenza, sottraendo terreno alle ecomafie e restituendo fiducia alle famiglie che chiedono solo di poter vivere in un contesto sano e sicuro. Grazie al lavoro del governo Meloni, la Terra dei Fuochi non sarà più il simbolo dell’abbandono ma dell’impegno, della rinascita e della legalità. Un passo decisivo per la salute dei cittadini, per la salvaguardia dell’ambiente e per riaffermare che il bene comune, la terra su cui viviamo e che consegniamo ai nostri figli, non può e non deve mai essere sacrificato agli interessi criminali”. È quanto dichiara Marco Cerreto, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Agricoltura.
 
Con l’approvazione definitiva del Decreto Terra dei Fuochi lo Stato apre finalmente una pagina nuova di giustizia e legalità. Pene più severe contro chi abbandona e brucia rifiuti, fondi per le bonifiche, tracciabilità e poteri straordinari: misure concrete che i cittadini attendevano da anni. Nessuno spazio alle ecomafie, ma un segnale forte di rinascita e speranza per le comunità. La Terra dei Fuochi non sarà più simbolo di abbandono ma di impegno e legalità”. Lo dichiara Gimmi Cangiano, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
 
Il cosiddetto ‘Decreto Terra dei Fuochi’ è, purtroppo, l’ennesima occasione mancata. Un provvedimento che, nei fatti, non aggiunge nulla alla lotta contro la camorra, all’inquinamento ambientale e alla tutela della salute dei cittadini. Non sono previste risorse aggiuntive per la magistratura, né per le forze dell’ordine, che da anni combattono in prima linea contro un sistema criminale radicato e spietato. Nessun potenziamento, nessun vero rafforzamento investigativo, nessuna svolta: solo annunci”. A dichiararlo è il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.
Non basta più evocare la Terra dei Fuochi come simbolo – prosegue Borrelli – servono azioni strutturate, coordinate e continuative. I 15 milioni di euro stanziati per le bonifiche sono una cifra irrisoria: con quei fondi non si riesce nemmeno a mappare tutte le discariche da mettere in sicurezza, figuriamoci a procedere con le bonifiche vere e proprie. Le aree contaminate sono estese, complesse e spesso sotto il controllo diretto o indiretto dei clan. Pensare di risolvere un’emergenza ventennale con una mancia è non solo irrealistico, ma anche offensivo per le comunità colpite. Questo decreto è un flop annunciato che creerà ancora una volta rabbia e disperazione tra i cittadini” conclude Borrelli. 
 
L’approvazione definitiva del decreto-legge Terra dei Fuochi rappresenta un passo fondamentale nella battaglia contro la criminalità ambientale e i traffici illeciti di rifiuti che da anni devastano il nostro territorio. È una risposta concreta e attesa da tempo dai cittadini della Campania, in particolare delle province di Napoli e Caserta, che chiedono giustamente salute, sicurezza e legalità”. Lo dichiara, in una nota, il deputato campano di Fratelli d’Italia Imma Vietri. “Ancora una volta il Governo Meloni mantiene le promesse, dimostrando attenzione reale verso le istanze della nostra regione. Il decreto non è solo uno strumento repressivo: contiene interventi mirati anche sul fronte delle bonifiche, del controllo del territorio e del rafforzamento degli strumenti in mano a forze dell’ordine e magistratura. Ringrazio il Presidente Giorgia Meloni per il forte impegno politico e istituzionale che conferma quanto sia centrale per questo Governo la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Continuiamo a lavorare con determinazione per un’Italia più sicura, pulita e libera dalla criminalità organizzata” conclude Vietri.

Uomo morto in carcere, 3 medici indagati per omicidio

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L’aggressione a cittadini e poliziotti, il fermo, il trasferimento in ospedale, una massiccia dose di calmanti e infine, il giorno dopo, la morte in carcere. É ancora tutta da chiarire la storia di Sylla Mamodou Khadialy, un senegalese di 35 anni deceduto dietro le sbarre venerdì scorso: la pm di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Pinto ha disposto l’autopsia, che verrà eseguita nelle prossime ore, e iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di omicidio colposo tre medici, due in servizio al carcere di Santa Maria Capua Vetere e uno al 118.
La storia di Sylla inizia la mattina del 25 settembre alla stazione di Caserta, dove il 35enne aggredisce violentemente un uomo, di cui peraltro era amico, e prova a scagliarsi anche contro una donna. A quel punto gli agenti della Polizia Ferroviaria che pattugliano la stazione sono intervengono, ma il senegalese si scaglia anche contro di loro tanto che tutti e tre restano feriti e ad uno di loro viene diagnosticata la frattura del setto nasale. Quando i poliziotti riescono a bloccarlo, Khadialy viene portato all’ospedale di Caserta, in stato di forte agitazione. Lì gli vengono fatti degli esami e vengono somministrati dei calmanti. Dimesso, il senegale viene portato all’ufficio della Polfer, dove però è costretto a intervenire di nuovo il personale sanitario, questa volta del 118. Ed è probabile che anche in questa circostanza al 35enne siano stati dati altri farmaci. Subito dopo Sylla viene trasferito in carcere, dove la mattina di venerdì 26 settembre muore.
Sulla vicenda è intervenuto il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni che, con il deputato casertano della Lega Giampiero Zinzi e il questore di Caserta Andrea Grassi, ha incontrato oggi i tre agenti della Polfer feriti. “Ho voluto portare personalmente la mia vicinanza e quella di tutta la Lega, esprimendo gratitudine per il coraggio e il senso del dovere che hanno dimostrato” ha detto Molteni sostenendo che non bisogna “criminalizzare e delegittimare la Polizia, perché ciò indebolisce il sistema democratico del Paese”.
Un riferimento, quello di Molteni, alle prese di posizione di diverse associazioni, come il Centro sociale Ex Canapificio, che ieri ha portato in piazza centinaia di persone a Caserta per chiedere “verità e giustizia per Sylla Mamadou Khadialy”. C’erano semplici cittadini, amici, conoscenti e anche altri migranti che come il 35enne furono accolti nel 2018 a Caserta nell’ambito del progetto Sprar, allora gestito dal Centro sociale ex Canapificio. Sylla faceva parte del progetto ‘Piedibus’: accompagnava i bimbi a scuola a piedi. Alla marcia c’era anche Mamadou Kouassi Pli Adama, attivista del Centro Ex Canapificio e ispiratore del film di Matteo Garrone, “Io Capitano”. “Vogliamo capire cosa sia successo a Sylla – ha detto – e soprattutto perché sia improvvisamente morto mentre era affidato a istituzioni pubbliche. Le nostre sono richieste legittime”.

Aggredì il vicesindaco in un bar, 24enne ai domiciliari

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È  stata applicata oggi la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Luigi C., 24 anni, uno dei fratelli coinvolti nell’episodio di violenza che ha visto come vittima il vicesindaco del Comune di Rotondi. Il fatto risale al 13 luglio scorso, quando all’interno di un bar del paese il rappresentante istituzionale era stato aggredito, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dai fratelli Cuozzo. A seguito delle indagini coordinate dalla Procura, il Gip del Tribunale di Avellino ha firmato l’ordinanza di restrizione, eseguita in queste ore. L’indagato è assistito dall’avvocato Stefano Melisi.

 

Gli Avvocati sposano la tecnologia: nasce l’applicazione

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Oggi, presso l’Aula Magna del Tribunale di Avellino, è stata presentata l’applicazione ufficiale dell’Ordine degli Avvocati di Avellino, realizzata in collaborazione con Lefebvre Giuffrè, leader in Italia nell’offerta di soluzioni editoriali digitali di ultima generazione per le aree professionali legale, fiscale, lavoro e per le aziende.

L’applicazione, parte di una più ampia iniziativa proposta sia in Campania che su scala nazionale, è stata ideata per mettere a disposizione degli iscritti all’Ordine uno strumento di informazione in tempo reale, capace non solo di fungere da canale di comunicazione diretto con l’ODA, ma anche di garantire aggiornamenti costanti sugli sviluppi normativi, sulle comunicazioni ufficiali e sui prossimi eventi promossi dall’Ordine e dagli altri enti accreditati. Attraverso l’app è inoltre possibile accedere a risorse utili quali protocolli, modulistica, convenzioni e all’Albo, oltre a consultare un’area dedicata al Consiglio dell’Ordine e alle relative commissioni.

Durante la presentazione sono intervenuti: Fabio Benigni, Presidente Ordine degli Avvocati Avellino; Antonio Delfino, Direttore Relazioni Esterne e Istituzionali di Lefebvre Giuffrè; Elvira Festa, Consigliere responsabile sito web Ordine degli Avvocati Avellino; Luca Palladini, Sales Strategist di Lefebvre Giuffrè.

Accanto agli aggiornamenti legislativi e alle informazioni di servizio sulle attività dell’Ordine – sempre disponibili in tempo reale –, l’app offre anche un ampio repertorio di risorse autorevoli e strumenti operativi messi a disposizione da Lefebvre Giuffrè. La sua struttura innovativa la rende così uno strumento di supporto immediato e concreto per avvocati e praticanti, facilitando la gestione delle attività quotidiane e assicurando un costante aggiornamento sugli sviluppi più rilevanti del panorama legale.

Tra i materiali disponibili, Lefebvre Giuffrè offre gratuitamente ai professionisti la possibilità di consultare i contenuti dei suoi codici di diritto civile, diritto penale, procedura civile, procedura penale, diritto amministrativo e Codice della Crisi d’impresa. Inoltre, grazie alla sincronizzazione con la prestigiosa banca dati DeJure, l’app garantisce aggiornamenti tempestivi in linea con le pubblicazioni della Gazzetta Ufficiale.

Attraverso l’app è consultabile anche AVVOCATI.IT, la versione mobile del portale di aggiornamento di Lefebvre Giuffrè dedicato agli avvocati. Da questa sezione sono accessibili le news quotidiane sul mondo giuridico e la professione forense e lo strumentario, una raccolta di tool semplici e intuitivi per agevolare l’avvocato nella sua professione.           

Fabio Benigni, Presidente Ordine degli Avvocati Avellino ha dichiarato: “Con la presentazione e il successivo utilizzo di questa App, l’Ordine degli Avvocati di Avellino compie un grande passo in avanti sotto il profilo dell’innovazione tecnologica. Gli iscritti hanno a disposizione un patrimonio informativo sempre aggiornato e uno strumento di semplice fruibilità, che consente a tutti di reperire informazioni, news organizzative e istituzionali, aggiornamenti legislativi e giurisprudenziali, grazie alla collaborazione con Lefebvre Giuffrè, leader nel settore dell’editoria professionale giuridica”.

“La collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Avellino sigla l’ennesimo passo in avanti nel percorso di digitalizzazione che dal 2022 Lefebvre Giuffrè porta avanti a livello nazionale e che coinvolge un numero sempre crescente di ordini professionali in oltre 20 città italiane, 4 solo in Campania. Questa nuova App non costituisce solo uno strumento tecnologico innovativo, utile a fornire ai suo iscritti aggiornamenti costanti in materia legale e informazioni riguardanti le ultime attività dell’ODA, ma contribuisce anche a rafforzare il legame tra l’Ordine e la comunità forense di Avellino, solidificando al contempo il rapporto privilegiato che da sempre Lefebvre Giuffrè intrattiene con le più importanti istituzioni locali e nazionali”, ha commentato Antonio Delfino, Direttore Relazioni Esterne e istituzionali di Lefebvre Giuffrè.      

Elezioni Regionali, Romano: “Non sono interessato alla candidatura in Campania”

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“Non sono, nè sono mai stato, in alcun modo interessato ad ipotesi di candidatura a presidente della Regione”. Così in una nota Giosy Romano, la cui ipotetica candidatura ‘civica’ per il centrodestra è stata rilanciata oggi dal coordinatore di Forza Italia in Campania Fulvio Martusciello.
 

Secondigliano, cantiere abusivo scoperto e sequestrato

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L’Unità Operativa Secondigliano della Polizia Locale di Napoli in seguito a controlli a un cantiere edile in via del Camposanto, ha accertato che su una superficie di circa 430 metri quadrati, erano in corso lavori di sbancamento di terreno contestuali alla costruzione di un manufatto in cemento armato di circa 210 mq che al momento dell’intervento risultava essere costituito da un solo livello ma già predisposto per la realizzazione di almeno un altro.
Alla richiesta degli agenti veniva mostrato un vecchio permesso di costruire, decaduto per decorrenza dei termini e mai rinnovato: le opere edili risultavano quindi essere abusive in quanto realizzate in assenza di titolo autorizzativo.
Conseguentemente gli uomini della Polizia Locale hanno posto sotto sequestro l’intera area di 430 mq e a deferito all’AG il proprietario per violazione della normativa edilizia e antisismica.   
 

Auriemma (M5S): “Impegno costante per lavoratori Trasnova e precari Poste”

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Ieri giornata intensa di impegni sul tema del lavoro nell’agenda della parlamentare e coordinatrice provinciale napoletana del M5S Carmela Auriemma. In mattina presidio con i lavoratori Trasnova presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy in occasione del terzo tavolo ministeriale.

Un terzo round della vertenza Trasnova – ha dichiarato la parlamentare pentastellata – che non ha fatto altro che rendere più fumoso il quadro generale, a tre mesi dallo stop della commessa che potrebbe sancire il disastro occupazionale. L’aspetto più irricevibile è che anche questa volta Stellantis ha preferito disertare il tavolo, con un menefreghismo che si fa giorno dopo giorno più sospetto. Dall’altra parte della barricata, siamo alle prese con un governo sonnolento, che a sua volta sembra più interessato a non indispettire i nuovi vertici del colosso dell’auto invece di inchiodarli alle loro responsabilità. Aspettiamo che vengano date risposte a queste famiglie: ottobre dev’essere per forza il mese decisivo. A nome del Movimento 5 Stelle – ha aggiunto Auriemma – io rimarrò al loro fianco, come ho sempre fatto dall’inizio: non permetteremo che la vicenda finisca su un binario morto”. Altra questione su cui è impegnata la coordinatrice napoletana del Movimento 5 Stelle è la questione che coinvolge i precari di Poste italiane. “E’ inaccettabile – ha argomentato Auriemma – che una società controllata dallo Stato e quotata in Borsa faccia un ricorso sistematico a contratti a tempo determinato, generando un continuo turnover di lavoratori senza offrire prospettive concrete di stabilizzazione. Davanti a un governo che continua a fare lo struzzo presenterò a breve una nuova interpellanza e chiederò alla Commissione di inchiesta sugli infortuni sul lavoro di accendere un faro su ciò che continua ad avvenire nel silenzio generale”.

Scomparso da mesi, Giuseppe ritrovato cadavere in un pozzo

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Arriva il più tragico degli epiloghi dopo la scomparsa di Giuseppe Scuotto, risalente allo scorso 22 agosto.

È appena stato ritrovato cadavere nel pozzo chiuso che insiste ad appena 20 metri dall’abitazione di famiglia a Sant’Angelo dei Lombardi dove era giunto pochi giorni prima per le vacanze.

Sin da subito si era mobilitata tutta la comunità e ricerche a tappeto che non avevano dato nessun esito sino ad oggi. Diversi gli appelli lanciati dalla figlia anche attraverso. la trasmissione “Chi L’ha visto” nel tentativo di ritorvare il congiunto vivo.

Purtroppo oggi il tragico epiligo e un giallo che resta tale.

VIDEO- “Dove è andato Giuseppe?”: la famiglia non si arrende

“Emanuele tieni duro”, continua la battaglia del 19enne ricoverato

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Tutta la provincia è con il fiato sospeso per le condizioni di Emanuele Oliva, il ragazzo di 19 anni di Manocalzati rimasto coinvolto in un terribile incidente stradale nella notte tra il 26 e 17 serrembre, tuttora ricoverato in condizioni serie presso il reparto di rianimazione dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino.

La comunità non ha tardato a stringersi intorno al giovane e alla sua famiglia. Davanti all’ingresso del Moscati è apparso un primo striscione di incoraggiamento, firmato dagli amici più stretti, con un messaggio semplice ma forte: “ Emanuele, non mollare”.

Nelle ultime ore il gesto è stato raccolto e amplificato anche dal mondo del tifo biancoverde. La Curva Sud dell’Avellino ha esposto un grande striscione sempre davanti all’ospedale avellinese, manifestando la propria vicinanza al ragazzo e ai suoi cari. “Emanuele tieni duro”

Un messaggio corale di vicinanza che ha varcato anche  i confini provinciali: nelle scorse ore è stato segnalato un altro striscione, comparso a Sambiase, in provincia di Lamezie Terme, Regione Calabria, dedicato al 19enne: “Forza Emanuele”. Un gesto che ha commosso amici e conoscenti, dimostrando come la solidarietà possa viaggiare veloce, arrivando anche da realtà lontane.

Intanto, all’ospedale Moscati prosegue la lotta dei medici per salvare la vita di Emanuele. Le condizioni del giovane restano stazionarie nella loro gravità,e parallelamente continua il lavoro delle forze dell’ordine per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente stradale.

Scontri in centro tra ultrà Napoli e Sporting Lisbona

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Vigilia movimentata di Napoli-Sporting Lisbona di Champions League dal punto di vista dell’ordine pubblico: le due tifoserie – due gruppi composti di alcune decine di persone, almeno una trentina per parte – sono venute a contatto in via Melisurgo, in pieno centro, a pochi metri da piazza Municipio, dal porto e dalle strade più frequentate dai turisti. Tra i gruppi sono volate sedie e altri oggetti. L’intervento della polizia ha fatto sì che la rissa non degenerasse e che gli ultrà delle due squadre si disperdessero nelle strade limitrofe. 
 
Un tifoso dello Sporting Lisbona è rimasto ferito negli scontri scoppiati a Napoli tra ultrà partenopei e quelli della squadra lusitana nella zona del porto. L’uomo ha fatto ricorso alle cure del Cto dove è arrivato in codice giallo. La situazione – dopo l’intervento delle forze dell’ordine – è ora sotto controllo. Al vaglio da parte della polizia la posizione di alcuni dei partecipanti alla rissa.
 
Ha attirato l’attenzione dei media un video che circola sui social e che riprende gli scontri scoppiati nel primo pomeriggio tra tifosi del Napoli e dello Sporting Lisbona in cui si vede un uomo impugnare una pistola e puntarla verso gli ultrà: si tratta – la precisazione che arriva dalla Questura – di un agente in borghese in servizio che ha estratto la pistola a scopo intimidatorio per mettere in sicurezza i tifosi portoghesi e disperdere i facinorosi. Nessun colpo di pistola è estato esploso durante gli scontri. Sono sei – si apprende – gli ultrà azzurri la cui posizione è in questi minuti al vaglio degli investigatori.
 
Non riuscirò mai a capire per quale motivo le competizioni sportive debbano diventare occasioni di scontro di una parte delle tifoserie: la violenza non sarà mai tollerata. Le gare devono essere esclusivamente occasioni di confronto e di scambio”. Lo dice il prefetto di Napoli, Michele di Bari, commentando quanto accaduto alla vigilia della partita Napoli-Sporting Lisbona di Champions League che si disputerà in serata allo stadio Maradona. “Anche in questa occasione voglio esprimere il mio apprezzamento per quanto fatto dalle forze dell’ordine che hanno tenuto la situazione sotto controllo”, prosegue lanciando un appello a tutti ad evitare atti di violenza e ribadendo che certamente “i fomentatori saranno individuati, denunciati e puniti”.
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