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La fuga è finita: preso a Campobasso l’uomo ricercato per il femminicidio di Paupisi

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É stato fermato a Ferrazzano in provincia di Campobasso Salvatore Ocone, l’uomo sospettato di aver ucciso a colpi di pietra la moglie Elisa Polcino a Paupisi, in provincia di Benevento.

Erano nell’auto in cui è stato fermato Salvatore, i due figli minori di 15 e 16 anni. Secondo quanto si apprende, il ragazzo sarebbe morto, mentre la ragazza sarebbe stata portata in gravi condizioni in ospedale. Ad individuare l’auto dell’uomo è stato un elicottero dei Carabinieri: la segnalazione è poi stata inviata alle pattuglie in strada che hanno fermato l’uomo.

Il presunto femminicida è stato portato alla caserma dei carabinieri di Campobasso alle 18:55. In questo momento è all’interno della caserma, in attesa di essere sentito.

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Ex Conbipel, la nuova proprietà: “Tuteleremo tutti i lavoratori”

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La nota del Gruppo Manganaro che ha rilevato il punto vendita Conbipel di Atripalda:  “Smentiamo nettamente qualsiasi ricostruzione che lasci intendere di aver già assunto decisioni in merito alla posizione degli ex dipendenti Conbipel o di una nostra presunta chiusura o indisponibilità al dialogo. Al contrario, siamo stati totalmente aperti al confronto costruttivo con tutto il personale, in sinergia con le istituzioni locali.

Negli anni di attività abbiamo sempre creduto fermamente nel valore del dialogo sociale come strumento per costruire insieme un futuro di crescita. Il nostro personale rappresenta il cuore pulsante della nostra attività. Ogni collaboratore e ogni collaboratrice rappresentano per noi un elemento fondamentale, prezioso e insostituibile per la crescita e il buon andamento dei nostri punti vendita. Siamo pienamente consapevoli, d’altronde, che dietro ogni posto di lavoro ci sono persone, famiglie, progetti di vita e dignità. E questa consapevolezza la portiamo sempre con noi in ogni nostra decisione imprenditoriale.

Il nostro impegno è quello di investire sul territorio, creando nuova occupazione e consolidando quella esistente. In un momento storico in cui molte realtà abbandonano il Sud e la nostra Irpinia, noi abbiamo scelto di esserci, di investire, di credere nelle potenzialità di questa terra e delle persone che la abitano. Non è solo una scelta di utilità economica; per noi è anche una scelta di responsabilità sociale e di attaccamento per il nostro territorio.

Con un atteggiamento di massimo rispetto per tutti, ribadiamo, pertanto, di essere ad Atripalda per creare opportunità, non per sottrarle. E lo vogliamo fare insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, valorizzando la loro esperienza, la loro professionalità e la loro dedizione. È evidente, tuttavia, che dichiarazioni polemiche, per giunta incentrate su fatti non veri, non aiutano ad instaurare quel rapporto di fiducia reciproca, che è necessario ad avviare proficuamente l’attività del nuovo punto vendita.

Il Gruppo Manganaro, in ogni caso, continua a guardare al futuro con fiducia e responsabilità, con la consapevolezza che il successo di un’impresa si costruisce insieme alle persone che ogni giorno contribuiscono a renderla grande. In questa direzione ci siamo fin qui mossi e lungo questo sentiero continueremo ad operare con la dedizione di sempre”.

VIDEO- Lenzi lascia Alto Calore e avverte: “Fuori la politica”

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L’avvocato Antonello Lenzi passa il testimone della guida di Alto Calore tra lacrime di commozione e anche un garbato monito alla politica: “resti fuori dalla gestione della società soprattutto in questa fase delicata di concordato, se davvero si vuole salvare la società”.

A margine dell’Assemblea dei sindaci che ha maggioranza dei presenti ha eletto la professoressa Alfonsina De Felice nuovo manager ( scelta indicata direttamente da Napoli dagli ambienti regionali), il manager dimissionario fa una lunga disamina del suo anno e mezzo di lavoro.

La politica ha interferito nella sua gestione? chiedono i cronisti: “Io non sono stato condizionato dalla politica, forse più da certi silenzi in alcune fase, ma rifarei tutto quello che ho fatto, sino all’ultimo” ribatte. “Le vere divisioni sono arrivate quando le questioni sono diventate anche politiche. A quel punto mi resi conto che ogni mia decisione sarebbe stata interpretata come appartenente a un gruppo politico o a un altro. Per questo parlai di logiche distoniche. Io ragionavo con altre categorie, giuste o sbagliate, ma non politiche. Qualcuno mi ha accusato di aver fatto baratti. Ho risposto che a casa mia l’unico “Baratto” è una marca di cioccolata. Mi sono reso conto, insomma, che il mio ruolo, inizialmente rispettato, rischiava di non essere più giudicato oggettivamente, ma sempre filtrato da logiche politiche”.

Quindi si può governare Alto Calore al di fuori delle logiche politiche?Secondo me sì. Io avevo chiesto a chi mi domandava di restare che lo avrei fatto solo in caso di designazione unanime. Non perché mi piacciano i plebisciti, ma perché ritenevo necessario che la politica facesse un passo indietro rispetto ad Alto Calore, almeno in questa fase di crisi. Se la politica decidesse davvero di restare ai margini della vicenda di Alto Calore, soprattutto nell’anno che si apre con tutte le difficoltà del concordato, farebbe un atto di grande responsabilità”.

Quale suggerimento si sente di dare al suo successore?: “Credo che la professoressa De Felice, che purtroppo non ho ancora avuto il piacere di conoscere, abbia già ricoperto incarichi ed esperienze importanti, ad esempio come commissario della Camera di Commercio. Probabilmente sarei stato io a dover chiedere suggerimenti a lei, se l’avessi conosciuta prima”.

Alto Calore: la De Felice nuovo manager, passa l’asse “unitaria”

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E’ la docente universitaria Alfonsina De Felice, il nuovo amministratore unico di Alto Calore che subentra al dimissionario Antonello Lenzi.  A maggioranza dei presenti 79,18 % il quorum all’insediamento dell’assemblea, con al momento delle votazione il 72,10 % e soltanto 3 astenuti ( assente il Comune di Avellino)

Dopo un’Assemblea dei sindaci fiume, contraddistinta da non poche tensioni, e soprattutto da manovre e intese politiche portate avanti praticamente sino a riunione in corso, alla fine la spunta il maxi accordo del centrosinistra che, ad apertura dei lavori, per voce del presidente del Distretto Idrico e sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri  aveva proposto la candidatura della professoressa già assessore nella giunta regionale di Antonio Bassolino.

 

A “sfidarla”, il sindaco di Pietradefusi, Nino Musto la cui candidatura è stata appoggiata da una fetta di sindaci del territorio, la maggior parte già protagonisti di un’assemblea qualche giorno fa e firmatari di una lettere inviata alla Regione Campania. (CLICCA E LEGGI QUI)

Alla fine lo stesso Musto ritira la sua candidatura non senza prima aver stigmatizzato quanto accaduto nelle ultime settimane e le manovre politiche “che hanno messo l’avvocato Lenzi nella condizione di andare via”.

Lo stesso avvocato e manager dimissionario, in sede di Assemblea ha ribadito la necessità di proseguire sulla strada tracciata per rispettare il concordato preventivo ed evitare il fallimento di Alto Calore (CLICCA E LEGGI QUI).  

Al nuovo “super manager” De Felice, dunque, il compito di cercare di guidare l’Ente in un’ottica indipendente, autorevole e competente, garantendo rigore gestionale e visione strategica in una fase decisiva per il futuro del servizio idrico di Irpinia e Sannio.
Nata a Salerno il 16 agosto 1953, Alfonsina De Felice è stata dal 2001 al 2023 Professoressa Ordinaria di Diritto del Lavoro e della Previdenza Sociale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Laureatasi con lode in Giurisprudenza nell’Università degli Studi di Salerno, discutendo una tesi in Diritto del Lavoro dal titolo “Conflitti collettivi e autotutela sindacale”, è stata prima Ricercatrice confermata in Diritto del Lavoro nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Salerno e, successivamente, Professoressa Associata di Legislazione sociale e di Diritto sindacale nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari.

 

Accusato di aver evaso 200mila euro di imposte: assolto imprenditore sannita

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La Corte D’Appelo di Napoli, accogliendo le tesi dell’Avvocato Vittorio Fucci, ha assolto un imprenditore 57 anni di Sant’Agata De Goti, imputato di atti fraudolenti sui proprio beni al fine di sottrarsi al pagamento di un debito tributario di circa 200mila euro.

In particolare il 57enne, secondo l’accusa, alienava fraudolentemente la sua quota societaria pari al 50% del capitale versato per sottrarsi al pagamento di un consistente debito tribubatrio nei confronti di un ente.

Il Tribunale di Benevento aveva condannato l’imprenditore 57enne alla pena di 9 mesi reclusione e alle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese nonché dell’incapacità di contrattare con la Pubblica Amministrazione e dell’interdizione dalle funzioni di rappresentanza ed assistenza tributaria per la durata di anni 1.

La Corte D’Appello di Napoli, accogliendo la tesi dell’Avvocato Vittorio Fucci, ha riformulato la sentenza, mandando assolto il 57enne.

Juve Stabia, fra poco in campo col Mantova: le ultime di formazione

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Serata carica di attese al Romeo Menti, dove la Juve Stabia affronterà il Mantova per la sesta giornata di Serie B. Le due formazioni si presentano con obiettivi divergenti: le Vespe vogliono confermare il buon momento, i virgiliani cercano il riscatto dopo risultati negativi.

La situazione delle squadre

La squadra di Ignazio Abate arriva all’appuntamento forte dei quattro punti conquistati nelle ultime due trasferte: un segnale di crescita che ha restituito fiducia all’ambiente gialloblù. Il pareggio con il Catanzaro, condizionato dall’espulsione subita, ha però evidenziato fragilità e margini di miglioramento. Assenza forzata per squalifica: Simone Cacciamani sarà fuori per un turno dopo il cartellino rosso rimediato a Catanzaro.

Il Mantova, di contro, è reduce da tre sconfitte consecutive: ultima, la più pesante per 1-5 contro il Frosinone, ha vissuto giorni di tensione che hanno alimentato voci su un possibile cambio in panchina. La società ha deciso la linea della continuità, disponendo il ritiro prepartita: per Davide Possanzini la sfida al Menti assume i contorni di un esame cruciale.

Ultime dal Menti

Abate dovrebbe optare per un 4-3-1-2 con Confente tra i pali; in difesa Varnier, Giorgini, Baldi e Carissoni; a centrocampo Reale, Leone e Pierobon, con De Pieri a supporto del tandem d’attacco Candellone–Burnete. Il Mantova si presenterà verosimilmente con un 4-3-3: Festa in porta; reparto arretrato con Maggioni, Mantovani, Cella e Bani; a centrocampo Trimboli, Mayer e Wieser; reparto offensivo affidato a Mensah, Bonfanti e Caprini.

Le parole del tecnico e il clima della partita

In conferenza Abate ha definito il confronto “la partita peggiore che ci potesse capitare in questo momento”, sottolineando però che la condizione del Mantova potrà rendere gli avversari ancora più compatti. “Per vincere dovremo dare veramente la vita: servirà un approccio feroce ed il supporto della città”, ha aggiunto, richiamando il pubblico a gremire lo stadio. Il tecnico ha poi evidenziato la necessità di lavorare sulla fase difensiva e la pazienza richiesta ai giovani del gruppo.

Caserta, il consiglio provinciale approva lo schema di Bilancio

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Nella seduta odierna del Consiglio Provinciale, riunitosi presso il Palazzo della Provincia, sono stati approvati tutti i punti previsti all’ordine del giorno.

Tra i provvedimenti più rilevanti figura l’approvazione dello schema di Bilancio consolidato 2024, redatto ai sensi dell’art. 11-bis del D. Lgs. 118/2011. Il documento, che comprende le società partecipate Terra di Lavoro SpA, Gisec SpA, Innovazione e Sviluppo Integrato SCPA e AGIS, restituisce una fotografia fedele e trasparente della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’Ente e delle sue partecipate.
Dal bilancio consolidato emerge una gestione equilibrata:
l’attivo consolidato ammonta a circa 745 milioni di euro;
il patrimonio netto raggiunge i 303 milioni di euro;
il risultato d’esercizio è positivo, pari a circa 7 milioni di euro.

Dati che confermano la solidità e il rispetto degli equilibri di bilancio e dei vincoli di finanza pubblica. Inoltre, il documento evidenzia che le società partecipate mantengono un andamento coerente con gli obiettivi della Provincia, senza criticità tali da incidere negativamente sui conti complessivi.

Nel corso della stessa seduta, il Consiglio ha anche approvato una Variazione al Bilancio di Previsione annuale 2025 e al Bilancio Pluriennale 2025–2027, il Regolamento delle prestazioni del personale della Polizia Provinciale a carico di soggetti privati e pubblici per attività, iniziative ed eventi; il riconoscimento di debiti fuori bilancio per sentenze di condanna nel settore Viabilità.

Prima del termine della seduta il presidente Anacleto Colombiano ha illustrato brevemente le Linee programmatiche di mandato 2025-2029: ““Non è un libro dei sogni – ha esordito il presidente Colombiano – ma un insieme di obiettivi concreti e realizzabili, frutto anche del confronto con i consiglieri provinciali. Il nostro punto fermo sarà la trasparenza e la legalità: non a caso, subito dopo il mio insediamento ho chiesto e ottenuto dalla Prefettura la firma di un protocollo sugli appalti. Questo ente ha grandi potenzialità e professionalità, e nulla da nascondere: la trasparenza assoluta sarà il nostro riferimento costante.
Per la viabilità intendiamo mettere in sicurezza gli oltre 1.400 chilometri di strade provinciali. Non bastano più rattoppi o semplici tappetini d’asfalto: servono interventi strutturali e risorse aggiuntive.
In urbanistica punteremo alla revisione e all’aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, grazie anche alla collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Università Vanvitelli.
Grande attenzione sarà rivolta all’ambiente, con la ricognizione delle aree di sversamento dei rifiuti, e all’edilizia scolastica, individuando nuovi suoli per la costruzione di scuole moderne e completando i lavori di ristrutturazione già avviati con i fondi del PNRR. Sul litorale continueranno le attività dei battelli spazzamare e saranno installate barriere blocca-rifiuti alle foci dei fiumi. Il Contratto di Fiume Volturno, che ha raccolto oltre trecento proposte dal territorio, sarà uno strumento centrale per lo sviluppo del nostro corso d’acqua più importante.
Investiremo inoltre nell’innovazione tecnologica, per digitalizzare la macchina amministrativa e rendere i servizi più vicini ai cittadini. Infine, particolare cura sarà dedicata al patrimonio sportivo: gli impianti devono funzionare in piena sicurezza, e lo Stadio del Nuoto tornerà ad essere il fiore all’occhiello del capoluogo e dell’intera provincia”.

Regionali, Mastella avverte Fico: “Così favorisce rimonta del centrodestra”

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Lo strappo è ormai evidente: Roberto Fico ha chiuso la porta a una serie di candidati scomodi, come Giovanni Zannini, che però nel centrodestra hanno trovato terreno fertile. E non si tratta di nomi qualunque: sono portatori di voti pesanti, capaci di fare la differenza e trasformarsi in un tesoretto elettorale a beneficio delle liste che li accoglieranno.

Su questa partita è intervenuto anche Clemente Mastella, sindaco di Benevento e leader di Noi di Centro, che non le manda a dire: “Attenzione, così si rischia davvero di favorire la rimonta del centrodestra”.

Mastella, con il suo consueto linguaggio colorito, parla di un “campo largo” sempre più impantanato, incapace di scegliere e perciò vittima della logica dell’asino di Buridano, destinato a morire di fame pur avendo due cibi davanti. “In Campania o si mette mano a un programma serio e si recuperano le basi della grammatica politica, o si va a sbattere. La provincia di Caserta, per esempio, è già a rischio”, avverte.

Il leader centrista non risparmia critiche al centrosinistra: “Il campo largo non parla più a una parte maggioritaria del Paese, restando ostaggio di logiche massimaliste. La vicenda della Flotilla è emblematica: iniziativa coraggiosa e nobile, ma fuori da ogni canone istituzionale. Ed è grave che sia rimasto inascoltato perfino l’appello del Capo dello Stato e della Chiesa italiana”.

Poi l’affondo sulle liste: “Vale la Costituzione. Fuori chi ha problemi di camorra o reati gravi contro la pubblica amministrazione, ma basta con il Politburo etico di ex togati che decidono chi è degno e chi no. Nessun veto su identità politiche, simboli o nomi: va rispettata l’autonomia di ognuno”.

Mastella chiude con un avvertimento che suona come una profezia: «Occhio all’euforia da remuntada del centrodestra, perché così l’asino di Buridano rischia davvero di morire di fame».

VIDEO/ Femminicidio a Paupisi, il parroco: “Eravamo pronti a festeggiare i loro 25 anni di matrimonio”

Paupisi, parroco, femminicidio
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“Siamo una piccola comunità che si sente come una famiglia, episodi così ci lasciano senza parole. Nessuno poteva aspettarsi una tragedia del genere”.
A parlare è don Cosimo Iadanza, parroco di Paupisi, sconvolto dal femminicidio di Elisa Polcino, 49 anni, trovata senza vita stamani nella sua abitazione.

Secondo una prima ricostruzione, a colpirla mentre era a letto, probabilmente nel sonno, sarebbe stato il marito, Salvatore Ocone, 58 anni, agricoltore, che l’avrebbe uccisa colpendole il capo con un corpo contundente, forse una pietra. L’uomo, fortemente sospettato del delitto, è in fuga: i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Benevento, coordinati dal comandante provinciale Enrico Calandro, hanno esteso le ricerche su tutto il territorio nazionale. 

I tre figli della coppia: due minorenni, un ragazzo di 15 anni che frequenta l’istituto industriale di Benevento e una ragazza di 17 anni iscritta all’alberghiero di Castelvenere, di entrambi si sono perse le tracce; il figlio maggiore invece vive a Rimini, dove lavora come cameriere, ed è stato già rintracciato dalle forze dell’ordine.

Una famiglia che, a detta dei concittadini, era considerata “tranquilla”. L’uomo soffriva di depressione, ma nulla avrebbe lasciato presagire un simile epilogo. Il 19 ottobre la coppia avrebbe dovuto festeggiare i 25 anni di matrimonio, con una celebrazione a cui la comunità era pronta a prendere parte.

“So che l’uomo era fragile, aveva momenti di depressione, assumeva dei farmaci, ma era considerato una brava persona. Con la famiglia partecipava alle messe domenicali, io sono da poco più di un anno qui e li conoscevo di vista. Non c’erano segnali evidenti di conflitti. Questi eventi ci interrogano: come comunità dobbiamo imparare a cogliere i segnali prima, non solo dopo la tragedia” aggiunge don Cosimo.

Il parroco sottolinea come la comunità, oltre al dolore, avverta ora il timore che l’uomo, in preda alla disperazione, possa aver compiuto altri gesti estremi: “L’auspicio è che venga ritrovato presto insieme ai suoi figli, perché temiamo che nell’esasperazione possano accadere conseguenze ancora più tragiche”. 

Intanto, la salma di Elisa Polcino è stata trasferita all’ospedale ‘San Pio’ di Benevento per l’autopsia disposta dalla Procura.

Calo demografico nel Sannio, Barone (Lega): “Abbandono totale da parte del centrosinistra. Con Salvini costruiamo il futuro delle aree interne”

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“I dati Istat relativi al bilancio demografico del primo semestre del 2025 sono l’ennesimo, tragico campanello d’allarme: la provincia di Benevento ha perso in soli sei mesi 1.092 abitanti. Un’emorragia silenziosa ma costante che certifica il fallimento delle politiche regionali e locali portate avanti dal centrosinistra e da chi guida il Sannio da anni senza visione né risultati concreti”. Così Luigi Barone, responsabile regionale Enti Locali della Lega Salvini Premier in Campania, commenta i dati sul bilancio demografico. 
 
I giovani vanno via, le imprese chiudono, le famiglie non trovano più servizi né opportunità. E tra i principali motivi di fuga, oltre alla mancanza di lavoro, c’è la sanità, ridotta ai minimi termini. Ospedali con carenze croniche di personale, reparti che chiudono o non funzionano adeguatamente, liste d’attesa infinite, ambulanze senza medico, ospedale di Sant’Agata aperto ad ore. Una situazione tragica che umilia un territorio già fragile e costringe migliaia di cittadini a curarsi altrove. Chi governa la Regione ha il dovere di garantire il diritto alla salute anche nelle province interne, non solo nelle grandi città”, rincara Barone per il quale a differenza di chi promette senza fare, la Lega, con il ministro Matteo Salvini, ha già messo in campo azioni concrete per invertire la rotta. Interventi che il territorio attendeva da anni, ma che solo ora stanno diventando realtà: la diga di Campolattaro sarà decisiva per affrontare l’emergenza idrica e garantire acqua a uso civile e agricolo in tutto il territorio; l’Alta Velocità/Alta Capacità Napoli–Bari collegherà Benevento in tempi rapidi con Napoli, Roma e Bari, riducendo l’isolamento del territorio e aprendo nuove opportunità per il lavoro, la mobilità e lo sviluppo; sono ormai prossimi i lavori del primo lotto della nuova Telesina (SS 372), infrastruttura strategica che i sanniti attendono da cinquant’anni. Questi sono fatti, non slogan”. Per Barone, però, “ora serve un passo in più. Per salvare le nostre comunità dobbiamo puntare su un grande piano per le aree interne: incentivi fiscali per le imprese, servizi sanitari e scolastici diffusi, aiuti per la residenzialità, digitalizzazione, sostegno alla natalità e valorizzazione delle eccellenze locali. Non possiamo più permetterci che il Sannio si spopoli nel silenzio generale. Serve una svolta. La Lega è pronta a guidarla, ascoltando i territori e costruendo insieme il futuro di questa terra”, conclude il dirigente degli Enti Locali.
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