mercoledì, Agosto 27, 2025
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Benevento, non c’è un attimo di sosta: dopo il blitz a Crotone subito il derby con la Casertana

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E’ un avvio di stagione tutto di un fiato quello che sta vivendo il Benevento. Dopo il blitz a Crotone di ieri sera (LEGGI QUI), i giallorossi sono già con la testa al derby contro la Casertana in programma domenica 31 agosto al “Ciro Vigorito” (ore 21). La squadra non è tornata dalla Calabria dopo la partita perché lo farà oggi dopo aver sostenuto in mattinata un allenamento defaticante. Per domani, intanto, la società ha fissato una nuova seduta a porte aperte (ore 17:30) all’Antistadio Imbriani. In vista della gara contro la compagine di Terra di Lavoro, non ci saranno sicuramente Mignani, Esposito e Simonetti, tutti ancora alle prese con i rispettivi problemi fisici.

 

Fabri Fibra il 5 settembre alla ex Base Nato di Bagnoli

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Fabri Fibra arriva a Napoli il 5 settembre alla ex Base Nato di Bagnoli, nell’ambito del SuoNato festival. Nella sua unica tappa in Campania del Festival Tour 2025 – organizzata da Blackstar e Ufficio K – presenta dal vivo i brani del nuovo album, “Mentre Los Angeles brucia”. Il suo undicesimo lavoro discografico, che ha debuttato al primo posto della classifica di vendita sia generale che quella legata a cd, vinili e cassette, è stato già certificato “Disco d’Oro” a poche settimane dall’uscita. Nel disco sono presenti anche Gaia, Massimo Pericolo, Joan Thiele, Noyz Narcos. L’album si apre con un cameo importante: Francesco Guccini, con uno dei brani più importanti della sua storia, “L’avvelenata” che Fibra utilizza per raccontare “il dramma dell’artista e la continua lotta tra l’urgenza di dire qualcosa e la paura di essere sostituiti velocemente”. Nel disco anche la voce di un altro cantautore tra i più amati anche oltralpe, Andrea Laszlo De Simone, che Fibra ha campionato utilizzando il suo brano “Vivo”. “Ho iniziato a lavorare a questo disco 2 anni fa a Santa Monica. Pietrino (Chef P) ed io abbiamo iniziato ad ascoltare alcune basi e a mettere insieme così il primo scheletro del nuovo lavoro – ha raccontato Fabri Fibra – Ricordo che dovevo tornare in Italia ma una tempesta si era abbattuta sulla città e rimasi bloccato a Los Angeles per giorni. Tra gennaio e febbraio di quest’anno mi sono chiuso in studio per chiudere l’album cercando, tra i tanti brani a cui avevo lavorato, di comporre il puzzle perfetto. Ascoltavo e riascoltavo le tracce in continuazione, chiuso nella mia bolla senza guardare cosa stava accadendo fuori dalla porta del mio studio. Un giorno accendo la tv e vengo investito dalle notizie che arrivavano da Los Angeles e dalla voce di un servizio al telegiornale che dice: “Mentre Los Angeles Brucia è morto David Lynch”. Mi sono reso conto di quanto le nostre vite siano ciniche ed egoriferite al punto che anche mentre una città brucia, un paese viene bombardato o si combatte una guerra in un posto lontano da noi nel mondo noi continuiamo ad andare avanti con la nostra solita vita, abitudinaria e al sicuro. Mi sono domandato: Mentre il mondo va a puttane, e ci succede qualunque cosa attorno, noi cosa facciamo?” In più di vent’anni di carriera Fabri Fibra ha contribuito prima a creare e poi a consolidare la scena rap facendo diventare questo genere musicale il più importante del panorama musicale italiano degli ultimi anni. Dal primo album “Turbe Giovanili” del 2002, passando per il classico “Mr. Simpatia”, nonché il rivoluzionario disco d’esordio in major “Tradimento”, fino all’ultimo lavoro “Caos” (certificato doppio platino), Fabri Fibra ha dimostrato in oltre 20 anni di carriera e 10 album (di cui ha curato da direttore artistico ogni aspetto) come tecnica e contenuti possano viaggiare di pari passo facendo diventare il rap il nuovo cantautorato, un genere in grado di conquistare tutte le classifiche e allo stesso tempo di farsi portavoce di una realtà sociale fortemente italiana, complessa e spesso incompresa. 

Aumenti Acs: “NdC in assemblea coerente e lineare, altri nel centrodestra no”

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“No a giochi delle tre carte: durante l’assemblea , ieri, ad Avellino, c’è chi si è assunto la responsabilità politica di mandare in fumo la mozione che avrebbe impresso l’indirizzo per stoppare gli aumenti in bolletta di Alto Calore. Con senso di responsabilità istituzionale e anche grazie ad un accordo trasversale, la compattezza dei Sindaci sanniti avrebbe consentito il via libera alla mozione Buonopane e dunque il no secco agli aumenti in bolletta. Per pochissimo il documento non è passato: non c’erano i sindaci di Ceppaloni e San Nicola Manfredi, esponenti rispettivamente di Forza Italia e Fratelli d’Italia (non pervenuto anche parte del Pd irpino). Così facendo il centrodestra sannita si è assunto l’onere politico di  aver mandato in aria un atto ufficiale dei Sindaci che era nell’unico, esclusivo interesse delle famiglie e difendeva il loro sacrosanto diritto a non vedersi aumentare i costi, a fronte di servizi spesso carenti. Noi riteniamo, come specificato dal nostro leader Clemente Mastella, non accettabili gli aumenti e nei luoghi istituzionali deputati alle decisioni agiamo di conseguenza”, è quanto scrivono in una nota il segretario provinciale NdC Marcella Sorrentino e il presidente NdC Giuseppe Ricci. 

Ultimi 6 giorni per presentare istanza per i sopralluoghi di vulnerabilità sismica degli edifici privati

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Scade domenica 31 agosto la possibilità di presentare un’istanza al Comune, attraverso la piattaforma informatica dedicata accessibile al link https://istanze.protezionecivile.gov.it, per richiedere un sopralluogo gratuito di approfondimento conoscitivo degli edifici privati residenziali della zona di intervento, che consentirà una classificazione degli stessi in fasce di vulnerabilità sismica.
Nel caso ricorrano i presupposti, sarà possibile accedere agli stanziamenti per la riqualificazione sismica degli edifici privati residenziali della zona di intervento, previsti dalla legge di Bilancio 2025.
Il termine per la conclusione dei sopralluoghi è fissato al 14 settembre.
Per tutte le informazioni è possibile contattare gli Uffici competenti allo 081.7956114 o via mail all’indirizzo [email protected].
Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina del sito del comune: https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/53582

Salerno, cerimonia di commemorazione delle vittime del terrorismo

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Questa mattina la città di Salerno ha ricordato il sacrificio dell’Agente della Polizia di Stato Antonio Bandiera, dell’Agente Scelto Mario De Marco e del Caporale dell’Esercito Italiano Antonio Palumbo, caduti a seguito dell’attentato terroristico del 26 agosto 1982. La cerimonia si è tenuta in Piazza Vittime del Terrorismo, già Via Parisi, nel quartiere Torrione, con la deposizione di tre corone d’alloro, alla presenza del Prefetto, Francesco Esposito, del Questore, Giancarlo Conticchio, Autorità Civili e Militari.

Sul luogo dell’attentato, con lo schieramento del Picchetto d’Onore della Polizia di Stato, dei Gonfaloni dei Comuni e della Provincia e il Labaro dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, sono intervenuti il Vice Sindaco di Salerno, Pasqualina Memoli, il Comandante del Reggimento Cavalleggeri Guide (19°) Col. Nicola Iovino, la sig.ra Maria Antonietta Iuliano, vedova dell’Agente De Marco,  rappresentanti dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, Sindaci, numerosi rappresentanti delle Istituzioni, del Comitato di Quartiere Torrione e dell’Associazione Torrione Eventi.

L’attentato avvenne intorno alle ore 15.00 del 26 agosto 1982, con l’assalto ad un’autocolonna dell’89° Battaglione Fanteria Salerno che dalla Caserma Cascino si recava alla Caserma Angelucci. All’incrocio di via Amato con Via Parisi, due autovetture con a bordo dieci persone, tra cui quattro donne, rivelatisi in seguito organici al “Partito della Guerriglia”, attaccarono il convoglio militare, riuscendo ad impossessarsi delle armi da guerra in dotazione ai soldati. Il Caporale Palumbo, originario della Puglia, tentò un’estrema e disperata reazione ma rimase gravemente ferito; morì il 23 settembre successivo.    

Nella circostanza, una pattuglia della Squadra Volante, allertata dagli spari, accorse immediatamente sul posto. Nel corso del drammatico e cruento conflitto a fuoco che ne seguì, l’agente della Polizia di Stato Antonio Bandiera, originario di Sangineto (CS), alla guida dell’autovettura, cadde mortalmente ferito, mentre l’agente Mario De Marco, originario di Roccadaspide, trasportato all’ospedale di Napoli, morì il successivo 30 agosto. Uomini coraggiosi, cui va il doveroso omaggio della collettività, per non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita in difesa della Libertà e della Democrazia. Le note del Silenzio, intonate dal trombettiere della Banda Musicale della Città di Giffoni Valle Piana, hanno accompagnato la benedizione officiata dal Cappellano della Polizia di Stato Don Alfonso D’Alessio, che in un toccante momento di raccoglimento e preghiera, ha ricordato il valore e il sacrificio di tutti i caduti delle Forze di Polizia al servizio della società.

 

Furto al regno delle griffe: i ladri fanno shopping e rubano anche un rolex da 80mila euro

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Sono entrati da una grata posizionata sulla facciata dell’edificio e incuranti dei sistemi di sorveglianza ed allarmi sono entrati nel deposito con migliaia di capi di abbigliamento firmati e hanno fatto incetta di quanto era possibile i ladri che, nella notte appena trascorsa, si sono introdotti nel locale in via San Leonardo 210 a Salerno. Qui, questa mattina, la polizia con l’ausilio, anche del reparto della Scientifica, ha effettuato una serie di rilievi per risalire agli autori del furto che, probabilmente non  soddisfatti del bottino, hanno rovistato ovunque, anche nel frigorifero e sono poi andati all’interno degli uffici dell’azienda Crazy srl che gestisce importanti negozi di abbigliamento in tutta la Campania e hanno purtroppo preso anche un Rolex in oro di proprietà del titolare, del valore di circa 80mila euro. “Era un ricordo importante di mio nonno, mi dispiace anche per questo oltre ai danni del campionario nuovo appena arrivato – ha detto- in questa città si deve fare di più per proteggere il commercio, avvengono troppi episodi così” che probabilmente aveva pensato di costruirlo in un luogo sicuro e protetto. 

L’Amministrazione comunale lancia una campagna di sensibilizzazione contro gli atti vandalici e tutti gli episodi di inciviltà

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«Chi ama Castel San Giorgio non la brucia, non danneggia i parchi pubblici, giostre, panchine, cestini, fontane, non imbratta e non provoca dispendio di energie economiche e amministrative che potrebbero servire ad altro.
Basti pensare che una panchina danneggiata o una fontana rotta sono almeno 300 euro-ha dichiarato il sindaco Paola Lanzara-.
Ogni anno, per rimediare ai danni prodotti da chi non ama Castel San Giorgio, spendiamo decine di migliaia di euro, risorse che il Comune è costretto a impiegare in manutenzione e che invece potrebbe destinare per ulteriori servizi per la comunità-ha continuato il primo cittadino di Castel San Giorgio-.
Obiettivo della campagna di sensibilizzazione è far comprendere ai cittadini, specialmente ai più giovani, l’importanza di tutelare il patrimonio pubblico, rispettare gli arredi urbani e mantenere la cura dei luoghi di aggregazione, rimarcando non solo che il deterioramento di strutture e oggetti nuoce all’estetica del proprio paese, ma anche che i guasti procurati da pochi gravano sulle tasche di tutti.
Spiegare e sottolineare che il bene comune è di tutti e che va preservato per l’interesse generale, etico ma anche economico, dovrebbe essere superfluo. Però la realtà è diversa e richiede un intervento che ribadisca il concetto: quando i vandali colpiscono, se si riescono a individuare pagano direttamente, come è successo anche in passato, ma la maggioranza delle volte, purtroppo, i costi delle loro azioni ricadono sull’intera collettività.
Stiamo lavorando al potenziamento dell’impianto di videosorveglianza, ma riteniamo che anche promuovere e far crescere la consapevolezza sociale del bene comune sia di grande importanza»-ha concluso Paola Lanzara.

Aree interne, Vescovi e Forum: cambiare prospettiva

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Si è concluso al Centro La Pace di Benevento il meeting dei Vescovi di 11 Regioni della Penisola che con il cardinale, presidente della Cei, Matteo Zuppi, coordinati dall’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, promotore dell’iniziativa, hanno discusso sui temi dello spopolamento e delle criticità che interessano le aree interne e più fragili del Paese, condividendo buone prassi pastorale in varie realtà diocesane. Contestualmente si è tenuto il confronto tra l’Intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili” e i rappresentanti del Forum e del Cantiere nazionale Aree interne. Presente al confronto, guidato dal coordinatore del Forum e Cantiere nazionale, Nico De Vincentiis, anche il presidente del tavolo tecnico dell’intergruppo parlamentare, l’economista Giovanni Barretta.

Non poteva mancare il focus, sia tra i vescovi, che tra gli esponenti dell’Intergruppo e del Cantiere, sulla recente stesura del Piano strategico nazionale (2025) con il quale si paventa una strategia quasi da “abbandono terapeutico” per le comunità, che vengono considerate incapaci di porsi qualsiasi obiettivo di inversione di tendenza e per le quali viene decretata la sola possibilità di “percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”.

Nella lettera appello, sottoscritta da 135 Vescovi, rivolta a Governo e Parlamento, si parla di “suicidio assistito” mentre vengono poste importanti argomentazioni per garantire la sopravvivenza e il rilancio di certe comunità. Si ribadisce la volontà di contribuire allo sforzo delle Istituzioni, sottolineando però l’urgenza di “uno sguardo diverso” rispetto a un fenomeno che da troppo tempo investe e penalizza gran parte delle realtà del territorio nazionale.” Il cardinale Zuppi, nell’occasione, ha dato la disponibilità della Cei a partecipare al tavolo permanente sulle aree interne insieme al Forum nazionale e all’Intergruppo Parlamentare.

A rafforzare il rammarico per l’isolamento culturale e politico delle aree emarginate interviene anche lo studio mirato, prodotto dal Forum, circa la valanga di strumenti legislativi specifici a fronte di una grave carenza applicativa.

Uno sguardo diverso: lettera aperta al Governo e al Parlamento

Nella difficile fase in cui siamo immersi è indubbio che nel Paese si stia allargando la forbice delle disuguaglianze e dei divari, mentre le differenze non riescono a diventare risorse, tanto da lasciare le società locali – e in particolare i piccoli centri periferici – alle prese con nuove solitudini e dolorosi abbandoni. Sullo sfondo, assistiamo alla più grave eclissi partecipativa mai vissuta. S’impone, dunque, una diversa narrazione della realtà, capace nel contempo di manifestare una chiara volontà di collaborazione e di sostegno autentico ed equilibrato, al fine di favorire le resistenze virtuose in atto nelle cosiddette Aree Interne, dove purtroppo anche il senso di comunità è messo a rischio dalle continue emergenze, dalla scarsa consapevolezza e dalla rassegnazione.

La recente pubblicazione del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne, che aggiorna la Strategia Nazionale per questi territori, delinea per l’ennesima volta il quadro di una situazione allarmante, soprattutto per il calo demografico e lo spopolamento, ritenuti nella sostanza una condanna definitiva, tale da far scrivere agli esperti che «la popolazione può crescere solo in alcune grandi città e in specifiche località particolarmente attrattive» (p. 45). Nel testo, vengono a un certo punto indicati alcuni obiettivi che, però, per la stragrande maggioranza delle aree interne, risultano irraggiungibili per mancanza di «combinazione tra attrattività verso le nuove generazioni e condizioni favorevoli alle scelte di genitorialità» (ivi). Sono molti gli indicatori che fanno prevedere all’ISTAT un destino delle aree interne che, sotto tanti aspetti, sarebbe definitivamente segnato, al punto che l’Obiettivo 4 della Strategia nazionale s’intitola: «Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile». In definitiva, un invito a mettersi al servizio di un “suicidio assistito” di questi territori. Si parla, infatti, di struttura demografica ormai compromessa, «con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività. Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse». In sintesi, il sostegno per una morte felice.

In questo quadro complesso – e preoccupante! –, la comunità ecclesiale resta una delle poche realtà presenti ancora in modo capillare sul territorio nazionale. Già nel maggio 2019 i vescovi della Metropolia beneventana sottoscrissero un documento (Mezzanotte del Mezzogiorno? Lettera agli Amministratori) che metteva a fuoco il persistente e grave ritardo nello sviluppo delle cosiddette “aree interne”. Prese avvio allora un percorso che ha avuto i suoi sviluppi. Via via s’è andata difatti manifestando in maniera crescente anche l’esigenza di mettere a fuoco la questione da un punto di vista più strettamente pastorale: è per questo che, dal 2021 ogni anno, a Benevento, s’incontrano vescovi provenienti da tutte le regioni d’Italia al fine di avviare un confronto con l’obiettivo, se non di enucleare una pastorale per le aree interne, almeno di abbozzarne qualche linea.

Va inoltre precisato che la stessa Caritas italiana, facendo seguito alle richieste delle Caritas diocesane, sta avviando un coordinamento nazionale per le aree interne, pure con l’intento di sostenere le realtà territoriali nell’elaborazione di progetti che promuovano la coesione sociale e favoriscano la “restanza”, ovvero la possibilità concreta per le persone, soprattutto i giovani, di scegliere di rimanere e costruire il proprio futuro nei luoghi in cui sono nati: un lavoro frutto di un processo dal basso, fondato sull’ascolto dei bisogni e sulla mappatura partecipata delle risorse locali.

Anche diversi interventi promossi con i fondi dell’8xmille testimoniano questa attenzione concreta: attivazione di una rete d’infermieri e operatori sociosanitari di comunità, servizi di taxi sociale, valorizzazione delle risorse esistenti per favorire occupazione e imprenditorialità locale.

 Come vescovi e pastori di moltissime comunità fragili e abbandonate, quindi, non possiamo e non vogliamo rassegnarci alla prospettiva adombrata dal Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne; risuonano anzi ancor più forti, dentro di noi, le parole del profeta: «Figlio dell’uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele» (Ez 3,17). Non possiamo del resto non considerare come, nel corso degli anni, documenti e decreti governativi e regionali siano finiti in un ingorgo di dispositivi legislativi per lo più inapplicati, non di rado utili soltanto a consolidare la distribuzione di finanziamenti secondo logiche politico-elettorali, mettendo spesso le piccole realtà in contrasto tra loro e finendo per considerare come progetti strutturali piccoli interventi stagionali.

Chiediamo perciò che venga esplorata con realismo e senso del bene comune ogni ipotesi d’invertire l’attuale narrazione delle aree interne. Sollecitiamo le forze politiche e i soggetti coinvolti a incoraggiare e sostenere, responsabilmente e con maggiore ottimismo politico e sociale, le buone prassi e le risorse sul campo, valorizzando un sistema di competenze convergenti, utilizzate non più per marcare differenze, ma per accorciare le distanze tra le diverse realtà nel Paese. Chiediamo altresì di avviare un percorso plurale e condiviso in cui gli attori contribuiscano a costruire partecipazione e confronto così da generare un ripopolamento delle idee ancor prima di quello demografico.

Riteniamo, inoltre, che si debba ribaltare la definizione delle aree interne, passando da un’esclusiva visione quantitativa dello spazio e del tempo – in cui è ancora il concetto di lontananza centro-periferia a creare subalternità – a una narrazione che lasci emergere una visione qualitativa delle storie, della cultura e della vita di certi luoghi: si favoriscano esperienze di rigenerazione coerenti con le originalità locali e in grado di rilanciare l’identità rispetto alla frammentazione sociale; s’incoraggi il controesodo con incentivi economici e riduzione delle imposte, soluzioni di smart working e co working, innovazione agricola, turismo sostenibile, valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, piani specifici di trasporto, recupero dei borghi abbandonati, co-housing, estensione della banda larga, servizi sanitari di comunità, telemedicina.

In questi luoghi in cui la vita rischia di finire, essa può invece assumere una qualità superiore: guardarli con lo stesso spirito con cui ci si pone al capezzale di un morente sarebbe – oltre che segno di grave miopia politica – un torto fatto alla Nazione intera, poiché un territorio non presidiato dall’uomo è sottoposto a una pressione maggiore delle forze della natura, con il rischio – per nulla ipotetico – di favorire nuovi e sempre più vasti disastri ambientali, senza contare il rischio della perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto.

Ci auguriamo che queste nostre riflessioni, frutto di esperienze maturate sul campo, che offriamo in spirito di serena collaborazione, siano fatte oggetto di attenta riflessione da parte del Governo e del Parlamento. Per questo, saremmo lieti di poter esporre le nostre riflessioni in un dialogo sereno e costruttivo, qualora ciò si ritenesse opportuno.

Con vivissima cordialità.

Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento

Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Presidente CEI

Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari, Segretario Generale CEI

Card. Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma

Card. Domenico Battaglia, Arcivescovo di Napoli

Card. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino

Arcivescovo-Vescovo di Susa

Card. Francesco Montenegro, Amministratore Apostolico

dell’Eparchia di Piana degli Albanesi

Arcivescovo emerito di Agrigento

Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena Nonantola

Vescovo di Carpi, Vicepresidente CEI

Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo di Ascoli Piceno

 Vescovo di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Vicepresidente CEI

Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Jonio, Vicepresidente CEI

Mons. Mariano Crociata, Vescovo di

Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Presidente COMECE

Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù

Mons. Marco Prastaro, Vescovo di Asti

Mons. Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio

Mons. Domenico Pompili, Vescovo di Verona

Mons. Franco Moscone, Arcivescovo di

Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo

Mons. Mario Vaccari, Vescovo di Massa Carrara-Pontremoli

Mons. Francesco Oliva, Vescovo di Locri-Gerace

Mons. Giacomo Cirulli, Vescovo di Teano-Calvi

Vescovo di Alife-Caiazzo

Vescovo di Sessa Aurunca

Mons. Sabino Iannuzzi, Vescovo di Castellaneta

Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta

Vescovo di Capua

Mons. Gaetano Castello, Vescovo ausiliare di Napoli

Mons. Antonio Napolioni, Vescovo di Cremona

Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Avellino

Mons. Carlo Villano, Vescovo di Pozzuoli

Vescovo di Ischia

Mons. Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento

Mons. Giuseppe Vegezzi, Vescovo ausiliare di Milano

Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno

Mons. Francesco Soddu, Vescovo di Terni-Narni-Amelia

Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Mons. Benoni Ambarus, Arcivescovo di Matera-Irsina

Vescovo di Tricarico

Mons. Ciro Fanelli, Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

Mons. Vincenzo Carmine Orofino, Vescovo di Tursi-Lagonegro

Mons. Stefano Rega, Vescovo di San Marco Argentano-Scalea

Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa

Mons. Antonello Mura, Vescovo di Nuoro, Vescovo di Lanusei

Mons. Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia

Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio

Mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo

Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano

Vescovo di Ales-Terralba

Mons. Corrado Melis, Vescovo di Ozieri

Mons. Franco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia

Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale

Mons. Alessandro Damiano, Arcivescovo di Agrigento

Mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone

Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta

Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania

Mons. Gualtiero Isacchi, Arcivescovo di Monreale

Mons. Giuseppe Schillaci, Vescovo di Nicosia

Mons. Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto

Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo

Mons. Guglielmo Giombanco, Vescovo di Patti

Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina

Mons. Giuseppe La Placa, Vescovo di Ragusa

Mons. Francesco Lomanto, Arcivescovo di Siracusa

Mons. Pierino Fragnelli, Vescovo di Trapani

Mons. Cesare Di Pietro, Vescovo ausiliare di Messina

Mons. Luca Raimondi, Vescovo ausiliare di Milano

Mons. Giuseppe Mazzafaro, Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti

Mons. Orazio Francesco Piazza, Vescovo di Viterbo

Mons. Ambrogio Spreafico, Amministratore Apostolico di Frosinone-Veroli-Ferentino

Amministratore Apostolico di Anagni-Alatri

Mons. Luciano Paolucci Bedini, Vescovo di Gubbio

Vescovo di Città di Castello

Mons. Vito Piccinonna, Vescovo di Rieti

Mons. Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Orvieto-Todi

Mons. Daniele Gianotti, Vescovo di Crema

Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli

Vescovo di Palestrina

Mons. Giuseppe Favale, Vescovo di Conversano-Monopoli

Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia

Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana

Mons. Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta

Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza

Mons. Francesco Neri, Arcivescovo di Otranto

Mons. Mauro Maria Morfino, Vescovo di Alghero-Bosa

Mons. Mario Farci, Vescovo di Iglesias

Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro

Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra

Mons. Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca

Mons. Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia

Mons. Gianrico Ruzza, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia

Vescovo di Porto-Santa Rufina

Mons. Franco M. G. Agnesi, Vicario Generale di Milano

Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie

Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona-Osimo

Mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì-Bertinoro

Mons. Giovanni Mosciatti, Vescovo di Imola

Mons. Calogero Marino, Vescovo di Savona-Noli

Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Mons. Francesco Beneduce, Vescovo ausiliare di Napoli

Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Cesena-Sarsina

Mons. Marco Brunetti, Vescovo di Alba

Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo

Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova

Mons. Daniele Salera, Vescovo di Ivrea

Mons. Claudio Giuliodori, Assi. Eccl. Generale dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Mons. Roberto Fornaciari, Vescovo di Tempio-Ampurias

Mons. Giacomo Morandi, Arcivescovo-Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla

Mons. Domenico Beneventi, Vescovo di San Marino-Montefeltro

Mons. Renato Marangoni, Vescovo di Belluno-Feltre

Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino,

Vescovo di Foligno

Mons. Giuseppe Mengoli, Vescovo di San Severo

Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara

Mons. Francesco Marino, Vescovo di Nola

Mons. Santo Marcianò, Vescovo eletto di Frosinone-Veroli-Ferentino

Vescovo eletto di Anagni-Alatri

Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi-Cava de’Tirreni

Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli

Mons. Giuseppe Giudice, Vescovo di Nocera Inferiore-Sarno

Mons. Bernardino Giordano, Vescovo di Grosseto

Vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello

Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova

Mons. Vincenzo Calvosa, Vescovo di Vallo della Lucania

Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo

Mons. Ivo Muser, Vescovo di Bolzano-Bressanone

Mons. Pierantonio Pavanello, Vescovo di Adria-Rovigo

Mons. Giuliano Brugnotto, Vescovo di Vicenza

Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia

Mons. Giampaolo Dianin, Vescovo di Chioggia

Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso

Mons. Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia

Vescovo di Pescia

Mons. Saverio Cannistrà, Arcivescovo di Pisa

Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo di Firenze

Mons. Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia

Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma

Mons. Sergio Melillo, Vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia

Mons. Paolo Ricciardi, Vescovo di Jesi

Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo Prelato di Pompei

Mons. Francesco Sirufo, Arcivescovo di Acerenza

Sottoscrive il documento l’intera Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana:

Mons. Camillo Cibotti, Vescovo di Isernia-Venafro (Presidente)

Vescovo di Trivento

Mons. Emidio Cipollone, Vescovo di Lanciano-Ortona (Vicepresidente)

Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto

Mons. Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne

Mons. Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri

Mons. Michele Fusco, Vescovo di Sulmona-Valva

Mons. Giovanni Massaro, Vescovo di Avezzano

Mons. Biagio Colaianni, Arcivescovo di Campobasso-Bojano

Mons. Claudio Palumbo, Vescovo di Termoli-Larino

Mons. Antonio D’Angelo, Arcivescovo di L’Aquila

 

Dom Luca Antonio Fallica, Abate di Montecassino

Dom Diego Gualtiero Rosa, Abate Territoriale di Monte Oliveto

Don Michele Petruzzelli, Abate di Cava de’ Tirreni

Don Riccardo Luca Guariglia, Abate di Montevergine

Alba alla Reggia il 31 agosto, il Parco reale e il Giardino Inglese apriranno alle 4.45

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Il 31 agosto torna “Alba alla Reggia”, l’apertura straordinaria alle 4.45 del Parco reale e del Giardino Inglese. Per chi il 10 agosto scorso non ha avuto la possibilità di vivere il Museo verde alla prime luci del mattino e per chi vuole replicare la suggestiva esperienza dell’aurora alla Reggia di Caserta, sabato 31 agosto ci sarà il secondo appuntamento di quest’anno con uno degli eventi più amati dai visitatori del Complesso vanvitelliano.
 
Dalle 4.45 del mattino si apriranno i cancelli di piazza Carlo di Borbone per offrire al pubblico un risveglio indimenticabile in un’atmosfera quasi onirica impreziosita dalla musica e dalla danza di Progetto Sonora e dell’associazione Arabesque.  
Questo il programma di Alba alla Reggia del 31 agosto 2025: Alle 6.30 alla Castelluccia si ripercorreranno le origini del Parco reale e del Bosco vecchio con la narrazione su musiche di B. Henrique Crusell (Concert-Trio). L’appuntamento è nei pressi della statua della Pettinatrice, a due passi dalla Castelluccia. 
Alle 7.30 l’incontro è all’ingresso del Giardino Inglese per il racconto su musiche di Florian Leopold Gassmann (Trio in re maggiore) e alle 8.00 al Bagno di Venere, dove con le performance di danza su musiche di Mozart e Crusell renderanno omaggio al significato ‘segreto’ di questo angolo di paradiso. 
Le performance sono a cura di: per la musica Progetto Sonora Impresa sociale, con il Sonora Wind Trio composto da Antonio Puzone (clarinetto), Simona Amazio (corno), Alfonso Valletta (fagotto) e Massimiliano Foà (narratore); per la danza Associazione Arabesque con i danzatori Francesca Ferraresi, Martina Golino, Raffaele Iorio, Marco Munno, Giada Tibaldi. Coreografie di Annamaria Di Maio. 
La partecipazione alle iniziative è inclusa e riservata ai possessori di titolo di accesso o abbonamento al Museo.
 
Per una colazione appena sfornata, dalle 5.30 aprirà la caffetteria nel Cannocchiale vanvitelliano e dalle 6.00 la terrazza vicino alla Fontana di Diana e Atteone. Caffè e dolce a soli 2 euro fino alle ore 9 per rendere il risveglio ancora più piacevole (nel costo del biglietto al Museo non è inclusa la colazione).
 
Dalle 5.00 aperte Casa Romano, all’inizio della Via d’acqua, e le Serre di Graefer, nel Giardino Inglese. Il 31 agosto gli Appartamenti reali apriranno come di consueto alle 8.30. 
I visitatori possono acquistare il biglietto “Alba alla Reggia di Caserta” su TicketOne oppure in sede: “Parco reale e Giardino Inglese” al costo di 10 euro (+1 euro per commissioni di servizio per acquisto online), oppure “Appartamenti + Parco reale e Giardino Inglese” a 18 euro  (+1 euro per commissioni di servizio per acquisto online). L’accesso agli Appartamenti reali non sarà possibile prima delle 8.30. Ridotti e gratuità come per legge. La partecipazione all’iniziativa rientra nell’abbonamento ReggiaCard 2025. 
 
Si informa che il 31 agosto, dalle 4.45 alle 8.30 sarà aperto il solo ingresso di piazza Carlo di Borbone (chiuso quello di corso Giannone). Fino alle 8.30 non sarà possibile accedere con le biciclette e non saranno attivi i servizi navetta, golf cart e noleggio bici.

“Oltre l’ostacolo” di chi ci guarda diversi: parte Bimbo Days

Tempo di lettura: 3 minuti

“Oltre l’ostacolo“. L’ostacolo che è dentro gli occhi di chi guarda indifferente, o peggio ancora avverso, chi è diverso da noi. Diverso per etnia. “Diverso” perchè diversamente abile. Diverso perchè semplicemente la pensa in maniera differente da noi.

Superare l’ostacolo dentro agli occhi, al cuore e alla mente, è questa la mission dell’edizione 2025 che Bimbo Days che, non a caso, ha allargato il suo orizzonte rispetto alla classica tre giorni dedicata alla socializzazione dei bimbi e non solo e dedicherà altri due giorni a momenti di prevenzione medica e di sport.

La presentazione della 5 giorni, il 30 e 31 agosto, poi da 5 al 7 settembre, nella Sala Grasso della Provincia di Avellino alla presenza dell’ideatore della manifestazione, Sergio Trezza, del presidente dell’US ACLI Giampaolo Londra, del Presidente del Coni Giuseppe Saviano, del dottor Franco Russo dell’Associazione“Le mani sui cuori” che con il collega Carlo Iannace dell’Amdos ha organizzato una intera giornata ( sabato 30) dedicata a visite specilaistiche gratuite ( previa prenotazione), quindi un rappresentante del gruppo “I Sognatori” composto da ragazzi diversamente abili, e che si esibirà durante la manifestazione.

Se a guardarlo da fuori il Bimbo Days appare come una semplice festa, analizzando i suoi obiettivi si scopre che rappresenta un momento per mettere insieme frammenti di vita e di restituire alla città la possibilità di ritrovarsi attorno a un’idea comune: quella che nessuno, soprattutto i più piccoli e i più fragili, debba sentirsi escluso.

Lo dice a chiare lettere Trezza: “Il progetto Bimbo Days non è solo divertimento: è prevenzione, disabilità, socializzazione e aggregazione. È un invito a tutta la città, al mondo dell’associazionismo, a sostenere chi ha bisogno e a ritrovare quel tessuto sociale che si è un po’ perso. Ringrazio i dottori Russo e Iannace che hanno inteso lo scopo dell’iniziativa e hanno dato il loro contributo, senza bandire politiche perchè Bimbo Days è della città di Avellino”.

E il dottor Russo aggiunge: “Tutto è nato quasi per scherzo da una battuta scambiata con alcuni amici e colleghi. Mi hanno chiesto di fare qualcosa in più per la città, e così abbiamo provato a costruire un programma di prevenzione mai realizzato prima. Avevamo oltre 20 medici coinvolti, con un potenziale di 220-230 visite. In pochissimi giorni, però, le prenotazioni si sono esaurite.
La collega Stefania De Cecilia ha lanciato una proposta che condivido pienamente: realizzare un Festival della Prevenzione Medica per l’intera provincia. Sarebbe un appuntamento straordinario, con centinaia di visite e attività di sensibilizzazione. Per farlo servirà l’impegno di tutti, ma sono convinto che se uniamo le energie del territorio potremo creare qualcosa di unico.

Il Presidente   Saviano ringrazia gli organizzatori : “Quello che va sottolineato è la sinergia tra varie realtà: ci sono i Vigili del Fuoco, c’è il mondo della disabilità, e sarà posto l’accento sul centro per i bambini autistici. È una situazione che mi vede coinvolto con convinzione, soprattutto perché c’è una sinergia concreta tra le diverse anime della realtà quotidiana irpina”.

 

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