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Figura anche l’ex assessore comunale di Caivano Carmine Peluso tra i destinatari dei provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Napoli (procuratore aggiunto Rosa Volpe) e notificati dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna tra Caivano (Napoli), San Marcellino (Caserta) e Aversa (Caserta).

I provvedimenti emessi riguardano un ex consigliere comunale, Giovanbattista Alibrico, l’esponente politico Armando Falco e il tecnico comunale Martino Pezzella, insieme con il dirigente comunale Vincenzo Zampella. Gli altri destinatari sono Raffaele Bervicato (luogotenente del boss Antonio Angelino), Raffaele Lionelli (che recuperava e custodiva armi, e gestiva le estorsioni e il welfare per i detenuti) Domenico Galdiero (che si occupava tra l’altro delle estorsioni) e Massimiliano Volpicelli, incaricato di attuare le direttive di Angelino. Alibrico, Falco e Peluso (Italia Viva) erano componenti la maggioranza della precedente amministrazione comunale di Caivano, che ora è retta da un commissario straordinario.

Agli amministratori pubblici di Caivano, la Procura di Napoli e i carabinieri contestano di avere fornito in vari modi appoggio all’organizzazione malavitosa guidata da Antonio Angelino (ritenuto elemento di spicco del clan Sautto-Ciccarelli di Caivano e capo del gruppo Gallo-Angelino, arrestato dai carabinieri lo scorso luglio a Castel Volturno) con il quale interagivano per fornirgli informazioni riguardo i lavori pubblici assegnati alle imprese e anche per gestirne l’aggiudicazione a imprenditori vicini al clan.

Erano quest’ultimi, secondo quanto emerso dalle indagini, a versare mazzette, sia agli amministratori, sia al clan. Zampella, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, nella veste di dirigente del settimo settore lavori pubblici del comune di Caivano, firmava le determine di affidamento.