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Lo strappo della Campania nella conferenza Stato-Regioni che si è protratta fino a tarda notte, è sulla previsione imposta dal governo di un’indagine epidemiologica preventiva da parte delle Regioni stesse prima di dare il via libera all’apertura di bar, ristoranti e impianti balneari.

Lo spiega l’agenzia di stampa Ansa, che ha avuto modo di acquisire informazioni da fonti qualificate della Regione Campania. Il no dell’ente regionale e’ stato annunciato oggi dal governatore Vincenzo De Luca dopo la maratona notturna a cui ha partecipato per la Campania il vicepresidente Fulvio Bonavitacola. La diatriba che ha portato alla mancata firma, che coinvolgerebbe anche il Molise, il cui presidente è Donato Toma, riguarda la previsione di inserimento nel Dpcm del presidente Giuseppe Conte della necessità da parte di ogni Regione di operare un accertamento preventivo sulle condizioni epidemiologiche prima di dare il via libera alle riaperture. La Campania ha contestato il punto, aggiunge l’Ansa, ricordando che il decreto legge 33 pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale dispone le aperture delle attività e prevede si possano poi sospendere nuovamente in presenza di condizioni particolari di ripresa del contagio.

La Campania ha poi sottolineato che le valutazioni epidemiologiche devono essere gestite a livello nazionale dal Ministero della Salute, sulla base dei dati trasmessi dalle Regioni come da protocollo. La Campania ha ricordato anche che il Ministero della Salute ha una banca dati epidemiologica che valuta le singole Regioni sulla base di 21 parametri, e che ha prodotto il report che vede, ad esempio, Lombardia, Molise e Umbria ancora in una situazione di rischio moderato e che quindi la metodologia per l’indagine epidemiologica e’ in mano al governo centrale a cui spetta la valutazione. Questo e’ stato alla base della tensione in conferenza Stato-Regioni e ha portato allo strappo della Campania su un documento approvato dalle altre Regioni. Tra le altre questioni emerse nella lunga riunione, anche la richiesta del riconoscimento delle linee guida elaborate dalle Regioni stesse e che sono meno restrittive rispetto a quelle dell’Inail circolate nei giorni scorsi. Queste linee guida delle Regioni, diventate un documento unitario venerdì, dovrebbero essere citate nel dpcm in uscita.