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In chiusura del Tg2 di mezza giornata è andato in onda l’approfondimento “Si, viaggiare”, l’angolo dedicato alla scoperta delle bellezze italiane. Il format a cura di Francesca Nocerino, condotto in studio da Silvia Vaccarezza si è aperto con un viaggio a Castelcivita, in provincia di Salerno, per far godere ai telespettatori la bellezza delle sue grotte naturali e dei suoi scenari mozzafiato alle porte del Parco Nazionale del Cilento.

“Un borgo Medievale arroccato sulla roccia come una fortezza, dominato dalla Torre Angioina e alle sue grotte, chiamate anche grotte di Spartaco che si estendono nel massiccio dei Monti Alburni, uno dei complessi speleologici più grandi dell’Italia meridionale un percorso turistico ricco di magia” con questa presentazione Silvia Vaccarezza ha poi dato la parola al servizio del giornalista Enzo Calise

“Strettoie, cunicoli. formazioni calcaneare di mille colori, improvvisamente ampie sale come cattedrali della natura, le ombre come affreschi che raccontano il passato. – Così Calise inizia il suo viaggio a Castelcivita– Secondo la leggenda, qui nelle grotte di Castelcivita trovò un rifugio Spartacus, il gladiatore ribelle sconfitto dai Romani proprio in questa zona. Soltanto una leggenda ma che, tra di ricostruzioni fantasiose e racconti romanzati, ha accresciuto nel tempo la curiosità per questo sito naturalistico”.

“Una storia che comincia a 200.000 anni fa – ha precisato il geologo Mario Maucionediciamo che, più o meno fino a giorni nostri, è questa l’età della formazione di questa cavità”. Maucione ha poi proseguito: “Interessa naturalmente il massiccio carbonatico dei Monti Alburni, il fenomeno è il carsismo. Ci sono tutta una serie di cavità che vanno ad alimentare il processo di erosione chimica di queste acque che sono aggressive naturalmente perché sono acide e quindi provocano la dissoluzione del carbonato di calcio che poi riprecipita subito e forma queste concrezioni. Le prime tracce dell’uomo in queste carità, più o meno, risalgono sui 35.000 anni fa”.

“40.000 i turisti di ogni anno visitano Castelcivita alla scoperta di un fascino rimasto immutato nei secoli, alla scoperta di un mondo nascosto. Dove la fantasia trova lo spazio per viaggiare. – ha proseguito il suo racconto Calise –  Così che dalle ombre appare un coccodrillo a far capolino tra le rocce, nella sala che gli è stata dedicata. Poco più avanti le curiose forme che ricordano ortaggi. Ed ecco la pagoda, lì accanto la Madonna con il bambino. Un percorso di circa un chilometro e 200 metri quello turistico dove la temperatura è costantemente intorno ai 18 gradi, ma sono 13 itinerari che si addentrano sempre più profondamente nelle cavità carsiche della montagna, alcuni tratti sono percorribili solo da speleologi esperti”.

“Noi l’abbiamo chiamata ‘geo-esperienza’ proprio perché il turista quando entra ha proprio l’esperienza di vivere la grotta, di toccarla, di assaporare tutto ciò che la natura della grotta stessa – ha spiegato anche l’avvocato Michele Cascio, presidente delle Grotte di Castelcivita – Ma i turisti vengono a visitare anche il borgo di Castel della civiltà contadina all’interno della Torre Angioina”.

Perchè “Castelcivita non vuol dire solo grotta – ha concluso Calise -, natura panorami mozzafiato, una millenaria cultura agroalimentare, ne fanno una delle località più affascinanti del Cilento”.

Non resta che andare a Castelcivita per visitarla tra “leggenda, storia e natura”.