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“Mia figlia doveva rientrare ieri dall’Inghilterra, dove si è recata per una vacanza studio, e adesso è in quarantena in un hotel senza un minimo di assistenza”.

E’ preoccupato per la sorte della figlia 16enne l’avvocato Giuseppe Borrelli che ormai, insieme con la moglie, sta passando intere giornate a telefono per cercare aiuto per sua figlia bloccata oltre Manica insieme con un’altra decina di giovani a causa del covid.

La ragazza si è recata nel Regno Unito, precisamente a Torquay, nella contea inglese del Devon, per una vacanza studio organizzata da una nota azienda che però ora, riferisce ancora l’avvocato Borrelli, “l’ha abbandonata a se stessa”. “La mia stessa tragica, intollerabile situazione, – sottolinea il professionista – la stanno vivendo anche gli altri genitori e insieme con i ragazzi è risultata positiva anche una delle due accompagnatrici”. Secondo quanto riferisce Borrelli alle ragazze non è stata assicurata neppure la benché minima assistenza e per i genitori adesso la tensione sta diventando insopportabile: “Alle mail che abbiamo inviato – spiega il papà della 16enne – non è pervenuta alcuna risposta. Solo in mattinata siamo riusciti ad avere qualche informazione dopo innumerevoli telefonate. Abbiamo anche chiesto di inviarci il test di positività, ma niente”. L’avvocato, dopo avere inutilmente tentato di mettersi in contatto con la società organizzatrice ha inviato una raccomandata, anche al Ministero degli Esteri, al Ministero della Salute e all’Inps, che paga la vacanza studio, per protestare e per chiedere che venga organizzato il rientro delle ragazze, quasi tutte asintomatiche. “Se non avrò qualche informazione – conclude l’avvocato Borrelli – non mi resta che comunicare tutto all’autorità giudiziaria”. (