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“Non appena verrò eletto, il mio impegno andrà anche su questo: riaffermare, nuovamente, la battaglia del salario minimo in Unione Europa, con uno sguardo rivolto all’Italia e al Sud. Portare lì le istanze di una terra, la nostra, che ne ha bisogno come il pane”.

Così Nicola Caputo, candidato alle Europee nella lista Stati Uniti d’Europa, all’indomani del Rapporto Annuale dell’Istat che ha detto chiaramente che in Italia cresce la povertà assoluta.

“Siamo a 5,7 milioni di poveri assoluti. – continua Caputo – Crescono poi il precariato e il lavoro povero.  In questo quadro, il Sud è quello che peggiora di più. Se infatti la povertà e i salari bassi sono una preoccupante condizione in Italia, al Mezzogiorno la situazione è ormai oltre l’emergenza. Tra le cose che si possono fare c’è il salario minimo. Perché la povertà non la combatti con i sussidi, ma con il lavoro. Un lavoro pagato dignitosamente. Un lavoro che consenta alle persone di sostenere se stessi e la propria famiglia, accedendo ai beni e servizi essenziali che pure oggi a tanti, specialmente al Sud, mancano.

In Europa io lo dissi anni fa, quando mi battei per una risoluzione che introducesse in tutta l’Unione uno Statuto comunitario dei diritti fondamentali dei Lavoratori, che potesse finalmente garantire la omogeneità dei diritti e delle tutele fra tutti i lavoratori d’Europa.

L’ho poi ribadito a distanza di anni, quando il tema è nuovamente esploso (giustamente!). E lo ribadisco ora, – conclude Nicola Caputo – che siamo come detto in piena emergenza. Siamo uno dei pochi Paesi europei dove quello strumento non esiste, e questo deve farci riflettere (perché o sono tutti pazzi e noi soli i furbi o qualcosa non quadra).