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“Effetto Mare Fuori? Per me il boom che vive la città di Napoli da una decina di anni è dovuto in realtà ad un’industria di altissimo livello, formata da grandi figure professionali. Parliamo di un’industria di Classe A+++”. Sidney Sibilia, reduce dal grandissimo successo di “Mixed by Erry”, voce originalissima della nostra cinematografia, al Giffoni Film Festival ricorda con orgoglio e affetto i suoi primi passi, mossi proprio nella sua terra d’origine, la Campania. “Se faccio il regista lo devo a Giffoni. Sono stato qua che avevo sei, sette, anni. Le cose che ho visto qui me le sono come tatuate. Se sei di Salerno come me, il cinema potevi incontrarlo solo qua. Qui ho conosciuto Bud Spencer. Se faccio questo lavoro è perché qui mi innamoravo delle storie e di chi le raccontava”.

Sidney Sibilia ora è lavoro su “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La vera storia degli 883”, serie targata Sky, “Sto lavorando ad una serie dedicata agli 883. Stiamo rappresentando la Pavia degli anni ’90 ma in una versione nostra. L’attrice protagonista non ha nessuna esperienza nel cinema, ma al provino è stata straordinaria”. Un percorso in comune con lo stesso regista, il cui lo sliding doors avviene per caso a Pastena, quartiere di Salerno Est. Adolescente, dopo due anni trascorsi a risparmiare per riuscire a comprarsi finalmente il motorino, Sibilia si lascia abbagliare da una telecamera che vede in un negozio di elettrodomestici. La compra ed è da quel momento che tutto ha inizio.

“Ho cominciato a fare il regista – ha detto – senza saperlo. Costringevo i miei amici boy scout a stare davanti all’obiettivo ma loro non sapevano cosa fare. Ho scoperto l’importanza della sceneggiatura ed ho iniziato a scrivere. Avevo 16 anni. Ho fatto due film. Il primo è venuto malissimo, il secondo un po’ meglio. Poi qualcuno mi ha detto che potevo fare cose anche più brevi…”. Sibilia inizia così a realizzare cortometraggi, palestra fondamentale per lui. La curiosità dei ragazzi di Giffoni è per “Mixed by Erry”, titolo che lo ha consacrato: “Avevo delle cassette a casa – ha spiegato – poi ho compreso che tutti ne avevano. E mi sono chiesto se non ci fosse una storia da raccontare. Abbiamo deciso di contattare Enrico Frattasio. Al primo incontro è venuto con i suoi tre fratelli. E ho scoperto che c’era una storia bellissima da raccontare. E che potenzialmente poteva venir fuori un film importante. Il linguaggio ricorda quello della Smorfia di Troisi, Arena e Decaro. Ma tutto è avvenuto in maniera inconscia”. La realtà ha superato l’immaginazione, quello di fare un prodotto riuscito, ed il film è amatissimo ed apprezzato dal pubblico.

La produzione più complessa è stata però “L’incredibile storia dell’isola delle rose”: “Eravamo in fase di scrittura – ha raccontato – e a metà ci siamo detti che questo film non era fattibile in Italia. Ma un giorno ci chiama Netflix, ci invitano a cena. Dicono che il film lo possono fare, lo vogliono fare. Perché avevano appena aperto una sezione con soggetti non anglosassoni e ad altissimo budget”. Parte così la produzione: imponente, faticosa, costosa. Il film si gira tra Malta, Bologna, Riccione, e con una buona dose di effetti speciali: “Abbiamo girato – ha detto – con un approccio internazionale e quell’esperienza per me ha significato fare una specie di master universitario sul cinema americano”. 

Erede di quella commedia all’italiana amata in tutto il mondo, è su quello che ama lavorare, e ai ragazzi di Giffoni ha svelato il suo metodo: “Approccio le storie in maniera molto sincera, a volte capisco che c’è un minimo comune denominatore, ma non è mai una cosa studiata. Tendenzialmente sono storie di anarchia perché sono stato sempre un po’ restio rispetto alle regole. Ma la cosa più importante – ha concluso – resta la sincerità. Se sei sincero, arrivi al pubblico”. 

Ospite della quinta giornata della 53esima edizione del festival di Giffoni Valle Piana Piero De Luca. Il deputato Pd durante un incontro si è soffermato sul valore dello storico evento: “Giffoni è il simbolo del Sud migliore che riesce a mettere in campo una iniziativa a carattere culturale, formativo, artistico di spessore a livello internazionale. Dobbiamo continuare a sostenerlo. Ci sono infrastrutture ancora oggi in corso di realizzazione. Vanno sostenute con forza. Il governo sta perdendo tempo, immaginando di modificare pezzi del Pnrr. Invece di modificarlo rischiando di perdere risorse, destiniamole al Giffoni Film Festival”.

“Siamo in una fase storica molto complessa. Ci sono – ha aggiunto, ricollegandosi al tema di questa 53esima edizione del Gff – alcuni valori decisivi, come pace, libertà, democrazia che sono messi in discussione dopo l’aggressione della Russia all’Ucraina. Poi ci sono i valori del dialogo, dell’umanità che non vanno mai persi anche rispetto alle difficoltà internazionali e quelli della solidarietà e dell’unità nazionale a livello interno, che rischiano di essere messi in discussione da alcune politiche devastanti per il Mezzogiorno. Guai a perdere di vista questi valori essenziali. Non perdiamo di vista il valore dei servizi essenziali alle persone, legati al tema della solidarietà, scuola, sanità pubblica, servizi di assistenza per chi non ce la fa. Abbiamo il dovere, come classe politica, di aiutare e sostenere tutte le fasce, soprattutto le più fragili delle nostre comunità. Il tutto si lega all’indispensabilità dei giovani che sono il punto di riferimento al quale dobbiamo guardare. Giffoni è un sogno che ogni anno diventa realtà e ci consente di riflettere sul lavoro da fare per il futuro delle nostre generazioni. Per i giovani lottiamo nel Mezzogiorno affinché ci sia una opportunità di futuro. Con lo spopolamento, tante realtà, soprattutto interne, rischiano di non essere più adatte per i nostri giovani. Dobbiamo consolidare e rafforzare in tutta Italia quei servizi essenziali per la tenuta sociale ed economica del Paese. Va fatto un lavoro forte sui temi sociali. Alle nuove generazioni dobbiamo dare risposte, a partire dal problema del clima. Noi dobbiamo fare la nostra parte e mettere in campo ogni sforzo per difendere l’ambiente e il pianeta”.