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“Politiche giovanili assenti, misure anti-movida inadeguate, Napoli non è una città per giovani. 
Dopo sei mesi dalla chiusura delle urne, prendiamo atto che purtroppo, l’amministrazione comunale mostra delle lacune a dir poco preoccupanti, nel merito delle politiche occupazionali e giovanili, a nostro avviso, unico volano possibile per la ricomposizione della lacerazione sociale ed economica presente in città. Ad oggi non si registra nessuna azione decisiva e lungimirante né da parte dell’assessore alle politiche giovanili e al lavoro Chiara Marciani, né dal resto dell’amministrazione centrale ancora, inspiegabilmente, al palo nella scelta delle giunte municipali, per valorizzare l’immenso capitale umano di cui dispone la città.
 Una prova della totale inefficacia nella risposta ai problemi dei tanti giovani studenti e lavoratori napoletani sono i tanti spazi a loro dedicati ancora chiusi come ad esempio la biblioteca Croce, la Casa della socialità e gli svariati centri sportivi e culturali per i quali, al momento,non è prevista una immediata o certa riapertura.
In aggiunta le politiche repressive di coprifuoco a macchia di leopardo, oltre a creare una arbitraria disparità, penalizzando maggiormente alcuni, come i gestori dei baretti di Chiaia, del Vomero o del centro storico ed avvantaggiando indirettamente altri, va a danneggiare proprio i luoghi di aggregazione e i locali, solitamente gestiti dai giovani, rendendo ancora più difficile la prospettiva imprenditoriale e commerciale, già estremamente difficoltosa.
Infine preoccupa la autoreferenziale assenza di dialogo e di ascolto nei confronti delle tante associazioni e dei tanti movimenti politici giovanili ed universitari, con i quali non è stato intrapreso alcun dialogo.
Napoli deve ripartire dai giovani, è ora di cambiare rotta prima che sia troppo tardi”.
Così in una nota i rappresentanti giovanili del centrodestra napoletano Emanuele Papa, consigliere V municipalità Lega Giovani, Antonio Quaranta, Gioventù nazionale e Gianfranco Succoio, Forza Italia Giovani.