- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

C’è un dato allarmante dietro la decisione di Vincenzo De Luca su un’ulteriore stretta per tenere a freno l’emergenza Covid in Campania. Ieri sera il presidente della Regione ha emanato un’ordinanza con la quale ha chiuso – tra gli altri – parchi pubblici, mercati, lungomare e piazze fino al 21 marzo. Inasprire la zona rossa è stato un atto necessario in funzione ai dati relativi all’indice Rt che per la Campania si presentano come allarmanti. Nel territorio regionale l’indice è infatti a un valore di 1.76, con intervalli di confidenza 1.65-1.87, con una incidenza di malattia a sette giorni di 285 casi ogni 100mila abitanti, molto al di sopra della media nazionale che si attesta intorno ai 207 per 100mila abitanti. 

A rendere ancora più chiaro quanto drammatico il quadro della situazione è la fondazione Gimbe, che si occupa del monitoraggio pandemico sul territorio nazionale: “Da tre settimane consecutive si registra il progressivo incremento dei nuovi casi con un’inversione di tendenza di tutte le curve, ciò conferma l’inizio della terza ondata.

“Tre dati – dichiara il presidente Gimbe Nino Cartabellottasono inconfutabili in questa fase. Innanzitutto, l’inversione di tendenza della curva dei contagi documenta l’avvio della terza ondata, seppur con rilevanti differenze regionali. In secondo luogo, in oltre la metà delle Regioni ospedali e soprattutto terapie intensive sono già in sovraccarico, anche importante, come dimostra la sospensione delle attività ordinarie. Infine, tutte le Regioni dove nelle scorse settimane sono state attuate zone rosse hanno arginato la crescita dei contagi, dimostrando l’efficacia delle misure restrittive nel piegare la curva.

“Qualsiasi interpretazione opportunistica di questi dati finalizzata ad ammorbidire le misure di contenimento, in nome di un illusorio rilancio economico del paese rappresenta una severa minaccia alla salute e alla vita delle persone”, conclude Cartabellotta