- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Era il 20 aprile 1964 quando nelle cucine italiane fece il suo ingresso il primo barattolo di Nutella, diventata poi la crema spalmabile al cioccolato più amata al mondo. E così oggi, 5 febbraio 2019, la Nutella compie 55 anni. Tutti uniti nel nome della crema che è uno dei brand alimentari più forti e amati dagli italiani. Si celebra oggi il ‘World Nutella Day’ con gli appassionati di tutto il mondo che si danno appuntamento sui social media, a casa e in ufficio con i colleghi per condividere storie e ricette e per assaporare il gusto della celeberrima crema inventata dall’imprenditore dolciario Michele Ferrero. Twitter, Instagram e Facebook, si riempiono di post con l’hashtag ‘#WorldNutellaDay’. L’iniziativa è stata creata nel 2007 dalla blogger americana Sara Rosso, che decise di creare una giornata celebrativa per riunire la community mondiale a condividere la passione per Nutella. L’anno scorso nel giorno della festa la parola Nutella è stata menzionata su social una volta ogni 0,5 secondi.

Dalla Russia al Canada, Dal Medio Oriente alla Cina, dagli Stati Uniti all’Australia: la Nutella ha varcato frontiera su frontiera, diventando un’icona e un punto di riferimento. Oggi, secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) pubblicato in occasione del 50esimo anniversario, la Nutella è uno dei migliori esempi di “prodotto globale”. Presente in oltre 100 Paesi distribuiti su tre continenti, ogni anno vengono prodotte 350mila tonnellate di crema spalmabile, con un fatturato di 1,7 miliardi di euro, pari a circa il 20% dei ricavi totali dell’azienda piemontese. Nella classifica mondiale il primo posto se lo aggiudica la Germania, seguito dalla Francia e poi dall’Italia. Solo nel nostro Paese l’83% delle famiglie ogni anno acquistano Nutella almeno una volta, con una media di consumo pro capite pari ad un chilogrammo. E la Campania è la regione italiana che ne consuma di più come sostiene l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in base al Mapping Global Value Chains, che valuta la cooperazione, lo sviluppo economico, e la catena di valore dell’agrifood.