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Il covid-19 ha stravolte vite e abitudini, ci ha costretto a rivedere le nostre priorità e i nostri ritmi. Tra i soggetti più colpiti ci sono indubbiamente gli studenti, costretti a seguire da casa le lezioni. Una comodità potrebbe pensare qualcuno, ma di certo non si tratta della modalità di apprendimento migliore.

Il mondo della scuola ha bisogno di presenza e lo sa bene Lucia Azzolina. Il Ministro dell’Istruzione si sta battendo per permettere agli alunni di tornare in classe e sta mettendo a punto un piano per il 2021, con la speranza che l’anno nuovo porti con sé notizie e situazioni migliori. Tra le idee proposte sta prendendo piede quella di allungare la durata dell’anno scolastico, estendendola fino al 30 giugno 2021. Gli studenti italiani potrebbero dunque trascorrere una parte di estate tra i banchi per recuperare le ore perse.

La conferma è arrivata direttamente dalla Azzolina, la quale ha passato palla alle Regioni. “Potrebbe essere possibile, lo abbiamo proposto alle Regioni, perché saranno loro a dover decidere. Certo, dobbiamo pensare alle strutture che abbiamo, ad agosto non si può fare scuola ma a giugno sì“, sono state le parole del ministro dell’istruzione a l’Aria di domenica su La7. Bocciata l’ipotesi di aprire anche la domenica, mentre alcuni istituti potrebbero optare per un prolungamento al sabato ma, in questo caso, la decisione spetterebbe ai dirigenti dei singoli istituti.

Le idee del Governo trovano intanto l’approvazione dei sindacati. “Ho proposto da tempo di andare avanti per tutto il mese di giugno, di fronte ad un pericolo grande come questo che stiamo vivendo, servono azioni straordinarie“, è il commento a Il Messaggero di Pino Turi, segretario della Uil scuola, “non ritengo sia sbagliato modificare il calendario scolastico per recuperare il vero diritto allo studio. Le lezioni di solito si chiudono i primi di giugno, intorno al 10 in base ai calendari regionali, ma il personale va a scuola fino al 30 giugno, si potrebbe fare lezione fino a quella data. Servono comunque decisioni uguali per tutti, poi penseremo anche al rinnovo del contratto e a come sta cambiando il ruolo del docente in questa fase, a cominciare dallo strumento della didattica a distanza“.