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Ha ricordato quali sono gli obiettivi della giustizia, in apertura della sua relazione la presidente della corte d’appello di Salerno Iside Russo le cui parole hanno introdotto l’assemblea generale per l’inaugurazione dell’anno giudiziario nel tribunale di Salerno. L’Italia dovrà in cinque anni entro il 30 giugno 2026 eliminare il 90% dell’arretrato civile, ridurre del 40% i tempi dei giudizi civili del 25% la durata dei giudizi penali, con delle fasi intermedie. La presidente ha fatto chiaro riferimento all’introduzione dell’ufficio per il processo ( 9 quelli creati, ma si punta a 12 avvalendosi anche del contributo di giovani tirocinanti)  parlando di una vera e propria rivoluzione copernicana nel sistema giustizia: “stiamo costruendo una nuova e moderna organizzazione” ha detto Iside Russo ricordando la possibilità del giudice di avvalersi di uno staff secondo un modello internazionale già molto diffuso. Altra novità è la scheda informatica del processo uno strumento che fotografa il fascicolo e costituisce lo schema per redigere la sentenza.

“La  digitalizzazione dei servizi è una condizione imprescindibile per una giustizia moderna ed efficiente”, ha dichiarato la presidente Russo, rivolgendo però un invito al ministero della giustizia che deve potenziare le risorse umane.  Infine i numeri sui ritardi. Sinteticamente andando a fare un confronto tra i dati del 2015 e quello del 2021, in merito alla giurisdizione civile L’arretrato è diminuito del 75%, la durata dell’attesa per il giudizio è stata dimezzata. Nell’ambito della giustizia penale c’è stata una diminuzione del 95% degli arretrati. Al 31 dicembre 2022 sono solo 38 i processi che costituiscono l’arretrato. Per il processo d’appello nel 2015 durava 516 giorni, oggi si conclude con 224.