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“Un’agenzia criminale”. Così, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Salerno, Claudia D’Alitto, ieri dinanzi ai giudici del collegio della prima sezione penale del Tribunale di Salerno presieduto dal magistrato Mariella Montefusco dove si è svolta l’udienza dibattimentale che ha visto l’acquisizione degli atti e delle perizie della Procura, delle sentenze circa i filoni d’indagine giudiziaria agli stessi imputati per attività collegate, il deposito della memoria del Pm e la discussione dei legali delle parti civili, ha definito l’organizzazione criminale che tra il 2016 e il 2017 terrorizzò gli imprenditori dell’alto Sele con episodi dinamitardi con l’esplosione di bombe carta ai danni di attività commerciali e ne ha chiesto la condanna a 50 anni complessivi di carcere.
Organizzazione che secondo la Procura era capeggiata dall’imprenditore di Colliano, Biagio Scaglione, che nelle attività veniva affiancato dall’allora compagna, Mirica Mirela. I due, secondo gli atti giudiziari, reclutavano e si avvalevano della manovalanza di altri imprenditori, operai e conoscenti, residenti tra l’alto Sele e il napoletano, per realizzare una serie di attività illecite quali spaccio di sostanze stupefacenti il cui circuito gravitava per gran parte all’interno di un negozio di frutta sito in zona Bagni di Colliano che il titolare aveva trasformato in un market della droga, furti di cani di razza, furti in abitazione e la commercializzazione di banconote contraffate, ed estorsioni ai danni dei commercianti con l’utilizzo di bombe carta allo scopo di ottenere l’egemonia sugli affari economici che gravitavano tra ristoranti, bar, night club, ecc. siti nel cratere salernitano.
Nell’udienza di ieri, giunta alle battute finali, il Pm, dopo aver ripercorso i fatti, le modalità di indagini durante le quali hanno avuto un ruolo importante le intercettazioni e la denuncia delle vittime degli attentati dinamitardi, che nel 2021 portarono gli inquirenti ad arrestare imprenditori e operai residenti nell’alto Sele e la Procura a rinviarli a giudizio, ne ha chiesto la condanna complessiva a oltre 50 anni di reclusione, oltre al pagamento di diverse migliaia di euro di multe per : Biagio Scaglione di Colliano (15 anni di reclusione), Mirica Mirela Simion di origini della Romania (11 anni), Daniele Vuocolo di Colliano (3 anni) , Gerardo Sandro Falcone di Colliano (1 anno) , Gerardo e Lorenzo Raimo di Calabritto (5 anni per Gerardo Raimo e 3 anni e 6 mesi per Lorenzo Raimo), Maurizio Torsiello detto Mauro di Colliano (2 anni), Marco Gizzi di Colliano (9 mesi), Gennaro Esposito di Napoli (3 anni e 6 mesi), accusati a vario titolo dei reati di delitti contro il patrimonio, contro l’industria ed il commercio, contro la fede pubblica, detenzione di armi, estorsione e ricettazione, per gli attentati esplosivi avvenuti ai danni dei bar “Colorado Café” di proprietà dell’imprenditore di Colliano, Marco Tartaglia, il bar “J’adore Café” di proprietà dell’imprenditore di Colliano, Gino Carbone, e del night club “Eden” di proprietà dell’imprenditore Daniele Taglianetti di Colliano, siti tra i comuni di località Isca di Colliano, Ponte Oliveto Citra e Bagni di Contursi Terme, e che, secondo la Procura della Repubblica di Salerno, vedevano a capo dell’organizzazione che il Pm ha definito “agenzia del crimine” il ristoratore Biagio Scaglione.
Richieste di condanna avanzate per Scaglione e gli altri imputati anche dagli avvocati delle parti civili, i legali Antonella Mastrolia, Anna Orlando e Vincenzo Mazziotta.
Restano fuori dal processo invece, gli altri due imprenditori che nel 2021 furono fermati nell’ambito della maxi inchiesta, Mario Alvaro Carbone di Colliano che è stato assolto in udienza preliminare e Gregorio Ursi di San Gregorio Magno che ha scelto per il rito del patteggiamento.
Intanto ora è attesa per la prossima udienza che vedrà la discussione dei legali degli imputati, gli avvocati Michele Cuozzo, Alfredo Lo Pilato, Vincenzo Morriello, Ada Carasia, Vincenzo Speranza, Alfonso Ronca, Rocco Pecoraro, Giovanna Eliana Fiore e Pasquale Freda.
Intanto, i giudici del Tribunale di Salerno ieri, su richiesta dei legali di due degli imputati, hanno disposto la revoca delle misure cautelari per Gizzi ed Esposito.