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Buccino (Sa) – “Dimenticati dallo Stato e senza tutele”. È lo sfogo di Patrizia Volpe, 45 anni, di Buccino, cantante di professione, specializzata nel settore matrimoni ed eventi di piazza, che in questi mesi di lookdown per via del coronavirus, insieme a centinaia di colleghi, è rimasta a casa, senza lavoro e senza possibilità di ritorno a lavorare per tutto il 2020. 

“La musica è vita – racconta Volpe, mentre non nasconde le sue preoccupazioni – in questi ormai tre mesi di emergenza sanitaria per il covid-19, il settore dello spettacolo sembra non esistere più per le Istituzioni. Improvvisamente -dice-siamo diventati invisibili agli occhi dello Stato”. 

Migliaia di invisibili come la 45enne, che lavorando per il settore wedding e feste di piazza che ad oggi sono state tutte annullate per via del covid19, dimenticati delle Istituzioni.

“Con lo stop ai matrimoni e alle sagre di paese – aggiunge la 45enne – migliaia di operatori che lavorano allo stesso settore, restano senza sussidi e fermi per tutto il 2020. I lavoratori che hanno come sola entrata quella del wedding e delle feste di paese che è un vero è proprio fiore all’occhiello dell’economia italiana – dice – si sono ritrovati improvvisamente a casa e senza speranza di lavorare per il 2020. Parliamo – chiosa – di un indotto di 40miliardi di euro l’anno che comprende musicisti, cantanti, ristoranti, pasticcerie, estetiste, parrucchieri, negozi di abiti, fiorai, fotografi, commercianti ambulanti, noleggiatori di auto, arredamenti, animatori, ecc. Uno stop di un anno per questo settore – chiarisce – è una catastrofe per l’intero indotto. Possibile-chiede-che nessuno abbia pensato a tutto ciò?”.

Artisti che per primi hanno risentito il blocco della crisi sanitaria ed economica da covid-19 e che saranno l’ultima categoria a ripartire non appena le possibilità di contagio diminuiranno.

Un dramma nel dramma perché come racconta la cantante, in molti devono fare i conti anche con il lavoro sommerso – “non tutti sono registrati – racconta – ma la maggior parte degli addetti del settore che hanno come unico lavoro quello delle cerimonie, ora fanno fatica ad arrivare a vivere. Un tunnel senza uscita”, chiosa.

Poi l’appello ai cittadini: “Dateci una mano per ritornare ad essere ancora una volta, la vostra colonna sonora!”. La musica insomma, come rinascita di una terra e di lavoratori che non si arrendono nemmeno davanti al coronavirus.