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È stato sentito come teste della Procura, dal giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno, il maresciallo dei carabinieri della locale stazione di Buccino, Gaetano D’Ambrosio, nell’ambito del processo che vede imputato un giovane automobilista di Buccino di 23 anni, del posto, accusato di omicidio stradale e lesioni colpose per la morte dell’amico e chef di 27 anni, anche lui di Buccino, Mario Volpe.

L’episodio risale al 18 dicembre 2021 quando lungo la strada provinciale 355, in località Canne, nel comune di Buccino, i due ragazzi, lo chef Mario Volpe di 27enne Di Buccino, e l’amico, un giovane operaio di 23 ani del posto, dopo una serata trascorsa con gli amici al pub, salirono a bordo di una macchina di proprietà del 23enne con l’intendo di dirigersi nei pressi dell’uscita autostradale di Sicignano per una pausa caffè, ma lungo il tragitto qualcosa andò storto.

Il 23enne alla guida dell’autovettura, forse a causa dell’alta velocità e all’effetto dell’abuso di alcol, perse il controllo del veicolo che andò a schiantarsi in una curva contro un palo della Telecom e dei pali di cemento armato e ferro posti a delimitazione della strada provinciale, proprio a pochi metri da casa del passeggero dell’autovettura e amico Volpe.
Nell’impatto rimase illeso l’automobilista mentre il passeggero, lo chef 27enne, rimase gravemente ferito e fu trasportato d’urgenza prima presso l’ospedale San Francesco d’Assisi di Oliveto Citra e poi, nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli dove rimase ricoverato fino alla mattina del 2 gennaio 2022 quando, il cuore dell’amato e giovane chef volceiano cessò di battere.

Decesso che, secondo gli accertamenti medico legali effettuati dai periti della Procura della Repubblica di Salerno, fu causato proprio dai politraumi riportati dal 27enne a seguito dell’incidente. Per quella tragedia, il Gip del Tribunale di Salerno ha rinviato a giudizio il 23enne di Buccino che, assistito dall’avvocato Franco Rosa, si sta difendendo dall’accusa di omicidio stradale e lesioni colpose per la morte dell’amico, mentre la famiglia della vittima, difesa dall’avvocato Fortunato D’Arista, si è costituita parte civile nel procedimento.