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“Pensano alle Luci d’ Artista mentre noi attendiamo una risposta per conoscere il nostro futuro”. C’è rabbia, più del solito, oggi sotto i portici di palazzo di città, a Salerno, presidiati da una delegazione più folta dei lavoratori delle otto cooperative decapitate dall’inchiesta giudiziaria. La presenza di un’auto della polizia fa pensare ai passanti si tratti di un ennesimo blitz, come quello che pochi giorni fa ha portato la Mobile ad acquisire nuovi documenti, ma in realtà, le forze dell’ordine tengono sotto controllo proprio i lavoratori percependo che 10 giorni dopo lo stop, gli animi sono esacerbati.

A scatenare ulteriore rabbia è il passaggio fugace del sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli che si intrufola nel portone,  senza che nessuno se ne accorga, compresi i due rappresentanti sindacali, Angelo Rispoli della Fiadel ed  Antonio Capezzuto della Cgil, che attendono la convocazione dell’assessore all’ambiente Massimiliano Natella per avanzare due proposte. La prima è di pagare lo stipendio atteso dei lavoratori per quanto già fatto, la seconda trovare una soluzione o una proposta che possa garantire la continuità ai lavoratori che, loro malgrado, si sono trovati da un giorno all’altro senza occupazione.

I sindacati pensano alla clausola sociale, ma i lavoratori dicono: “Basta, da qui non andiamo via senza una risposta”. Ed uno striscione sintetizza il loro stato d’animo. C’è scritto “Senza Lavoro, non c’è dignità”. Nella protesta si intrufolano anche tre lavoratori ex consorzio di bacino dei rifiuti. Attendono da quattro anni che ci sia un nuovo lavoro per loro.