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Contursi Terme (Sa) – “I lavoratori hanno bisogno di noi e la Comunità Montana deve essere al loro fianco ad ogni costo per scongiurare la procedura di licenziamento collettivo”. Arriva pronunciando queste parole, sorretto dai figli, con il volto stanco e affaticato poiché reduce da un periodo di cure sanitarie ma agguerrito come fa da una vita intera, il presidente del consiglio della Comunità Montana ed esponente di Forza Italia per l’area Sele-Tanagro, Giovanni Iuorio, che nelle scorse ore ha presieduto il consiglio generale dell’Ente montana convocato in seduta straordinaria per discutere ed evitare la chiusura dello stabilimento industriale di imbottigliamento dell’acqua dell’opificio “Sorgenti Monte Bianco” con sede nella zona industriale di Contursi Terme ed evitare la contestuale procedura di licenziamento collettivo dei 18 operai dell’azienda, tutti di età compresa tra i 50 e i 60 anni, residenti nei comuni della Valle del Sele e Tanagro.
Consiglio generale dell’Ente montano che ha visto il presidente dell’Ente, Giovanni Caggiano, il sindaco di Contursi Terme, Antonio Briscione, il vicesindaco di Colliano, Donato Scaglione, il consigliere comunale del Comune di Buccino, Antonio Volpe, il sindaco di Valva, Giuseppe Vuocolo, il sindaco di Castelnuovo di Conza, Francesco Di Geronimo, il vicesindaco di Salvitelle, Francesco Perretta, l’assessore delegato del Comune di Romagnano al Monte, Carla Lordi, l’assessore delegato del Comune di Oliveto Citra, Antonio Rio, il consigliere delegato del Comune di Campagna, Giovanni Iuorio e il consigliere delegato del Comune di San Gregorio Magno, Giuseppe Tortoriello, chiedere e votare all’unanimità la solidarietà ai 18 lavoratori dello stabilimento Sorgenti Monte Bianco, votare l’apertura di un tavolo di crisi che veda tutti i sindaci dell’Ente, la proprietà acquirente, le Istituzioni e le sigle sindacali dei lavoratori, trovare una soluzione per mantenere in vita all’interno dell’opificio con la nuova proprietà, l’imbottigliamento dell’acqua proveniente dalle sorgenti naturali del Sele e i posti di lavoro.
Richieste queste, a cui si è aggiunto anche un ulteriore importante punto inserito su richiesta del consigliere e storico sindacalista del cratere, Antonio Volpe, circa l’avvio della procedura per la gestione delle aree industriali da parte dei quattro Comuni del cratere salernitano in cui ricadono le aree industriali, Buccino, Palomonte, Contursi Terme e Oliveto Citra, circa le decisioni sul futuro dello sviluppo industriale e degli stabilimenti che dovranno aprire i battenti. “Da decenni – denuncia Antonio Volpe il territorio del cratere paga le conseguenze dell’illusione dell’industrializzazione post terremoto del 1980. Da oltre 30 anni – dice – i Comuni e i cittadini subiscono passivamente le decisioni del Consorzio Asi e degli imprenditori che per decenni sono stati predoni del territorio. È il momento di dire basta-tuona Volpe- ogni giorno i sindaci si trovano a fronteggiare ipotesi di insediamento di opifici industriali inquinanti, chiusura di stabilimenti, ecc. Per evitare ciò e decidere il futuro dello sviluppo locale in territori a vocazione agroalimentare – sottolinea”.
Procedura di licenziamento collettivo notificata ai lavoratori la scorsa settimana a seguito del rilevamento all’asta del capannone industriale da parte di una società di logista dell’agronocerino sarnese. Così, al posto dell’imbottigliamento dell’acqua, sorgerà un polo industriale di logistica, mettendo fine alla produzione dell’imbottigliamento dell’acqua all’interno della città delle acque termali e delle sorgenti.
Un destino quello dello stabilimento dell’imbottigliamento dell’acqua a Contursi Terme che nasce con l’industrializzazione post terremoto del 1980 quando la società, poi fallita, ex Nocera Umbra, aprì una fabbrica di imbottigliamento di acqua sito nella zona industriale di Contursi Terme. La società dopo circa dieci anni di attività fallirà, decine di lavoratori impiegati e un bilancio fiorente, chiuse i battenti dichiarando fallimento e il capannone finì all’asta. Per anni, lo stabilimento è stato gestito dal curatore fallimentare e le aste sono andate a vuoto. Anni nei quali però, la società Sorgenti Monte Bianco rilevò, seppur in locazione dal curatore fallimentare, lo stabilimento, retribuendo con un canone di fitto la gestione della fabbrica dove la società continuerà l’attività di imbottigliamento mantenendo in vita i 18 posti di lavoro fino al 14 luglio 2022 quando, per effetto dell’acquisto all’asta del capannone da parte di una società di logistica che aprirà al suo interno un polo logistico, la fabbrica cesserà la sua attività e con essa, manderà a casa i dipendenti.
Al suo posto infatti, sorgerà un polo logistico. E di operai e di salvaguardare lo stabilimento, la nuova proprietà per ora, non ne vuole sapere nulla tanto che i sindaci si sono rivoltati. Sindaci che ieri, su richiesta del sindaco di Contursi Terme, hanno espresso solidarietà ai lavoratori e chiesto un incontro con il Prefetto, il Comune di Contursi Terme, le sigle sindacali, il curatore fallimentare, e la comunità montana per salvare imbottigliamento e posti di lavoro, oltre che l’avvio dell’iter di una richiesta di ottenimento di autonomia sulla gestione delle aree industriali da parte dei quattro Comuni del cratere dove ricadono le zone industriali.
Bisogna scongiurare la chiusura dell’imbottigliamento e il licenziamento di 18 padri di famiglia – chiosa il sindaco di Contursi Terme, Antonio Briscione. – Nelle scorse ore -anticipa – ho chiesto l’incontro urgente con il Prefetto di Salerno affinché si possa trovare in tempi brevi, una soluzione adeguata”.
Preoccupati per il loro destino, i 18 lavoratori della Sorgenti Monte Bianco: “Per oltre 35 anni abbiamo contribuito a far crescere la nostra azienda che oggi ci lascia a casa – racconta il delegato Rsu Flai-Cils, Valentino Cuozzo -. In questi anni – sottolinea – come lavoratori non ci siamo mai sottratti a grandi sacrifici per la salvezza dell’azienda che ad oggi produce ben 200mila bottiglie di acqua al giorno. Oggi, sulla soglia dei 60 anni, ci ritroviamo a combattere ancora una volta, a combattere per difendere il nostro posto del lavoro. Il nostro – spiega Cuozzoè uno stabilimento che potrebbe offrire centinaia di posti di lavoro e dare una opportunità economica a imprenditori e famiglie della Valle del Sele. Per questo – conclude il delegato sindacale e operaio Cuozzo è fondamentale salvare oltre che i posti di lavoro, anche lo stabilimento che rappresenta una colonna portante per l’economia del territorio”. Un grido di aiuto quello che arriva dai lavoratori di Contursi Terme al quale ora dovranno rispondere i nuovi proprietari dell’azienda.