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Buccino (Sa) – Crolla l’economia legata alla ristorazione che chiude i battenti temporaneamente, ma regge e si rafforza invece, il settore agroalimentare. È l’effetto della pandemia mondiale da covid-19 che sta mettendo in ginocchio l’Italia dove per effetto delle restrizioni nazionali imposte dalle leggi in materia di prevenzione del contagio da coronavirus, crolla il settore turistico-alberghiero e della ristorazione ma si moltiplica la produzione e la vendita dei beni di prima necessità e degli alimenti a lunga conservazione.

Uno scenario incerto quello sul futuro del Paese, in piena emergenza sanitaria, che si riflette anche sul territorio salernitano e nei comuni Valle del Sele e Tanagro la cui economia ora, si regge solo sul settore dell’agroalimentare che raddoppia i numeri, registrando un “boom” nelle produzioni e nelle vendite.  
A spiegarlo, è il giovane imprenditore napoletano Francesco Franzese, titolare dell’industria conserviera Icab s.p.a. situata nella zona industriale di Buccino e impegnato da anni, nel sociale e nella lotta alla criminalità organizzata. Industria conserviera che esporta conserve in ben 45 Paesi nel mondo e sulla quale si regge gran parte dell’indotto economico del territorio del Tanagro, annoverano al suo interno, oltre 1500 lavoratori.
Stiamo rispondendo alla forte richiesta di mercato, rafforzando le ore di lavoro straordinario per i nostri operai in azienda – racconta l’imprenditore. La paura del coronavirus e le restrizioni governative- chiarisce- hanno provocato un vero e proprio “assalto” da parte dei consumatori, ai beni alimentari di prima necessità e a lunga conservazione nei supermercati il cui rifornimento di prodotti è assicurato costantemente”.
Consumi che mensilmente, fanno attestare l’industria di Franzese che lavora e trasforma il pomodoro italiano, intorno ai 2milioni e 700mila pezzi di prodotto venduti. Numeri questi, che in piena emergenza Covid-19, cambiano e si raddoppiano nel settore della distribuzione ai supermercati mentre si azzerano nella vendita alla ristorazione.
“Grazie ai due mercati di sbocco, ristorazione e distribuzione nei supermercati, il cui fatturato di vendita è diviso al 50% – spiega Franzese – stiamo reggendo l’urto negativo dell’effetto covid-19. All’inizio dell’emergenza sanitaria-dice, riferendosi al mese di febbraio durante il quale le uniche “zone rosse” erano le regioni del Nord- abbiamo registrato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un calo delle vendite del 20% nel settore della ristorazione che successivamente, a marzo, è stata bloccata dai provvedimenti governativi di chiusura dei ristoranti”.
Raddoppiata invece, la vendita alla grande distribuzione per i supermercati. “A febbraio -spiega l’imprenditore – le vendite sono aumentate del 30% rispetto alla media del 2019. Siamo passati-illustra – dagli oltre 2milioni di pezzi mensili in uscita, a 3milioni e mezzo di pezzi venduti solo nel mese di febbraio del 2020, mentre nei primi 10 giorni di marzo-aggiunge- abbiamo registrato una vendita media che è passata dai 900mila pezzi venduti nello stesso periodo del 2019, ad 1milione e 750mila pezzi in uscita e destinati ai supermercati nel 2020”.
Vendite record che stanno però, creando non poche preoccupazioni per il comparto industriale dell’agroalimentare, come spiega lo stesso imprenditore. “Se l’epidemia dovesse prolungarsi ancora per mesi – dice – l’aumento della vendita farà terminare prima le scorte in magazzino del prodotto. Per ovviare a ciò – prosegue – stiamo lavorando con i nostri agricoltori italiani affinché venga anticipata di dieci giorni, la raccolta la produzione e raccolta del pomodoro nei campi“. E mentre l’intero Paese si sta fermando, l’Icab per non far mancare i rifornimenti ai supermercati ha “aumentato le ore di lavoro straordinario degli operai”.
Richiesta di mercato sulla quale influisce non solo il Coronavirus, ma anche l’effetto della Brexit nel Regno Unito dove l’incertezza sul futuro dei dazi doganali legati all’importazione dall’Italia dei prodotti alimentari, ha triplicato la richiesta all’industria di Buccino, di fornitura immediata di prodotti conservieri.  

Niente panico però -chiosa Franzese – perché oltre a garantire la fornitura del prodotto alle catene dei supermercati, per la campagna di produzione e lavorazione del pomodoro 2020-rassicura- abbiamo previsto anche l’aumento della lavorazione e della produzione media annuale, attraverso ingenti investimenti nell’acquisto di nuovi macchinari che, anche in questo momento critico per l’economia nazionale e mondiale – conclude l’imprenditore – stanno dando lavoro a decine di aziende del Mezzogiorno e del nord Italia”.