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Nessun clan va a fare la spesa a casa degli altri ma si agisce per collusioni: è questo il principio che sta guidando la Dia e la Procura di Salerno in un lavoro che sta riaggiornando la mappa delle articolazioni criminali sul territorio dell’intera provincia di Salerno, per fotografare il fenomeno in maniera più aderente alla realtà.

Particolare attenzione viene data ai fenomeni spia per metterli in un  sistema che sia in grado di delineare nuove sacche di azione e di interesse da parte della criminalità organizzata. Salerno non è immune da fenomeni mafiosi seppure appare un territorio silente e tranquillo. La Sezione Operativa di Salerno lo sa e quotidianamente e silenziosamente con i suoi 30 uomini e donne interforze opera a contrasto della criminalità organizzata. Un lavoro che non sempre emerge e per questo il Direttore della Dia, il generale Michele Carbone ha promosso tra gli strumenti di comunicazione, il ritorno, dopo 20 anni del calendario: “La nuova organizzazione territoriale della Direzione Investigativa Antimafia e la proiezione internazionale”, è il tema della pubblicazione dove attraverso didascalie e immagini si racconta le diverse attività presenti sull’interno territorio nazionale. Nel mese di maggio c’è la sezione operativa di Salerno, affidata dalla fine di luglio al nuovo capo Fabio Gargiulo, tenente colonnello dei carabinieri, per 16 anni al lavoro sui Casalesi. Un capitolo, anzi un mese a parte dicembre viene dedicato anche alla presentazione della rete operativa antimafia, un network  in rappresentanza di 38 paesi che fino ad oggi ha finanziato 509 missioni. Nel passaggio che il calendario dedica alla sezione operativa di Salerno viene ribadito il concetto già ampiamente affrontato nelle periodiche relazioni semestrali della disomogeneità delle articolazioni criminali sul territorio salernitano.

Nelle aree di confine con le province di Napoli e Caserta e la Calabria, gli ambienti malavitosi subiscono l’influenza degli storici sodalizi mafiosi campani e calabresi con cui i gruppi salernitani stabiliscono rapporti di crimine affaristici. Ma occorre superare questa visione di storicizzazione dei fenomeni mafiosi sul territorio salernitano, dove nella prossima relazione semestrale della dia che sarà presentata a gennaio potrebbero emergere delle piccole ed interessanti novità.