- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Capaccio Paestum (Sa) – Depuratore di Capaccio Paestum. Poco meno di tre anni fa numerosissimi dischetti di materiale plastico si riversarono in più tratti costieri del Mar Tirreno “con picchi nei pressi dell’isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio”. Nelle scorse ore il Codacons è stato ammesso parte civile nel processo dal Giudice per le Udienze Preliminari, Pellegrino, del Tribunale di Salerno.

L’Avvocato Matteo Marchetti si è costituito per il Codacons. Dichiara: “Ricordate i milioni di pezzi finiti in mare nei primi mesi del 2018? Dischetti di plastica che si sono riversati sulle spiagge del Mar Tirreno da Capaccio (luogo di partenza) fino alla Sardegna, Corsica e Ville France sur la Mere (Nizza); determinando una compromissione e un deterioramento di acqua, terra, compromettendo lo stato ambientale di innumerevoli parchi marini. Pezzi di plastica che sono stati ingeriti dagli animali, addirittura, con conseguenze letali. I fatti sono stati considerati talmente gravi dal PM che nel corso dell’udienza ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’art. 452 quater c.p..” Marchetti continua: “L’ ammissione come parte civile a questo processo ove tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio, suggella ancora una volta il grande lavoro svolto dal Codacons Campania nel contrastare i reati ambientali anche attraverso denunce, azione collettive, partecipazioni a processi ed altro. Non si può negare che il lavoro del Codacons in questi anni, seppur con tutte le difficoltà specifiche della lotta agli autori dei reati ambientali, ha contribuito a creare una nuova consapevolezza per la salvaguardia del proprio territorio. A tal proposito non ci resta che constatare l’assenza delle parti civili Comune di Capaccio-Paestum e dell’Ente Parco del Cilento, che ad ogni modo sono ancora in tempo perché il processo dinnanzi al collegio si aprirà a metà febbraio; senza ombra di dubbio lanciamo un appello sin da ora alla loro costituzione di parte civile”.

Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera accertò, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri.