- Pubblicità -
Tempo di lettura: 3 minuti

Salerno – Ci sono alcune novità circa la vicenda giudiziaria che riguarda l’attribuzione delle responsabilità della fuoriuscita di dischetti plastici dal depuratore di Capaccio Paestum.

Una riguarda l’ammissione del Codacons quale parte civile nel processo. L’altra la spiega Matteo Marchetti, avvocato del Codacons: “I fatti sono stati considerati talmente gravi dal PM che, nel corso dell’udienza preliminare, ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’art. 452 quater c.p.”.
C’è di più. Marchetti stigmatizza la scelta di alcuni enti: “Molto grave è l’assenza delle parti civili quali Comune di Capaccio-Paestum e dell’Ente Parco del Cilento che invece si sarebbero dovuti costituire proprio per dimostrare che la politica combatte e persegue i reati ambientali sempre e comunque. Peccato hanno perso una grande occasione”.

Marchetti ricorda: “Milioni di dischetti di materiale plastico nei primi mesi del 2018 si riversarono in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi nei pressi dell’isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio e giunti persino in Francia.
Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera ha accertato, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri.
Ebbene, dopo quasi quattro anni dall’evento, il Codacons è stato ammesso parte civile con ordinanza letta in udienza in data 1/12/2021 dalla Dott.ssa Casale, Presidente del Secondo Collegio, Seconda Sezione Penale del Tribunale di Salerno nel processo a carico dei responsabili nonché dei direttori tecnici e dei lavori dell’impianto di depurazione situato nel Comune di Capaccio.
Quei milioni di dischetti di plastica finirono sulle spiagge del Mar Tirreno da Capaccio (luogo di partenza) fino alla Sardegna, Corsica e Ville France sur la Mere (Nizza), determinando una compromissione e un deterioramento di acqua, terra, compromettendo lo stato ambientale di innumerevoli parchi marini, pezzi di plastica che sono stati ingeriti dagli animali, addirittura con conseguenze letali. La giurisprudenza ha individuato tra gli indici rilevatori dell’interesse ad agire degli enti la c.d.
vicinitas, ossia il concreto collegamento con un dato territorio e la presenza, nello statuto del Codacons, delle finalità di tutela ambientale. Il danno risarcibile derivante dal pregiudizio arrecato all’attività delle stesse per la valorizzazione e la tutela del territorio, in favore delle associazioni ambientalistiche costituite parti civili nei procedimenti per reati ambientali, può avere natura patrimoniale e morale.
Questa è un’altra tappa importante raggiunta dal Codacons che, negli ultimi quindici anni, ha contribuito alla crescita della coscienza ambientale in Campania.
La costituzione come parte civile a questo processo sugella ancora una volta il grande lavoro svolto dal Codacons Campania nel contrastare i reati ambientali anche attraverso denunce, azioni collettive, partecipazioni a processi ed altro”.