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Vallo di Diano (Sa) – Dopo anni di attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli sull’intero territorio nazionale con pedinamenti, identificazioni, intercettazioni ambientali e telefoniche e migliaia di attività di analisi e comparazione di immagini di oggetti antichi preziosi e opere d’arte rubati dai luoghi di culto e dagli istituti religiosi di tutta Italia, i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli agli ordini del maggiore Giampaolo Brasili, hanno individuato e denunciato 29 persone coinvolte a capo di una organizzazione criminale specializzata nella ricettazione di oggetti preziosi di antiquariato.
L’organizzazione criminale, con base logistica nel territorio napoletano, attiva sull’intero territorio nazionale e specializzata nella ricettazione di oggetti preziosi di antiquariato e beni ecclesiali rubati nei luoghi di culto e negli istituti religiosi, si era resa protagonista di numerosi furti messi a segno anche nelle chiese salernitane, tra cui Contursi Terme, Polla, Calvanico, ecc..
Organizzazione criminale ben consolidata sul territorio nazionale grazie alla complicità di ricettatori esperti, appassionati d’arte ed ex titolari di negozi di antiquariato, che esercitavano l’attività di intermediazione nella commercializzazione degli oggetti proventi dei furti destinati ad essere venduti nei mercatini rionali e nelle trattative private.
Tar i 55 reperti rinvenuti dai militari e provenienti dai furti effettuati in chiese e abitazioni private, due angeli a capo altare in legno policromo asportati lo scorso anno, dalla chiesa del Santissimo Rosario di Polla, e restituiti questo pomeriggio alla comunità valdianese con una cerimonia che ha visto la presenza del sindaco della cittadina, Massimo Loviso, del parroco, don Luigi Terranova, e del Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, il maggiore Giampaolo Brasili.
Solo qualche settimana fa, gli inquirenti del nucleo di Tutela del patrimonio culturale di Napoli, si sono recati nella città di Contursi Terme, restituendo alla comunità, due angeli in marmo policromo che furono trafugati dall’altare della navata centrale della Chiesa Madre.